uva-spina-sciroppata
Oggi frutta sciroppata, ma non la solita frutta. Oggi si va, infatti, alla scoperta dell’uva spina, un tipo di frutto di bosco così chiamato per le spine presenti sui suoi rami, e che nulla ha a che fare con la classica uva. Mentre quest’ultima viene prodotta dalla pianta della vite, l’uva spina nasce, infatti, da un arbusto appartenente alla famiglia delle Sassifragacee, la stessa del ribes.
Nella forma può effettivamente ricordarlo ma è di dimensioni maggiori, potendo arrivare ad un diametro di 2,5 cm. Caratterizzata da buccia trasparente, gusto dolce e profumo piuttosto intenso, l’uva spina, a seconda della varietà a cui appartiene, può oscillare dal colore verde al violetto.
Molte sono le varietà di uva spina in commercio. Si possono raggruppare in due grandi categorie, quelle europee e quelle americane. Dovete, infatti, sapere che le origini dell’uva spina sono inglesi anche se si è, poi, velocemente diffusa in tutta Europa per poi arrivare in America.
La più famosa tra le specie americane, solitamente piuttosto resistenti alle malattie, è la Poorman, caratterizzata da piccole bacche rosse e ideale da fare sciroppata. Parlando, invece, di varietà inglesi, le bacche dell’uva spina Careless sono di colore verde e di grandi dimensioni. Come di grandi dimensioni sono anche quelle giallognole della White Smith, quelle gialle della Leveller o quelle di colore violaceo della Winham Industry.
L’uva spina si può fare sciroppata, e troverete la ricetta dopo l’articolo, ma può anche essere utilizzata per preparare una torta, un crumble, una marmellata, una gelatina, una macedonia o barrette di frutta. E, tra le ricette della tradizione americana, compaiono anche lo Champagne all’uva spina, il vino all’uva spina e il formaggio all’uva spina verde.
Nel caso non consumiate subito la vostra frutta sciroppata o la vostra marmellata, sarà necessario conservarle in vasetti di vetro, che andranno prima sterilizzati.
Mentre, una volta riempiti, i vasetti andranno chiusi formando il sottovuoto. A questo riguardo, la procedura da seguire cambia a seconda che il contenuto sia caldo o freddo. Nel primo caso basterà riempire i vasetti, chiuderli con il tappo twist off e capovolgerli, lasciandoli così finché non si saranno raffreddati. Dopo circa 12 ore potete fare la prova per assicurarvi che si sia formato il sottovuoto. Come? Facile, premendo la capsula al centro del tappo non dovrete sentire click clack!
Se invece, come nella ricetta sottostante, i vasetti dovranno essere riempiti con un composto freddo, il procedimento sarà diverso. Eccolo. Dentro ad una pentola sistemate a testa in giù i vasetti già riempiti e chiusi. Mettete uno strofinaccio sulla base della pentola ed uno tra i barattoli, in modo che non si rompano. Riempite d’acqua, in modo da coprirli, accendete il fuoco e portate ad ebollizione.
Da questo momento fate cuocere per mezz’ora. Poi spegnete e lasciate i vasetti lì a raffreddare. Una volta freddi, potete asciugarli e riportarli a testa in su, in modo che si assestino. E anche in questo caso, dopo circa 12 ore il sottovuoto dovrebbe essersi formato!
L’uva spina ha effetti antitumorali, antinfiammatori e sembra essere per noi una buona alleata contro le malattie neurologiche, tutto grazie alle sue proprietà antiossidanti. Molto ricca di vitamina C, grazie alla quale aiuta il nostro sistema immunitario e combatte i radicali liberi, contiene anche la vitamina A, importante per la vista.
Nell’uva spina sono, poi, presenti diversi sali minerali, tra cui calcio, potassio e ferro. Se il primo è essenziale per la salute di ossa e denti, il potassio ha, tra le altre, la fondamentale funzione di mantenere la pressione nella norma. E il ferro? Importantissimo anch’esso perché è un componente fondamentale dell’emoglobina, che porta l’ossigeno dai polmoni al resto del nostro corpo.
Non dimentichiamo, infine, le fibre contenute in questo frutto di bosco, una garanzia per il buon funzionamento dell’intestino.
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