Negli Stati Uniti, le uova alla Benedict sono immancabili durante i brunch, la mattina di Capodanno o per fare colazione con una persona speciale. Il segreto per prepararle bene sta nella salsa, che può fare la differenza e nella cottura, che deve essere molto attenta e precisa nell’esecuzione. Impara a cucinare questa pietanza: farai colpo su amici e parenti con il tuo gran talento culinario!
Uova alla Benedict con asparagi sono un piatto e una ricetta dedicata a tutti coloro che vogliono fare una colazione energetica o un pasto all’insegna del gusto. Si tratta principalmente di uova in camicia che possono essere serviti con muffin inglesi o panini al latte. Ma anche con prosciutto e salsa olandese, decorate con gli asparagi. Gusto a parte, sappiamo i benefici degli asparagi, che hanno prevalentemente proprietà diuretiche, depurative e cardiotoniche. Sono ipocalorici, per questo motivo molto utilizzati nelle diete. Tra i numerosi studi effettuati sulle uova, è stato dimostrato che mangiare uno o due uova al giorno non rappresenta nessun rischio nell’aumento delle malattie cardiovascolari e che, oltre a possedere un nutriente essenziale per il funzionamento cardiovascolare e cerebrale.
Ma come nascono le uova alla Benedict? È un classico, dalla Scozia a New York se ne contendono la paternità. Sono uova in camicia, un classico intramontabile servito in moltissimi ristoranti e caffè. La leggenda vuole che Marilyn Monroe, Agatha Christie e Rudolf Court le preferissero a qualsiasi altro modo con cui farsi servire la colazione. Le uova alla Benedict sono una ricetta codificata, talmente codificata che sono almeno tre i casi di chi ha provato ad appropriarsi della paternità. Mr & Mrs Benedict di Edimburgo ingaggiarono uno studio legale di Londra per diffidare chiunque dall’utilizzo dei diritti commerciali, editoriali, pubblicitari e letterari delle “Eggs Benedict”. Sostenevano infatti di far risalire la proprietà intellettuale delle loro uova lungo la linea del proprio lignaggio familiare indietro sino a circa il 1794. Ma un tale Lemuel Benedict raccontò appena prima di morire di aver inventato le Eggs Benedict una mattina del 1894, facendo colazione al Waldorf-Astoria Hotel di New York. Era reduce da una serata brava e per smaltire la sbornia ordinò “buttered toast, poached eggs, crisp bacon and a hooker of hollandaise”. Letteralmente una salsa olandese saporita, mai uscita dal menù. Questa versione sembra anche la più verificabile, sulla propria pelle da chiunque abbia trovato nel conforto delle uova alla Benedict un potente rimedio contro i postumi di una sbronza.
L’Artusi le chiamava uova affogate e spiegava come rompere le uova, anzi “scocciarle” e farle scivolare in acqua “quando l’acqua bolle e farle cadere da poca altezza”. Il gesto: è tutto lì. Quando la chiara è ben rappresa e il torlo non è più tremolante, levatele con la mestola forata e conditele con sale, pepe, cacio e burro”. Fare un uovo in camicia perfetto non è facile, soprattutto durante il servizio di un brunch affollato, ecco perché molti usano il trucco della pellicola trasparente. L’uovo crudo viene avvolto in un sacchettino di plastica e cotto così, al sicuro e al riparo da accidentali rotture.
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