Con il termine timballo si intende una preparazione cotta al forno in appositi stampi cilindrici che ricordano il timpano, un tamburo appunto, che conferisce al piatto la classica la forma. Il termine deriva dal francese timbale, che a sua volta arriva dallo spagnolo atabal, storpiatura della parola di origine araba tabl, sempre però col medesimo significato di tamburo. L’origine del nome spiega perché nella cucina mediterranea ritroviamo spesso questa ricetta in tantissime varianti che nel tempo hanno preso nomi diversi, come pasticcio, bomba, sartù o, come lo chiamano ancora oggi a Napoli, timpano. Gli ingredienti possono essere diversi ma ciò che accomuna il piatto sono principalmente due cose: la ricchezza degli ingredienti e un involucro che li contiene, che può essere di sfoglia, frolla o brisé oppure di pasta, come maccheroni o bucatini o, ancora, fatto con le verdure.
Altra caratteristica è che gli ingredienti contenuti all’interno del timballo devono essere già cotti e il passaggio in forno serve solo ad amalgamare l’insieme o, tuttalpiù, a cuocere l’involucro. Inevitabile evoluzioni hanno portato la classica forma cilindrica a mutare anche in anello, ovale o quadrato, introducendo la variante del riso o altri cereali.
Nell’800 al timballo era riservato il centro della tavola, in quanto piatto che racchiudeva e rappresentava lo stato agiato di chi lo offriva. Famoso quello offerto dal principe di Salina ne Il Gattopardo, di Tomasi di Lampedusa, che l’autore così descrive: “L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.” Fin troppo facile il paragone con Angelica che irrompe sensuale a portare nuova linfa a una società in declino.
Ma al di là delle complicate e ipercaloriche farce faraoniche a base di selvaggina, grassi saturi e frattaglie di animali, il timballo è e resta una preparazione di sicuro effetto, quale che sia il pranzo da preparare. Quella proposta in questa ricetta è a base di riso, mozzarella e zucchine, fasciato in un anello fiori di zucca, semplice da preparare e certamente più adatta agli stomaci del ventunesimo secolo. Ecco come si fa.
Andare in vacanza con la propria migliore amica può essere un’esperienza indimenticabile, ma anche una…
Il weekend di metà agosto si apre con energia, voglia di leggerezza e nuove emozioni.…
Il ciambellone all’acqua con pesche è un dolce semplice e genuino, perfetto per la colazione…
Le melanzane ripiene di riso integrale, pomodorini e olive sono un piatto completo, profumato e…
Con il caldo estivo e l’umidità, mantenere le sopracciglia definite e ordinate può diventare una…
La settimana centrale di agosto porta con sé emozioni forti, nuovi inizi e momenti di…