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Come conservare il panettone artigianale e quanto dura

Dicembre è infine arrivato e ovunque, dai supermercati ai negozietti di paese fino alle pasticcerie, sono ormai spuntati come funghi panettoni di tutti i tipi. Nomi più o meno conosciuti, prezzi dai più elevati ai più bassi e qualità più o meno alta, non si può certo negare che la scelta sia limitata! Nello stesso tempo non sempre è facile riuscire a districarsi in questa giungla e, a questo proposito, più venirci in aiuto la fondamentale distinzione tra panettone artigianale e industriale.

Panettoni industriali e artigianali: punti in comune

Tra i panettoni industriali e quelli artigianali vi sono, come potrete intuire, grandi differenze. È anche vero, però, che tra i due non mancano alcuni punti in comune. Per legge un panettone, al di là della sua tipologia, deve, infatti, contenere una serie di ingredienti quali farina, zucchero, uova fresche, burro, uvetta e canditi, lievito naturale ottenuto da pasta acida. Sono addirittura stabilite le quantità minime dei vari ingredienti: uvetta e canditi devono, ad esempio, rappresentare almeno il 20% del totale.

Anche la lavorazione, poi, è per certi versi simile in un caso e nell’altro. Resta, comunque, il fatto che il lavoro è svolto principalmente dalle macchine nel caso dei panettoni industriali, dall’uomo, con tutta la sua esperienza e creatività, nel caso di quelli artigianali.

Caratteri distintivi del panettone artigianale

Ed eccoci, quindi, arrivati alle differenze tra le due tipologie, perché esistono eccome, innanzitutto a livello di qualità degli ingredienti. Per preparare un panettone artigianale viene, ad esempio, sì usato il burro ma potrebbe essere un costoso burro francese, i canditi potrebbero essere di produzione propria del pasticcere e la vaniglia sarà probabilmente quella del Madagascar in bacche.

Sempre in tema di canditi, poi, va bene la produzione propria ma da sola non basta. Perché si possa parlare di un panettone artigianale di qualità, tale deve essere anche la lavorazione dei canditi, che dovranno risultare morbidi e di dimensioni abbastanza grandi. Ciò che, però, garantisce una vera canditura artigianale di qualità è il loro gusto. I canditi non devono sapere troppo di zucchero ma deve predominare il gusto della frutta, arancio o agrumi in generale.

Sempre parlando di differenze tra i due tipi di panettone non dimentichiamo, infine, i conservanti, presenti in quelli industriali ma non in quelli artigianali, con conseguenze molto diverse sulla durata della loro vita.

Il panettone artigianale: quanto dura

A differenza di un panettone industriale che, da chiuso, può durare fino a sei/nove mesi, il panettone artigianale, sempre da chiuso, ha una vita decisamente più ridotta, dai quindici ai venti giorni. Trascorso questo periodo di tempo può di regola ancora essere consumato ma comincia a perdere le sue peculiari morbidezza ed umidità, diventando asciutto.

Per legge la sua scadenza non può, comunque, superare i trenta giorni. Tenete, però, presente che le tempistiche si possono ulteriormente ridurre in caso di panettoni farciti con creme. E una volta aperto? In questo caso è consigliabile consumare il panettone artigianale entro cinque o sei giorni e tra poco vedremo come conservarlo.

Come conservare il panettone

Attenzione, però, perché è necessario seguire alcuni accorgimenti anche nel caso di un panettone ancora chiuso. È, infatti, importante che questo venga conservato in un luogo fresco e asciutto, lontano da umidità e fonti di calore. Dopo che l’avrete aperto, è invece bene conservarlo dentro al suo sacchetto di plastica che andrà ermeticamente chiuso dopo aver fatto fuoriuscire l’aria.

Ma potete anche conservare il panettone in una scatola di latta insieme ad una mela, che contribuirà a mantenere la giusta umidità. C’è poi anche una terza possibilità, che consiste nel congelarlo, magari fetta per fetta in modo da poter scongelare di volta in volta solo la quantità necessaria. Discorso a parte vale, invece, per un panettone farcito con creme, che va necessariamente conservato in frigorifero e consumato entro tre o quattro giorni.

 

Roberta Zannoni

Piemontese, ma di origini venete, vive in un grazioso paesino con tanto di castello…Il suo primo dolce? Una golosissima torta al cioccolato preparata in un cottage nell'Hertfordshire.

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Roberta Zannoni

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