Può una sola mostra ricordare tutto l’operato, il lavoro progettuale e le opere di un genio del calibro di Gianfranco Ferré? Assolutamente no, ma La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré si è comunque posta l’obiettivo di trattare, tramite un’esposizione monografica, parte dell’immane produzione dello stilista meneghino. Una produzione definita addirittura bulimica da Rita Airaghi, Direttore della Fondazione Gianfranco Ferré, nata nel febbraio 2008 per tramandare e far conoscere al mondo il grande apporto che Ferré ha dato non solo alla moda italiana, ma al fashion system internazionale.
Fu proprio Gianfranco Ferré a capire per primo il perpetuo dialogo tra architettura e moda, contaminando e fondendo le due tanto differenti quanto simili forme artistiche; fu anche grazie a lui che negli anni Settanta il nome moda Made in Italy e in particolare Milano moda attraversò i continenti, quando ancora il fashion system non parlava francese. Ed è così che nasce dunque un percorso espositivo che mette in mostra 27 delle più straordinarie camicie realizzate nei numerosi anni di attività dello stilista, tra bozzetti e schizzi pronti per la creazione dei cartamodello.
Eccezionale l’area in cui la mostra prenderà vita dall’1 febbraio 2014: il Museo del Tessuto di Prato, uno dei più importanti e monumentali esempi di archeologia industriale di tutta Italia, polo culturale molto attivo non solo nel distretto toscano, ma anche a livello nazionale, tanto da ricevere sovvenzioni anche dal Ministero della cultura. Dalla scoperta dell’approccio tecnico-progettuale ai capi realizzati da modelle in carne ed ossa che hanno sfilato sulle più importanti passerelle rivoluzionando totalmente il sistema moda, con quelle linee e quei tessuti che precorrevano i tempi. È questo il caso del bustier in seta che a prima vista sembra una calla delicata che «svetta come una corolla incorniciando il viso», come la amava definire Gianfranco Ferré. Immagini, disegni, materiali tecnici, ma anche materiale multimediale come immagini, video e proiezioni che ricordano i successi dello stilista con l’evoluzione di un capo, la camicia bianca, presente in ogni epoca, persino nei lontani Medioevo e Rinascimento.
Ma perché proprio la camicia bianca? Dalla Fondazione fanno sapere che si tratta di un capo eletto a icona della capacità creativa e progettuale dello stilista, nonché elemento di continuità di tutto il suo lavoro, il capo a lui più familiare definito in più occasioni il «segno del mio stile», punto di partenza per «rileggere i canoni dell’eleganza».
Disegni originali ricchi di dettagli, capaci di sintetizzare tramite pochi segni a matita i volumi, la leggerezza o la pesantezza delle stoffe, la Camicia da pittore, la Camicia scomposta e molto altro ancora attendono i visitatori sino al 15 giugno 2014.
La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré
Dall’1 febbraio 2014 al 15 giugno
Museo del Tessuto, via Puccetti 3, Prato
Orari e info disponibili prossimamente.
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