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Moda di carta: Isabelle de Borchgrave a Villa Necchi Campiglio

Isabelle de Borchgrave abito da camera di Albertine 1900.
Isabelle-de-Borchgrave-Completo-da-sera-di-P.Poiret-©-FAI
MODA-DI-CARTA-a-Villa-Necchi-Opere-di-Isabelle-de-Borchgrave-Abito-da-ballo-di-C.F.-Worth-©-FAI
Opere-di-Isabelle-de-Borchgrave-abiti-©-FAI
Opere-di-Isabelle-de-Borchgrave-Redingote-di-Gabriele-DAnnunzio-©-FAI
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Isabelle-de-Borchgrave-Abito-di-corte-di-Maria-Antonietta
Isabelle-de-Borchgrave-Abito-inglese-per-lo-sport-©-Andreas-von-Einsiedel
Isabelle-de-Borchgrave-Completo-American-Blue-Navy-©Andreas-von-Einsiedel
Isabelle-de-Borchgrave-Tailleur-Bar-di-C.-Dior
Isabelle-de-Borchgrave-©-CIDB
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Isabelle-de-Borchgrave-Abiti-Delphos-di-M.-Fortuny
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Una rappresentazione teatrale ben riuscita è costituita da ottimi attori e da un complesso scenografico all’altezza della recitazione.

Nel caso della mostra Moda di Carta, le opere geniali di Isabelle de Borchgrave hanno come cornice Villa Necchi Campiglio, uno dei luoghi più belli di Milano.

Isabelle de Borchgrave è un’artista e stilista belga che dalla metà degli anni ’90 crea collezioni d’abiti di carta. Negli ultimi anni ha messo in scena quattro importanti collezioni, una che va da Elisabetta I a Coco Chanel, una dedicata alla Venezia del XIX secolo di Mariano Fortuny, una dedicata ai medici ed infine una dedicata ai Ballets Russes di Sergej Diagilev.

Nella mostra ambientata a Villa Necchi Campiglio, si possono vedere più di 30 abiti che dialogano con lo spazio di una casa che – attraverso la curatela del FAI – rimane magicamente viva e capace di trasmettere emozioni come se fosse un organismo che respira.

Basta entrare in uno degli ambienti sontuosi della villa – ideata negli anni ’30 dall’architetto Piero Portaluppi – per sentire sussurrare dagli oggetti e dalle opere d’arte le storie di chi l’ha abitata, in una suggestione resa ancora più acuta dai modelli dell’istallazione.

Le creazioni ripercorrono un periodo della storia della moda che parte dalla fine ‘800 – con gli abiti da sera di C.F.Worth o il completo American Blue Navy – per proseguire con alcuni mostri sacri del ‘900Lanvin, Poiret, Chanel, Dior – con alcune punte di bellezza assoluta di alcune opere storiche, come il celebre abito di Maria Antonietta o quello di Elisabetta I.

La carta diventa seta, broccato, velluto, tulle, lino: piegata a mano, dipinta e incollata, si presta ancor meglio della stoffa a trasmettere lo splendore surreale e l’aura magica dei vestiti originali.

Parte tutto da un semplice foglio di carta e poi – grazie alla straordinaria padronanza dell’uso dei materiali – una velina si può trasformare in oro e merletto. Ogni abito o accessorio ha richiesto alla sua autrice un lavoro che è durato da un minimo di due settimane fino a più di due mesi.

Nello spogliatoio maschile, ci appare la rendigote di Gabriele d’Annunzio (1900), corredata di stivali; nella stireria, un tavolo è ricoperto di cuscini – apparentemente di damasco – su cui sono appoggiate scarpette preziose; la galleria degli armadi è tappezzata di kimono che rimandano all’abito in stile orientale delle sorelle Callot (1908). Naturalmente tutto è carta.

Per chi non si capacita di tanta abilità e grazia, nello spazio espositivo del sottotetto, un laboratorio mostra come vengono concepite le opere esposte e un documentario svela i trucchi dell’artista.

La visita promette emozioni ad ogni angolo: a chi è appassionata di storia della moda, a chi stravede per l’architettura borghese, a chi ama i mestieri d’arte, a chi si immagina vestita con un abito da camera Delphos color cipria, intenta a sorseggiare un tè.

Informazioni utili

Moda di carta – Opere di Isabelle de Borchgrave a Villa Necchi Campiglio

Dal 20 ottobre al 31 dicembre 2016

Villa Necchi Campiglio – Via Mozart 14 – Milano

Orari: da mercoledì a domenica, dalle 10 alle 18.

Visite guidate circa ogni 15 minuti con volontari del FAI.

Olivia Chierighini

Olivia Chierighini è una giornalista con esperienza decennale nel food e lifestyle. Ha collaborato con numerose riviste di settore e ha tenuto per anni una rubrica di cucina sul settimanale Grazia. La collezione degli articoli è diventata un libro intitolato “In cucina con i tacchi a spillo”. Ama occuparsi di cibo, cultura, società e varia antropologia. C’è chi dice sia una gran chiacchierona: lei preferisce definirsi un'ottimista. Per una dose quotidiana di humour, potete seguirla sul suo blog personale OliviaQuantoBasta.

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Olivia Chierighini

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