Photos: Courtesy of Angelo Marani
Linee semplici ma decise, scollature geometriche, giromanica rigorosi. E ancora tubini, longuette, tagli minimal e femminili dal sapore sixties.
Fin qui nessuna sorpresa, penserete, ma basta dare una rapida occhiata alla collezione primavera-estate 2014 di Angelo Marani per comprendere che la vera essenza creativa non è nelle forme ma nel progetto, nel mash-up di tessuti, nel dettaglio sartoriale che si fonde con la suggestione.
C’è una sorta di nostalgia nella primavera di Marani, un mal d’Africa che spinge le immagini a confondersi nei ricordi e diventare sogno. La natura si impossessa dei capi e li abita, dando vita a paesaggi meravigliosi, tramonti che incantano, creature colorate e fantastiche. Le zebre improvvisamente rubano il manto alle giraffe, farfalle volano sugli abiti in maniera quasi tridimensionale, su vestiti e accessori di colpo irrompono api e tucani. “Il paradiso dei paradisi –dichiara lo stilista- me lo immagino così: un parco africano meraviglioso con una sorta di carnevale degli animali.”
L’ispirazione “Animalogica”, come recita il nome stesso della collezione, non è solo nelle immagini ma anche nei tessuti, rigorosamente sauvage. Inserti di cocco e pitone, stampe maculate, animalier in ogni variante possibile che si impossessa anche degli accessori.
Un gioco di contrasti in cui la natura e i suoi istinti si fondano con la tecnologia più avanzata e la razionalità pura. Con Angelo Marani materiali naturali e tecnici si sovrappongono: corpetti di pelle, inserti di organza, reti che sembrano alveari. Tessuti particolarissimi rubati alle reti da sub, alle tute aeronautiche e persino all’industria alimentare.
La fusione tra fauna e tecnologia raggiunge l’apice nelle stoffe fatte di macchie animalier su fondi quasi invisibili: il manto felino si mescola col corpo femminile, l’umano con l’animale. Il risultato finale è di un’armonia inaspettata e disarmante.
Le nuances di Marani sono quelle della terra: l’azzurro cielo si fa turchese e poi blu oltremare. Il giallo e l’arancio sfociano nel rosso di tramonti infuocati fino al nero delle pantere, della pece, della notte.
Una notte che si veste di paillettes: ben cinquecentomila, posizionate con sapienza artigianale e attenzione scientifica per variare con la luce ad ogni passo, muovendosi con chi le indossa.
Angelo Marani porta in passerella una donna passionale e decisa, che cammina con falcata sicura sulla musica elettronica mixata con sonorità tribal.
Una donna moderna e sensuale, che sa conciliare la concretezza della materia con l’impalpabilità dei sogni.
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