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Scegliere di mandare i figli ad una scuola straniera in Italia

Scegliere i percorsi educativi per i propri figli non è una questione semplice e questo non occorre certo un articolo per spiegarlo a ciascun genitore. E’ altrettanto noto il fatto che soprattutto in Italia la preparazione di bambini e ragazzi che frequentano la scuola “tradizionale” rispetto alle lingue straniere, segnatamente quella inglese la cui importanza è ormai molto prossima all’imprescindibilità, è spesso claudicante e precaria, in genere non percepita come allo stesso livello dei bambini che frequentano istituiti di pari grado in altre nazioni. Per questo, una delle opzioni disponibile per i genitori è quella di iscrivere i bambini, anche fin dalle elementari, a scuole internazionali o bilingui, come alternativa al percorso ordinario: ma è veramente la valutazione giusta? Tralasciando in questa sede il tema della scelta fra scuola pubblica e scuola privata, assai sentita in Italia, le cui implicazioni sono varie e si situano su vari livelli ma che sono “a latere” rispetto alla questione centrale delle lingue, cerchiamo di vedere quali possibilità ci sono e quali “macro” parametri di scelta possono essere presi in considerazione.


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Scuole internazionali e scuole bilingui

Crescere un bambino bilingue, se non è frutto di una circostanza oggettiva come la presenza di un familiare straniero, è una scelta possibile: va però innanzitutto detto che il “bilinguismo” vero e proprio, ovvero la capacità di una persona di parlare più di una lingua in maniera “nativa” – è vera e propria solo se nasce dalla prima o al massimo dalla seconda infanzia: solo in quel caso quindi si può parlare di persona “medrelingua”. Se la lingua è imparata in un periodo successivo, al di là del livello di conoscenza della stessa che si acquisisce, non è corretto parlare di vero e proprio bilinguismo. Il bilinguismo, quindi – primo elemento – è frutto di una precisa scelta educativa. Altro elemento importante è la distinzione fra scuole internazionali e scuole bilingui. Le prime – ad esempio, scuole inglesi, tedesche o americane – trattano l’italiano come una “seconda lingua”, affrontando diverse tematiche didattiche e diverse materie secondo un “punto di vista” che in genere appartiene alla cultura di quel paese che, giocoforza, potrebbe essere diverso da quello del nostro. Le scuole bilingui sono quelle invece dove le due lingue sono, almeno tentativamente, trattate allo stesso livello, lo “sbilancio culturale” dipende un po’ dalla natura della singola scuola come anche le materie che sono affrontate in una lingua o nell’altra.


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Scuola straniera: qualche parametro di scelta

Fatte le debite precisazioni nei termini, occorre ribadire che qualunque consiglio si possa dare su questo tema, la scelta è una questione assolutamente da ponderare in maniera attenta e ragionata, tenendo conto di tutti i fattori in gioco nella singola situazione che non è possibile generalizzare. Non ultimi il costo della scuola, la distanza da casa, la possibilità di seguire i bambini nelle loro eventuali difficoltà o la condivisione della famiglia dei valori della scuola, che spesso sono connotati in maniera decisa. Detto ciò, è importante dire che la scelta non può essere fatta “solo” sulla base dell’apprendimento della lingua, ma deve essere in base ai programmi seguiti in tutte le materie, alla modalità di approccio della lingua e della cultura italiana a discapito della quale spesso la scuola internazionale si orienta, alle aspirazioni, magari espresse, da bambini e ragazzi, alla loro capacità di adattamento ed apprendimento, alla presenza di bambini stranieri e madrelingua e all’approccio formativo che la scuola stessa offre nella sua globalità. Una scelta difficile ma possibile.

Anna Invernizzi

Classe 1972, cinque figli e una vita intensa. Laureata in Economia, impiegata, scrivo per passione su tutto quello che mi interessa. In particolare creo contenuti a tema cucina e lifestyle.

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Anna Invernizzi

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