Primi passi
Vedere il proprio piccolo che si appoggia al divano e si tira su sulle gambine per poi staccarsi nel tentativo di raggiungere l’obiettivo che si è prefissato è un’emozione unica. Sono i primi due passi dei milioni di passi che farà nella sua vita, un piede dopo l’altro e voi ne siete testimoni. Magari diventerà un maratoneta, magari userà i suoi passi per aiutare le altre persone o semplicemente per accompagnare i suoi bambini a scuola, ma quelli che state vedendo sono i primi due e da qui in poi tutto è possibile.
Questa emozione immensa è però contrastata da un fondo di tristezza, qualcosa a cui non sapete dare bene un nome, ma sapete che quelli sono anche i primi due passi che compie per allontanarsi da voi, presto non avrà più bisogno delle vostre braccia per essere cullato, delle vostre mani che gli indicano dove andare, presto, a partire da quei primi due passi, deciderà da solo la sua strada e voi potrete solo guardarlo.
Questa è la condizione del genitore: insegnare a camminare ad un figlio, insistere perché impari a reggersi sulle proprie gambe per poi accettare che, con quei piedini, cominci a camminare sulla sua strada. Ma cosa possono fare mamma e papà? Possono insegnarli a camminare al meglio e ad individuare quale sia il percorso migliore.
Perché un bambino inizi a camminare bisogna innanzitutto non avere fretta, si alzerà in piedi e si staccherà dal suo appoggio quando le sue gambine saranno sufficientemente robuste e quando avrà la sicurezza dei suoi passetti. In questo senso i girelli e tutti gli altri marchingegni che sostengono ed aiutano a camminare un bambino prima che lui sia effettivamente pronto sono da evitare: le gambe ed i piedi possono essere sottoposti a sollecitazioni per le quali non sono pronti. Non serve fare i paragoni con fratelli, cugini ed amichetti, c’è chi inizia presto, e chi si trova così bene ad andare a gattoni che ritiene l’alzarsi in piedi una pratica superflua. Per fortuna non siamo tutti uguali![dup_immagine align=”aligncenter” id=”143683″]
I genitori potrebbero piuttosto porre degli obiettivi da raggiungere, invogliarlo ad alzarsi per arrivare a prendere qualche cosa che davvero lo interessa o allargare le braccia per chiedergli di raggiungerli (a quell’età sono ancora la mamma ed il suo caldo abbraccio le prede più ambite).
Anche acquistare delle scarpette che sostengano bene il tallone può aiutare a stare in piedi più facilmente, ma in questo caso bisogna osservare attentamente il bambino: se notate che prova fastidio ad alzarsi con le scarpe o che tenta di toglierle non insistete, imparerà anche a piedi nudi. Potreste agevolargli il compito mettendo nella stanza degli appoggi a distanza ravvicinata, ma soprattutto ricordate di eliminare ogni elemento che lo possa far sentire instabile o far cadere (togliete tutti i tappeti).
Oggi spesso accade che le testimoni dei primi passi di un bambino siano le educatrici dell’asilo nido, non fatevene un cruccio, il vostro piccolino sarà felice di mostrarvi i suoi progressi e per voi sarà sempre la prima volta che lo avete visto camminare da solo.
Non dimenticate di fargli sentire sempre la vostra presenza ed il vostro sguardo, elogiatelo senza pretendere cose per lui impossibili, ma soprattutto fategli capire che voi sarete sempre lì a raccoglierlo quando cadrà e che una caduta non è una sconfitta, ma l’occasione per imparare a come fare meglio la prossima volta; il vostro bambino imparerà così a camminare, ma non solo, imparerà anche a diventare grande!
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