Mamma e figlio (Pixabay)
Secondo l’ultimo Osservatorio mensile di Findomestic, gli italiani spendono in media 462 euro al mese per ogni figlio in famiglia, il 15% in più rispetto a un anno fa. I costi che incidono maggiormente sono quelli legati ad alimentari, abbigliamento e spese scolastiche.
Tra i settori maggiormente colpiti dai rincari seguono viaggi, trasporti e salute. Solo il 14% degli italiani taglia le spese non strettamente necessarie dedicate ai figli, il 36% rinvia altri acquisti per la famiglia, il 32% rinuncia ad altre spese.
Le motivazioni di natura economica incidono sulla scelta di avere o meno un figlio (il 40% di chi non ha figli oggi non ha intenzione di averne in futuro). Genitori e non sono d’accordo sulla necessità di maggiori sostegni economici da parte dello Stato per sostenere la genitorialità (53%), mentre per chi non è ancora genitore rappresentano elementi chiave per avere un figlio anche la stabilità lavorativa (55%) o il sostegno nelle spese per asilo o baby-sitter (51%).
Secondo Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale Findomestic, “l’inflazione rappresenta da un anno a questa parte la preoccupazione principale degli italiani, seguita dal calo del potere d’acquisto della propria famiglia. Le rilevazioni dell’Osservatorio Findomestic evidenziano come anche nel corso del 2023, nonostante il rallentamento dell’inflazione, 8 su 10 continuino ad avvertire rincari più o meno consistenti e per il 64% i prezzi continueranno a salire. Questi elementi – conclude Zeitoun – contribuiscono a frenare la propensione al consumo e all’aumento percentuale di chi guarda al futuro con pessimismo (59% dal 50% di giugno)”.
L’Osservatorio Findomestic rivela inoltre come le intenzioni d’acquisto dei prossimi tre mesi risultino nuovamente in calo dell’8% dopo la risalita di fine agosto (+6,1%). Da inizio 2023 l’andamento delle intenzioni d’acquisto è sempre stato altalenante con quattro mesi in negativo e cinque in positivo, raggiungendo il suo picco a marzo.
Il dato negativo di ottobre è determinato dalle ristrutturazioni (-21%) che risentono dello stop al superbonus e dal mercato delle auto usate (-18,3%) che tuttavia, nei primi nove mesi dell’anno, ha mostrato particolare vivacità.
La propensione all’acquisto di tecnologia, un mercato in fisiologico rallentamento dopo anni molto positivi per le vendite, è attualmente in calo: male le intenzioni d’acquisto di fotocamere (-16,1% di intenzioni d’acquisto), PC (-7,9%) e smartphone (-7,4%), mentre tablet e TV rimangono in linea con i mesi precedenti.
L’avvicinarsi dell’inverno penalizza le “due ruote” (motoveicoli -8,3% ed e-bike -4%) e non invoglia ad acquistare attrezzature sportive (-8%) e per il fai da te (-6,3%). Al contrario, i monopattini elettrici guadagnano l’8,1%. La flessione delle intenzioni d’acquisto è limitata per le auto nuove (-2,1%), mentre tornano in positivo i viaggi (0,6%) in vista delle prossime vacanze natalizie.
La stagione fredda spinge in positivo la volontà di acquistare pompe di calore (+12,2%), caldaie a biomassa o condensazione (8,5%) e impianti di isolamento termico (+5,3%). In crescita per il secondo mese consecutivo anche l’intenzione di acquistare mobili (+1,3%), anche se la percentuale degli interessati è di quasi 6 punti inferiore rispetto a quella raggiunta a marzo. Bene anche i piccoli elettrodomestici (+6%) mentre i grandi cedono l’1%.
(foto copertina: Pixabay)
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