La morte non va taciuta ai più piccoli, ma spiegata come una tappa della vita
La morte è un tabù? Un argomento da tacere e nascondere ai più piccoli? Molti genitori la pensano così, convinti che sia proprio il “non detto” a proteggere i più piccoli dal dolore. Eppure molti esperti ritengono che tenerli all’oscuro non sia la scelta migliore. E’ più opportuno trovare la chiave giusta per comunicare ai bambini la scomparsa del nonno o dello zio, cercando, magari insieme ad un pedagogista o uno psicologo dell’infanzia, di fornire al bambino gli strumenti più adatti per riconoscere la morte come una tappa naturale della vita.
In psicologia viene chiamata “occultamento della morte” la scelta di tacere la scomparsa di una persona cara ai più piccoli. Un tabù che dimostra quanta difficoltà ci sia, nella cultura occidentale odierna, ad accettare la malattia e la morte come un evento naturale. Certo non è facile spiegare ai più piccoli che il nonno non c’è più, ma è sbagliato, secondo gli specialisti, nascondere la realtà. Qual’è dunque il modo migliore per affrontare la morte coi bambini? Quali sono le parole giuste? Certamente non esiste una ricetta standard, e neppure la bacchetta magica, ma con esempi concreti è possibile far capire ai bimbi che la morte è una condizione definitiva e irreversibile. “Il nonno non è più con noi. E’ morto ieri sera, non potrà più giocare con te, pranzare con te, ma continuerà a volerti bene”. Parole semplici, ma dirette, che faranno comprendere ai bimbi che la morte non è un viaggio dal quale si ritorna, ma una tappa della vita, un cambiamento definitivo.
La morte fa paura a tutti. Certamente più ai grandi che ai piccoli. Ed è altrettanto vero che nessun genitore vorrebbe mai turbare la serenità del proprio figlio con un tema difficile come quello della morte, e tanto meno impaurirlo e spaventarlo. Rimandare il “discorso serio” a un futuro imprecisato però non è la soluzione al problema, e non lo è neppure raccontare una bugia o tacere una verità. E’ infatti importantissimo spiegare ai bambini perchè le persone intorno a lui, la mamma, il papà, il cugino più grande, da giorni sono tristi e piangono. Spesso non sapere e non comprendere suscita nel piccolo di casa delle paure ancora più grandi. Che fare allora se non si trovano le parole giuste per spiegare un evento tragico quanto inevitabile come la morte? Rifugiatevi in una libreria e acquistate un libro che affronta il tema con delicatezza e con esempi chiari e comprensibili anche dai più piccoli. “L’anatra, la morte e il tulipano”, di Wolf Erlbruch, è indicato per i bimbi fino ai 4 anni, “L’angelo del nonno”, di Jutta Bauer, Salani e “Il treno”, di Chiara Carrer e Silvia Santirosi sono invece consigliati per i bambini che hanno già compiuto i 6 anni. A volte può essere molto utile sfogliare con il piccolo anche un libro di sole immagini o far vedere un album di famiglia e raccontare, con serenità, degli episodi della vita della persona che se ne è appena andata.
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