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Bambini in affido: l’esperienza dell’accoglienza

Sono sempre di più le famiglie in Italia che si rendono disponibili ad accogliere temporaneamente bambini e ragazzi in situazione di disagio o difficoltà dovuta a molteplici possibili fattori. Si tratta di quell’istituto giuridico riconosciuto dalla legge che va sotto il nome di affido e che si configura come un vero e proprio servizio sociale a sostegno dell’infanzia e della gioventù. Ma prima ancora che una questione tecnica o una norma giuridica, l’affido è una scelta di amore, di accoglienza, di attenzione per il bisogno degli altri e, seppure per molti aspetti estremamente delicata e per nulla semplice, si rivela per chi la sceglie un’esperienza di grande arricchimento. Ed è veramente aperta a tutti: famiglie, innanzi tutto, ma anche familiari del minore, single e coppie conviventi, purché ovviamente, in possesso dei requisiti richiesti dalla legge e in grado di superare positivamente la valutazione fatta caso per caso dai Servizi Sociali. Si tratta dunque di una opportunità di fare “del bene” facendosi del bene. Cosa che, di questi tempi, non è esattamente scontata.


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Avere bambini in affido

Vediamo innanzi tutto di cosa si tratta: l’affido è una forma di accoglienza temporanea espressamente rivolto a tutela dei minori e la cui durata massima è due anni, anche se tale tempo è prorogabile in caso di necessità. Gli affidi possono essere di diverso tipo: è giudiziale se è disposto d’ufficio dal Giudice su proposta dei Servizi Sociali, mentre è consensuale se parte da una richiesta della famiglia di origine. Inoltre può avere una forma solo diurna o part-time se tale provvedimento è limitato ad alcune “finestre” nella giornata ben definite, mentre è permanente se il minore affidato si trasferisce stabilmente con la famiglia affidataria. Chi sceglie l’affido, proprio in virtù dell’evidente servizio sociale che svolge e dal suo ruolo che diventa quello di attiva risorsa educativa a beneficio dell’intera comunità, si vede riconoscere dalla legge una serie di diritti, equiparabile in buona parte a quelli di un genitore naturale: ed esempio può usufruire di congedi e permessi lavorativi. A livello economico la legge statale riconosce un contributo fisso ed indipendente dal reddito per ogni minore affidato, ma lascia la quantificazione di tale contributo ad ogni comune attraverso l’Assessorato ai Servizi Sociali che deve anche definire quali, oltre al contributo, spese legate al mantenimento del bambino possono essere sostenute.


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Famiglie per l’Accoglienza

Non mancano le organizzazioni e le associazioni che hanno come scopo quello di diffondere e favorire la cultura dell’accoglienza e la pratica dell’affido, riconoscendone e promuovendone l’alto valore educativo e sociale. E che supportano le famiglie che operano questa coraggiosa scelta nel loro percorso, sia prima che durante il periodo di affido. Famiglie per l’Accoglienza per esempio opera nel settore da diversi anni e, come anche Amici dei Bambini solo per citare le più diffuse e consolidate realtà, e si occupa di seguire progetti e servizi – economici, psicologici, culturali ed anche meramente “pratici” – a sostegno della scelta dell’affido ponendosi anche come interlocutore per le istituzioni pubbliche sulla materia. Non vanno dimenticati poi altri due aspetti che rendono ancora più l’idea di quanto l’affido sia un vero e proprio gesto di amore: si diffondono i casi di accoglienza di bambini e ragazzi disabili o affetti da gravi malattie e per questo ancora più bisognosi ed inoltro non sono rare le esperienze di case-famiglia e comunità di accoglienza dove l’accoglienza dei bambini diventa la vera e propria mission della famiglia stessa, non di rado legata a precisi progetti educativi, spesso di grande successo. L’affido è una grande realtà che anche nel nostro paese ed in mezzo a tutte le brutte notizie che ci circondano, è invece una luce di speranza che merita di essere conosciuta.

Anna Invernizzi

Classe 1972, cinque figli e una vita intensa. Laureata in Economia, impiegata, scrivo per passione su tutto quello che mi interessa. In particolare creo contenuti a tema cucina e lifestyle.

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Anna Invernizzi

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