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Vacanze e salute: il mare fa sempre bene. Un mito da sfatare

Quello di casa nostra oppure quello esotico, per tanti non fa differenza: si dice vacanza e si pensa al mare. La scelta tra spiaggia italiana o straniera, oppure tra una distesa di sottile rena e un’impervia insenatura è spesso dettata da costi, amicizie, curiosità, comodità, pubblicità e molti altri elementi, ma ce n’è uno che difficilmente viene preso in considerazione: la salute. Perché il detto “il mare fa bene” è vero ma solo in parte. Il mare può fare anche male, o meglio: il clima marino può essere dannoso se si è afflitti da determinate malattie. Esiste una branca della medicina – la climatoterapia, per l’appunto – che studia proprio l’interazione tra malattie e clima e quindi oggi possiamo individuare pro e contro di un soggiorno marino.

Innanzitutto è importante comprendere che scegliere tra spiaggia piatta e sabbiosa e scogli con monti prospicenti non è solo questione di gusti: le due soluzioni prospettate hanno infatti due climi differenti.

In riva all’oceano o sugli scogli, clima stimolante

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Chiunque sia stato in riva all’oceano lo sa: c’è vento, e spesso è anche forte. L’aria è frizzante e tersa, l’umidità molto elevata, la pioggia non si fa attendere. La luce è molto intesa, e anche la radiazione ultravioletta: occhiali da sole e creme protettive non sono mai un optional. Il clima della costiera rocciosa italiana è leggermente diverso, poiché i venti sono meno forti; fanno eccezione le coste occidentali della Sardegna, che hanno un clima più oceanico soprattutto a causa del Maestrale, vento che soffia da Nord-Ovest.

Il clima “stimolante d’oceano o di scoglio” non fa bene a chi ha problemi cardiologici con rischio di edema polmonare, chi soffre di ipertensione medio-grave, angina, problemi vascolari soprattutto alle gambe; asma; infiammazioni catarrali con febbre alle vie aere e all’orecchio, tubercolosi; glomerulonefrite acuta; infezioni ginecologiche ripetute; problemi all’apparato digerente, ulcere gastrointestinali, Morbo di Crohn, infezioni batteriche intestinali; insufficienza epatica, cirrosi, encefalopatia; gravi anemie; gravi deficienze immunitarie; ipertiroidismo medio-grave; diabete giovanile scompensato; gravi malattie delle ossa o delle articolazioni, forme reumatiche infiammatorie, artrite reumatoide in fase attiva; cefalee muscolo-tensive; depressione; eczema.

In diversi casi la differenza tra indicazioni e controindicazioni è molto sottile, si prenda il caso delle cefalee: per sapere se una vacanza ci sarà rovinata dagli attacchi di mal di testa oppure se riusciremo a goderci tutto il tempo a nostra disposizione occorre avere avuto una esatta diagnosi e quindi conoscere la causa degli attacchi. Se la cefalea ha un’origine muscolo-tensiva, sarà meglio cambiare programma, mentre se è di tipo vasomotorio allora sarà il caso di confermare la prenotazione poiché avremo del giovamento. Analoga situazione per chi soffre di gotta (termine medico: artropatia uratica): sì al soggiorno se ne soffriamo ma siamo in un periodo tranquillo, assolutamente no se siamo in fase acuta.

Dove la spiaggia degrada lenta, clima sedativo

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Le spiagge sabbiose, quelle tante amate dai bambini e da chi, dal fisico non proprio atletico, si accontenta di passeggiare sul bagnasciuga per attenuare il caldo estivo, smentiscono in parte il detto dei più anziani “il mare rende nervosi”: il loro clima è infatti definito “sedativo”. La ventilazione è caratterizzata dalle brezze di mare e di terra, la pressione atmosferica è di norma alta e l’umidità elevata si attenua solo d’estate. Di norma l’area è abbastanza tersa tranne che nei mesi invernali quando si presentano foschie e nebbie, in particolare lungo le coste adriatiche. E l’inquinamento si fa un po’ sentire, anche se la situazione è nettamente migliore rispetto alle pianure retrostanti. L’irraggiamento solare e la conseguente radiazione ultravioletta sono abbastanza intensi, ovviamente quando non ci sono nebbie e foschie ossia d’estate o quando si presentano venti da Nord.

Chi deve evitare le spiagge più gettonate d’Italia? Le persone che soffrono di tubercolosi polmonare; siano gravemente ipertesi oppure cardiopatici con scompenso sinistro; lamentino disturbi fisici determinati da cause psichiche, i cosiddetti disturbi somatoformi. Se invece avete problemi ossei, siete ipotiroidei o avete dei disturbi al sistema linfatico, convalescenti dopo un infarto o una malattia infettiva, anemici o debilitati dalle allergie stagionali, il litorale sabbioso vi sarà d’aiuto.

Costa e isole, un mix da analizzare

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Con circa 7.500 chilometri di costa, l’Italia presenta una varietà di paesaggio notevole e a volte basta poco strada per trovarsi in zone completamente differenti. Basta un costone a protezione della costa oppure l’aprirsi di una ampia vallata fluviale, ed ecco che anche il clima cambia. Per non parlare delle piccole isole che possono essere alla balìa dei venti oppure avere baie e cale ben riparate. In queste circostanze, se le condizioni di salute non sono propriamente ottimali, è quindi meglio interessarsi sul clima specifico proprio del paese in cui vorremmo soggiornare, perché ci vuole veramente poco per passare da un clima stimolante ad uno sedativo (e viceversa).

Per chi volesse conoscere più nel dettaglio indicazioni e controindicazioni, oltre ovviamente consultare il proprio medico curante, può leggere le schede preparate dal Biometelab, il Laboratorio di biometeorologia e bioclimatologia medica dell’Università degli studi di Milano.

credit
per la spiaggia di Sirolo: http://flic.kr/p/a6Gbps
per l’isola di Vulcano: http://flic.kr/p/cFiEUh

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