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Pillola dei 5 giorni dopo, ci vuole la ricetta medica

La pillola ‘dei 5 giorni dopo’ potrà essere venduta solo dietro prescrizione medica indipendentemente dall’età della richiedente. Lo ha deciso il Consiglio superiore di Sanità, che ha deliberato il parere a proposito del farmaco EllaOne. “Ciò – si legge in una nota del ministero della Salute – soprattutto per evitare gravi effetti collaterali nel caso di assunzioni ripetute in assenza di controllo medico”. Una decisione che va in direzione opposta rispetto a quella assunta dalla Commissione europea, che il 12 gennaio scorso ha autorizzato invece la possibilità di comprare il farmaco direttamente, senza necessità di prescrizione.

Il via libera della Commissione Ue era arrivato dopo il parere positivo rilasciato a novembre dalla Commissione per i prodotti medicinali umani dell’Agenzia europea dei medicinali, secondo cui EllaOne funziona meglio nelle prime 24 ore e può essere utilizzata in sicurezza senza prescrizione medica. Una decisione presa soprattutto per “velocizzare l’accesso delle donne a questo medicinale, e aumentarne di conseguenza l’efficacia”, avevano fatto sapere dal Committee for Medicinal Products for Human Use. Ma l’Italia, a questo punto è ufficiale, non si adeguerà alla decisione europea. Una scelta che rientra nelle possibilità dei Paesi membri dell’Ue. Al contrario, molti Stati hanno già eliminato l’obbligo di prescrizione medica, come la Germania, che inizialmente si era espressa a sfavore della dispensazione libera.

Prendiamo atto di questo, che è un parere non vincolante del Consiglio superiore di sanità, ma aspettiamo le decisioni dell’Agenzia italiana del farmaco, che può ancora renderci un Paese europeo”, ha commentato l’amministratore delegato della Hra Pharma, Alberto Aiuto, l’azienda che produce la pillola `dei 5 giorni dopo´. La pillola EllaOne, a base di Ulipristal acetato, è stata approvata in Europa con l’obbligo di prescrizione medica alla fine del 2009. Negli ultimi 5 anni, afferma l’azienda, è stata già utilizzata da più di 3 milioni di donne in 70 Paesi. Sempre su tale contraccettivo, un precedente parere era stato espresso dal Consiglio superiore di Sanità nel 2011, quando gli esperti del massimo organo consultivo del ministero della Salute avevano proposto un paletto: il farmaco può essere commercializzato come contraccettivo d’emergenza purché la donna che lo dovrà usare sia prima sottoposta a test di gravidanza per escludere una gravidanza in corso. Tale obbligo cade ora con il nuovo parere del Comitato: il test prima della prescrizione dovrà essere effettuato solo nel caso in cui ci sia il sospetto di una gravidanza in corso.

Giovanna Maggiori

Giornalista freelance e web editor, per Unadonna ha scritto soprattutto di ricette e consigli di cucina, sua grande passione.

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Giovanna Maggiori

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