Ci sono casi in cui la ricerca finisce per scoprire e sostanziare, anche in ambito scientifico, a situazioni che il senso comune, l’”istinto” e l’esperienza di ciascuno portano ad immaginare in modo naturale, spontaneo ed immediato. Che avere un incontro inaspettato, provare un piacere immeritato, ammirare un panorama mozzafiato o un’opera d’arte affascinante siano cose che contribuiscono a rendere la vita più bella ed interessante è esperienza di tutti, patrimonio comune di un vissuto che si riscopre nel DNA di ciascuno, nella ricerca di bellezza, di soddisfazione, di felicità che, in ultima analisi e senza soluzione di continuità, è il motore della vita stessa. Ma se queste considerazioni sono facilmente condivisibili, è assai interessante scoprire come, anche da un punto di vista medico e scientifico, la “Bellezza” – scritta volutamente con la “B” maiuscola – sia un fattore imprescindibile per la salute di un individuo e, questo, non solo dal punto di vista psicologico e mentale.
[dup_immagine align=”alignright” id=”156403″]Una recente ricerca effettuata in collaborazione fra l’Università di Toronto e quella di Berkeley, in California, ha infatti dimostrato che il provare emozioni positive come lo stupore, la meraviglia o la sorpresa è un fattore importante che influisce sul buon funzionamento perfino del sistema immunitario, diventando un vero e proprio “antidoto” nella prevenzione di numerose malattie, dal diabete all’artrite, dai problemi cardiaci all’Alzheimer. Di quanto sia importante la Bellezza – insistiamo, non la semplice “estetica” ma la bellezza vera, quella corrispondente al cuore dell’uomo ed in grado di “riempirlo” – nella qualità della vita è piena la letteratura, la filosofia ed il pensiero del mondo, da quello cristiano a quello laico, da quello antico a quello moderno. Una evidenza declinata in diverse forme, ambiti, modalità e sensibilità. Ma, in effetti, è cosa evidente a tutti. Che questo sia vero anche dal punto di vista “clinico”, ancora prima che una importante scoperta scientifica è cosa affascinante, capace di sorprendere rispetto a quanto sia unico, complesso ed insondabile il mistero di quello strano essere vivente dotato di ragione che si chiama uomo. Eppure è proprio così: imbattersi in una cosa bella, ascoltare l’Ave Maria di Schubert o ammirare le opere di Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina, non contribuiscono solo a “migliorare” la qualità della vita dal punto di vista psicologico, ma anche a migliorare le performance del sistema immunitario.
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Il meccanismo scoperto dal pool di ricercatori canadesi ed americani e dimostrato dalle evidenze empiriche è piuttosto semplice: utilizzando un campione di 200 persone e sottoponendole a diverse esperienze positive e negative, gli scienziati hanno verificato come colori i quali provavano emozioni positive aveva una produzione più bassa di citochine, ovvero di quelle particolari proteine che il sistema immunitario produce per far fronte ad “agenti esterni” come infezioni e malattie. E’ chiaro che una minore incidenza di citochine nell’organismo si spiega solamente con uno stato psico-fisico migliore, diretta conseguenza delle “esperienze” che i diversi soggetti hanno vissuto. In altre parole, come ricorda la coordinatrice dell’esperimento, la dottoressa Jennifer Stellar, “le emozioni positive sono associate ai marcatori di buona salute”. Semplice ma sorprendente. La scienza conferma quello che quasi duecento anni fa sosteneva il grande Fëdor Dostoevskij: la bellezza salverà il mondo…
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