Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali come il frumento, la segale o l'orzo: chi soffre di celiachia deve evitarne l'assunzione diretta e indiretta.
Sensibilità al glutine e celiachia: sono due i disturbi correlati al glutine, la proteina contenuta sia nel grano che in diversi altri cereali come orzo, farro, segale e avena, e che pertanto ne richiedono l’eliminazione dalla dieta. La celiachia è il disturbo più grave: una patologia autoimmune che, in soggetti geneticamente predisposti, causa infiammazioni nell’intestino tenue e, di conseguenza, un malassorbimento degli alimenti. Secondo l’Aigo, l’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri, colpisce 1 persona su 100, a qualsiasi età.
Dei circa 600 mila casi stimati di celiachia presenti nella popolazione italiana ben due su tre riguardano il sesso femminile: sono quindi circa 400mila le italiane che potrebbero avere o sviluppare la celiachia, ma in entrambi i sessi le diagnosi sono tuttora poche, circa 180mila in tutto. Il 72% dei pazienti con celiachia risulta dunque ancora in attesa di diagnosi: questo perché la patologia non di rado si manifesta con sintomi atipici e chi ne è colpito non ha spesso neppure il sospetto di non tollerare il glutine.
Quali sono, dunque, i sintomi più frequenti che dovrebbero far scattare un campanello d’allarme? Di fatto, quando una persona celiaca assume alimenti che contengono glutine, il sistema immunitario lo intercetta e reagisce aggredendo e distruggendo i villi intestinali che si trovano all’interno della mucosa intestinale: questo ostacola gradualmente l’assorbimento delle sostanze nutritive, che avviene proprio attraverso i villi, che così si atrofizzano. Dunque il primo sintomo della celiachia è la malnutrizione: la persona, pur alimentandosi regolarmente e apparentemente in modo equilibrato, non prende peso, anzi spesso lo perde e accusa tutti quei sintomi legati alla scarsa alimentazione come stanchezza, difficoltà di concentrazione, letargia diffusa. I sintomi in ogni caso possono essere diversi da persona a persona e variano per tipologia e intensità della patologia. In generale esse colpiscono comunque l’apparato digerente e danno luogo a gonfiori e dolori addominali, dissenteria o vomito, che aggravano il malassorbimento funzionale e incidono sulla potenziale disidratazione. Negli adulti è abbastanza normale trovare anche uno o più sintomi che non sono però esclusivi di questa patologia come la mancanza di ferro nel sangue (inspiegabile in altro modo), dolori articolari, artrite, osteoporosi o fragilità delle ossa, danneggiamento dello smalto e del colore dei denti per il mancato assorbimento di calcio, formicolio delle estremità, stomatiti e ragadi agli angoli della bocca, ispessimento della lingua ed eruzioni cutanee pruriginose soprattutto su natiche, gomiti e ginocchia.
Anche le alterazioni del ciclo e l’amenorrea sono disturbi frequenti nelle donne celiache non diagnosticate. Una celiachia non riconosciuta, inoltre, aumenta il rischio di problemi in gravidanza. I sintomi della celiachia si presentano in stadi diversi, singolarmente o numerosi, in età diverse. Insomma le variabili sono così tante che anche per questo a volte non è facile individuarla: spesso si ricorre a una diagnosi differenziale in prima battuta, cioè si escludono altre patologie che hanno gli stessi sintomi, prima di arrivare alla diagnosi di celiachia.
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