Vivere bene

Ernia iatale, sintomi e cura

Il problema dell’ernia iatale o jatale è un disturbo piuttosto diffuso nella società moderna: ne soffre circa un italiano su dieci ed aumenta con l’avanzare dell’età. È una patologia che interessa il primo tratto dell’apparato gastroenterico.

A livello anatomico si ha il passaggio di una parte dello stomaco nel torace. Tutto questo si verifica per effetto dell’allentamento delle pareti dello iato, una piccola apertura del diaframma attraverso il qual passa l’esofago.

Tipologie di ernia

L’ernia può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi sovrapponibili alla dispepsia o al reflusso gastroesofageo, con risalita degli acidi gastrici, concomitante gastrite, rigurgito, epigastralgia e dolore a livello toracico.

Ma quali sono i sintomi che devono farci scattare il campanello d’allarme? Come è possibile diagnosticare la presenza di ernia e come possiamo trattarne i disturbi? Solitamente l’ernia iatale viene classificata in quattro gruppi.

Il tipo I, o da scivolamento, che è la più comune; il tipo II o para-esofagea (la parte superiore della curva dello stomaco subisce una rotazione); di tipo III o mista; di tipo IV, meno frequente.

I sintomi

I sintomi più frequenti in caso di ernia iatale sono il rigurgito di cibo, il reflusso acido e l’eruttazione. Quest’ultima si verifica perché, la zona dello stomaco in cui è presente l’ernia, si riempie di aria, naturalmente introdotta con la respirazione e la deglutizione.

Si ha una conseguente sensazione di pesantezza gastrica e di dolore, anche a livello toracico, spesso scambiato per infarto. L’eruttazione genera solitamente una sensazione di sollievo.

Tachicardia o extrasistoli

Un altro sintomo caratteristico è rappresentato dalla comparsa di tachicardia o extrasistoli dopo i pasti, quasi come se si sentissero le palpitazioni nello stomaco. La presenza di reflusso, poi, determina erosioni e/o ulcerazioni a carico della parete gastrica, favorendo l’insorgenza dell’esofagite e dei bruciori retrosternali e in gola, oltre che i dolori a livello toracico.

All’ernia iatale sono spesso associati la tosse stizzosa, dovuta al reflusso acido, e, talvolta, una sensazione fastidiosa di disfagia, ossia difficoltà a deglutire, legata per lo più alla disfunzione del cardias, la valvola che collega esofago e stomaco.

La cura

La diagnosi di ernia iatale è affidata al medico gastroenterologo, dopo esecuzione di esofago-gastro-duodendoscopia, associata o meno a pHmetria per valutare la tipologia del refluito (adido o basico) e/o a manometria gastrica. Quest’ultima è fondamentale per valutare la pressione introesofagea.

A volte, da una semplice RX gastroesofagea con assunzione di soluzione di bario come liquido di contrasto, emerge già la presenza di ernia iatale. Una volta accertata la presenza della patologia è bene iniziare a trattare i disturbi. Sicuramente il primo consiglio è curare l’alimentazione, riducendo il consumo di formaggi e salumi (massimo 1 volta a settimana ciascuno) e puntare sul consumo di alimenti più digeribili.

Cosa evitare?

È bene, quindi, evitare intingoli, salse, creme e fritti, prediligendo alimenti naturalmente integrali (non con aggiunta di crusca che è irritativa), frutta sbucciata e non acidula, verdura cotta, carne e pesce cucinati con vino bianco o aromi, legumi passati al passaverdure.

È bene evitare alcolici, birra e vino, nonché le bevande gassate e zuccherine. Per quanto riguarda i dolci, limitarli ad una volta alla settimana e preferire torte semplici o alla frutta.

Limitare la pizza ad una volta ogni due settimane, preferendo quella senza lievito di birra. È importante attuare dei comportamenti corretti: non sdraiarsi subito dopo pranzo o cena; non saltare i pasti e non consumare pasti troppo abbondanti o ravvicinati; praticare una regolare e moderata attività fisica, che migliora anche la funzionalità intestinale; evitare di fumare; ridurre il numero di caffè giornalieri; masticare lentamente; perdere peso in caso di sovrappeso ed obesità.

Fitoterapici consigliati

Inoltre, esistono dei fitoterapici che migliorano la peristalsi, anche in caso di ernia iatale. Il più noto è sicuramente lo zenzero, che ha una azione carminativa e procinetica.

Molto valide sono l’achillea e l’artemisia, che favoriscono la digestione, da combinare con cumino e carvi che sono piante ad azione anti-meteorica. Un altro rimedio efficace è l’aloe vera, che esercita un’azione anti-congestionante sulla parete gastrica.

Non dimentichiamoci del finocchio, sia come decotto sia come semi da masticare a fine pasto, per favorire l’eliminazione dell’aria in eccesso. Anche la cannella e la curcuma, in quantità moderate, possono aiutare la digestione in caso di ernia iatale. Ricordiamoci, inoltre, della malva, della camomilla e della melissa, che sono antispasmodiche.

Maria Paola Zampella

Mi chiamo Maria Paola Zampella e sono un Biologo Nutrizionista Specialista in Scienze della Alimentazione. Ho conseguito le lauree triennale e magistrale, come anche il diploma di specialista in Scienze della Alimentazione (Scuola CEE – 5 years post-degree) presso l’Università degli Studi di Milano e un diploma di Corso di Perfezionamento relativo al metabolismo proteico presso l’Università degli Studi di Milano. Da tempo mi occupo di alimentazione naturale e consulenze alimentari per diverse situazioni fisiologiche e patologiche accertate dal medico. Su Unadonnasana scrivo articoli nell'area salute, benessere e nutrizione. In passato ho lavorato come coordinatore e formatore ASA/OSS per la Cooperativa Sociale KCS Caregiver, oltre che docente di alimentazione nel ramo alberghiero e di scienze, anatomia, dermatologia ed cosmetica nel ramo acconciatori ed estetico. Mi occupo, a richiesta, di formazione in ambito HACCP, Sicurezza Alimentare e Sicurezza sul lavoro. Ho collaborato anche con un centro tricologico, per un periodo di stage formativo. Sono appassionata di sport e sono in costante formazione per spaziare le mie conoscenze su più campi. Profilo Linkedin: https://www.linkedin.com/in/maria-paola-zampella-a1187a206/

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