Vivere bene

Disturbi alla mandibola: problemi collegati e come curarli

Parliamo in quest’occasione dei disturbi che riguardano l’articolazione temporomandibolare: la bocca è un punto nevralgico del sistema muscolo-scheletrico ed è collegata in maniera intima a tutto l’assetto posturale del corpo umano.

Chi colpisce questo disturbo?

Un disordine dell’ATM (Articolazione Temporo-Mandibolare) può esser riscontrato nelle donne 7 volte di più rispetto a l’uomo, andando quindi a generare un pubblico prettamente femminile con un quadro sintomatologico principalmente composto da donne, soprattutto nella fascia d’età tra i 20 e i 50 anni anni. Nonostante questo tipo di condizione è di pertinenza prettamente femminile, non si possono escludere tuttavia gli uomini con fenomeni della bocca secondari ad urti ed indicenti che hanno minato la corretta funzione della mandibola.

Ma cosa si intende per problema alla bocca?

Parliamo di disturbi che alterano la dinamica articolare dell’apertura e chiusura della suddetta articolazione e disordini associati ad un’errata occlusione. Infatti nel momento in cui una mandibola si apre o chiude male, non solo avviene un deterioramento delle strutture molli dell’articolazione stessa (il famoso click mandibolare durante il movimento della bocca) ma anche un assetto muscolare viziato e che può portare a dei seri problemi. Se la persona tende a sentire tendenzialmente solo il suono provenire dalla mandibola durante i movimenti ma non presenta sintomi veri e propri, è comunque una persona che necessita di un intervento mirato e specifico per correggere la disfunzione.

Quali sono i problemi collegati ad un disordine della mandibola?

Generalmente chi ha un problema legato alla bocca non lo riesce inizialmente ad attribuire alla mandibola, ma si lamenta di un mal di testa molto ricorrente. No, non parliamo del mal di testa “inventato” dalle donne per spegnere le focose intenzioni del partner, ma vere e proprie cefalee che sono indotte dalla mandibola e dalla sua cinetica. Pensiamo un attimo a quante volte durante la giornata apriamo e chiudiamo la bocca: parlare, sbadigliare, urlare e mangiare. Ogni movimento che viene fatto, se c’è un’alterazione chinesiologica, può portare ad un mal di testa. Infatti uno dei disturbi associati veramente molto seri che colpiscono le donne sono i mal di testa indotti da un errato movimento della mandibola: nel momento in cui quest’articolazione si muove male, avviene una disfunzione associata che coinvolge anche i muscoli serratori della bocca. Questi muscoli, nel momento in cui lavorano male, possono indurre un mal di testa che colpisce in maniera diffusa la zona del viso e del cranio, dando non pochi problemi.

Che collegamento c’è con la cervicale?

Molte mie pazienti però mostrano anche un disturbo del rachide cervicale, e sento spesso chiedermi “ma che c’entra la bocca con il collo?” Questi due distretti possiamo definirli come “fratellastri”, cioè sono differenti ma nello stesso tempo uno influenza la dinamica dell’altro: infatti se la bocca lavora male e avviene una chiusura errata della mandibola, il rachide cervicale alto (dotato al suo interno anche dei nuclei cervicali del trigemino) accomoda questa situazione deficitaria andando in blocco e aumentando l’azione contrattile dei suoi muscoli, arrivando quindi fino allo spasmo. Capiamo bene come la correlazione collo e occlusione sia qualcosa di intimo e correlato, che purtroppo riguarda sempre più donne; uno dei problemi infatti che riscontro maggiormente è l’atteggiamento noncurante di molte donne che pensano che se la mandibola scrocchia, non bisogna darli peso: ERRATO! Da studi biomeccanici si è potuto riscontrare come il movimento del collo influenzi in maniera determinante la mandibola attraverso una serie di scivolamento del ramo mandibolare a seconda delle rotazioni o estensione del rachide cervicale.

Cosa succede quando si sentono i rumori?

Infatti nel momento in cui una bocca tende a scrocchiare o in apertura o in chiusura, sta avvenendo una sublussazione del disco mandibolare e il click che si avverte è nient’altro che la ricattura di questo durante il movimento contrario in cui avviene il suono. Nel movimento fisiologico questo suono avvertito dal paziente non avviene, segno quindi che c’è qualcosa che altera il movimento e che è degno di esser risolto. Ciò che avviene durante il movimento mandibolare è governato dal cervello che comincia ad utilizzare una sorta di comando involontario che, nel momento in cui questo segnale è errato, genera ogni movimento come non corretto e quindi fa scaturire non solo il famoso rumore all’interno della bocca, ma anche i fenomeni collegati alla mandibola.

Oltre alla cefalea, che altri disturbi possono esserci?

Un altro disturbo, oltre al mal di testa e al dolore al collo, che è collegato alla mandibola è sicuramente il senso di galleggiamento e di vertigini che la paziente avverte. Questo si aggiunge ad un quadro spesso multifattoriale legato al rachide cervicale alto, disfunzioni degli otoliti all’interno dell’orecchio e anche della mandibola; questo avviene in quanto all’interno dell’articolazione è presente un legamento che collega la capsula articolare dell’ATM all’orecchio interno, sede dell’udito e della gestione dell’equilibrio. Facile quindi capire come questo distretto risulti essere coinvolto in molteplici situazioni che spesso hanno come vittime proprio le donne. Andare a capire quindi quanto questo senso di vertigini nasca a livello della mandibola, oppure dalla cervicale o dall’interno dell’orecchio è difficile da valutare e bisogna stare molto attenti nell’approcciarsi a questo genere di pazienti.

Come si può guarire?

Le armi migliori per correggere questo genere di alterazioni sono sicuramente la fisioterapia manuale specializzata nei disordini della bocca ma anche tanto esercizio che la paziente deve svolgere autonomamente: come dico sempre nel mio studio” io sto con te solamente un ora, il resto del tempo ci sei tu da sola con te stessa”. Infatti come dimostrato da numerosi studi scientifici internazionali, solamente attraverso l’esercizio correttivo svolto in maniera corretta e ripetuta nel tempo può portare ad un cambio netto della problematica e alla riprogrammazione cerebrale del movimento da eseguire in modalità automatica. Il mio consiglio quindi è quello di non tralasciare il problema, affidandosi a personale qualificato in questo genere di disturbo e affrontarlo in maniera seria e coscienziosa per evitare quindi spiacevoli ed invalidanti problemi associati.

Dr. Daniel Di Segni

dottore in fisioterapia, Terapia Manuale, Rieducazione posturale, Trattamento post-operatorio

 

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