In che modo il gruppo sanguigno può influenzare la nostra forma fisica? Scopriamolo insieme!
Funziona davvero o è solo una moda del momento? Di cosa parliamo? Della dieta del gruppo sanguigno, conosciuta anche come emodieta, formulata dai dottori James ed Peter D’Adamo. In Italia il suo maggior esponente è il dottor Pietro Mozzi. Cerchiamo di comprendere in cosa consiste e come funziona questa dieta.
Secondo D’Adamo, i vari gruppi sanguigni ( 0, A, B e AB) si sono formati durante il periodo evolutivo. In essi sarebbe contenuto il messaggio genetico relativo allo stile alimentare e comportamentale. I quattro gruppi sono definiti: cacciatore (gruppo 0), agricoltore (gruppo A), nomade (gruppo B) ed enigma (gruppo AB). In base al proprio gruppo sanguigno, un soggetto dovrebbe evitare quegli alimenti che causano fenomeni di agglutinazione (reazioni avverse). Ogni gruppo sanguigno può trarre beneficio o meno da una particolare alimentazione. Esiste anche una predisposizione all’attività fisica determinata dal gruppo sanguigno (per esempio gli individui del gruppo A avrebbero molte fibre muscolari rosse, quelle più resistenti alla fatica). Questa dieta si rivolge a tutti coloro che desiderano condurre una vita il più possibile in salute. Essi ritengono che le malattie derivino quasi sempre da una cattiva alimentazione.
Coloro che hanno il gruppo 0, dovrebbero assumere prevalentemente carne, pesce, frutta e verdura, senza latte e cereali. Chi ha il gruppo A dovrebbe evitare i latticini, la carne rossa e le solanacee (patate, pomodori e melanzane) e prediligere i legumi, il pesce, le verdure, il grano saraceno ed il mais. Coloro che hanno il gruppo B dovrebbero escludere dalla dieta crostacei e lenticchie, optando per il riso, i latticini, la carne, le uova e le verdure. Chi ha il gruppo AB dovrebbe evitare il burro, la frutta secca e la carne rossa, orientandosi su riso, legumi, carni bianche, tofu e frutta fresca.
Questa tipologia di dieta è oggetto di critiche e pareri contrastanti. Secondo diversi studiosi la capacità di risposta ad una alimentazione vegetariana, povera di cereali o ricca di proteine, non dipende dal gruppo sanguigno, ma probabilmente è legata al corredo genetico di ciascun individuo. Ma anche in questo caso gli studi sono ancora in corso. Sicuramente una dieta in cui si escludono totalmente alcuni gruppi alimentari può creare squilibri nutrizionali. Sempre secondo questi esperti, ciò che favorisce la perdita di peso connessa a questa dieta, è il regime ipocalorico che inevitabilmente ne deriva. È quindi opportuno attendere ulteriori conferme scientifiche.
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