Punture di insetti cosa fare e cosa non fare
Le punture di insetti sono un fenomeno piuttosto comune in estate, ma anche in primavera iniziano a dare non pochi fastidi, moltiplicandosi facilmente grazie al caldo e all’umidità. Vediamo quindi come evitare di essere punti: i comportamenti da tenere e le cose da non fare.
Per la grande maggioranza della popolazione le punture di insetti si possono definire per lo più innocue, a meno che non colpiscano zone delicate come occhi, labbra, lingua, gola e condotto uditivo. I soggetti che sicuramente sono più a rischio sono i bambini, gli anziani, i soggetti allergici e le persone con gravi deficit del sistema immunitario.
Sono soprattutto i bambini e gli allergici che possono andar incontro ad una reazione abnorme del sistema immunitario, scatenando un vero e proprio shock anafilattico, che coinvolge il sistema circolatorio e respiratorio, con necessità di un intervento medico immediato.
Lo shock anafilattico si verifica, perché gli insetti, attraverso il pungiglione, immettono nell’organismo sostanze irritanti o dei veleni. Nella zona colpita verrà rilasciata, da parte dell’organismo umano, una sostanza chiamata istamina, un mediatore coinvolto nei fenomeni allergici e nelle infiammazioni.
Accanto allo shock anafilattico, una reazione decisamente anomala dell’organismo, nella zona colpita dall’insetto si osservano arrossamento e rigonfiamento della pelle, dovuti principalmente all’istamina.
Si riscontrano anche prurito, dolore o bruciore in base all’insetto responsabile. Solitamente zanzare e tafani provocano un prurito piuttosto intenso; lo stesso vale per pulci e cimici.
Le punture di api, vespe e calabroni causano bruciore e dolore. Ovviamente l’intensità della risposta è legata alla zona colpita e alla reattività individuale, specifica per ognuno di noi. Ma come dobbiamo comportarci in caso di puntura?
Sicuramente è bene rimuovere il pungiglione nel caso sia ancora presente nella cute (o l’insetto stesso nel caso della zecca). Poi lavare accuratamente la zona colpita con acqua e sapone e disinfettare, per ridurre il rischio di infezione, molto comune in caso di puntura di insetto.
Nel caso di punture di api, vespe o di calabroni, il pungiglione va rimosso il prima possibile, anche aiutandosi con delle pinzette sterilizzate, e poi disinfettare accuratamente. È bene evitare di rompere il pungiglione, per evitare la diffusione di altro veleno. Una soluzione efficace per calmare immediatamente prurito e dolore è applicare un batuffolo di cotone imbevuto di ammoniaca.
Vanno evitati aceto e bicarbonato di sodio, perché completamente inutili. Poi applicare un impacco freddo o del ghiaccio avvolto in un canovaccio, per almeno 10 minuti. Evitare di grattare e graffiare la zona colpita. Se possibile, sollevare la zona colpita, per favorire il ritorno venoso e ridurre il gonfiore.
Zanzare e tafani invece, non lasciano pungiglione, ma si crea un rigonfiamento sporgente nella zona colpita, che spesso diventa una pustola. Il prurito è notevole e la tendenza a grattarsi porta ad infezioni.
Pulci e cimici causano rigonfiamenti, che si trasformano in vescicole contenenti liquido, molto pruriginose e dolorose, se colpiscono zone come gola, lingua, labbra, occhi, organi genitali.
Sicuramente gli insetti che possono pungere sono numerosi e diversi tra loro, ma è possibile adottare degli utili accorgimenti per tenerli lontani.
Soprattutto in estate è bene adottare, nelle zone di maggior diffusione degli insetti, abiti lunghi e leggeri, dai colori chiari. Evitare profumi e creme solari, perché l’odore li attira.
Allontanarsi, ove possibile, da vasi di fiori, piante, cespugli e cesti di frutta. Qualora abbiate piante in casa, evitate l’acqua stagnante nei sottovasi; così come è bene ricordarsi di avere la massima cura delle zanzariere, la prima barriera agli insetti.
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