I demitariani riducono l'apporto di carne senza una rinuncia definitiva e forzata
Il termine è stato coniato dal professor Mark Sutton, autore dell’analisi pubblicata dall’UNEP (United Nations Environment Programme) che invita a dimezzare l’apporto di carne. Secondo lo scienziato infatti gli allevamenti intensivi danneggiano la salute umana e contribuiscono ad aumentare l’inquinamento atmosferico a causa dell’uso di una grande quantità di pesticidi. Il compromesso suggerito è quello di diminuire la quantità di proteine animali favorendo l’assunzione di frutta e verdura. Se quella di diventare vegetariani è una decisione che non tutti sono disposti a prendere, la dieta demiteriana sembra raccogliere più consensi. E per chi ancora avesse qualche dubbio, ecco tre buoni motivi per mangiare meno carne.
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La salute viene prima di tutto e la diminuzione di carne aiuta a mantenere uno stile di vita più sano. La dieta demiteriana riduce il pericolo di malattie cardiovascolari e abbassa il rischio di mortalità dovuto a patologie di questo tipo. Per prevenire ictus e infarti è sufficiente aumentare il consumo di frutta, verdura, legumi e preferire i vegetali come fonte di proteine al posto di alimenti di origine animale (sia carne, sia pesce)
Una pelle sana è sinonimo di buona salute. E un’alimentazione ricca di cibi di origine vegetale aiuta a eliminare le imperfezioni favorendo una naturale luminosità. Si tratta infatti di cibi a basso indice glicemico, che non provocano problemi all’organismo durante la fase digestiva. Ma non solo. I cereali, ad esempio, contengono una buona quantità di fibre e sali minerali, che permettono di sentirsi sazi velocemente senza la spiacevole sensazione di gonfiore. Preferire cibi vegetali a quelli di provenienza animale aiuta quindi ad apparire più belli e, perchè no, a perdere anche qualche chilo di troppo.
L’agricoltura e l’allevamento danneggiano l’ambiente e rientrano fra le prime cause di inquinamento. Si pensi ad esempio alla quantità di pesticidi, erbicidi e concimi chimici che vengono utilizzati nella produzione agricola intensiva, o alla quantità di acqua utilizzata per abbeverare gli animali e sostenere le coltivazioni. Ridurre l’apporto di carne, adottando un regime alimentare demitariano, aiuterebbe a tenere sotto controllo le emissioni di gas serra. Sembra infatti che gli allevamenti di bovini, bufali, maiali e pollame producano una buona percentuale di inquinamento sia a causa del loro metodo di gestione, sia per via delle sostanze contenute nei cibi degli animali stessi.
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