Milano è una città dal ricco patrimonio storico e artistico: la mente corre subito al Duomo, all’imponente Galleria Vittorio Emanuele II, alla Pinacoteca Brera e al Cenacolo di Leonardo da Vinci all’interno del Monastero domenicano di Santa Maria delle Grazie. Eppure nel cuore della città meneghina c’è un altro gioiello, ancora poco conosciuto eppure tanto straordinario da essere stato soprannominato come la “Cappella Sistina di Milano“.
In Corso Magenta 13, a due passi dalla Basilica di Sant’Ambrogio e dal Duomo, sorge la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, considerata ad oggi uno dei massimi esempi di arte pittorica milanese del ‘500.
L’edificio è stato costruito, su progetto di Amadeo e Dolcebuono, nel 1503 sui resti di antiche rovine romane: nel chiostro della chiesa è ancora possibile infatti scorgere due torri romane del III-IV d.C., una poligonale e l’altra quadrata dalla quale partivano i cavalli che dovevano correre nel circo romano.
Ciò che rende così bello quello che è considerato uno dei più importanti monasteri benedettini femminili dell’epoca sono gli affreschi che decorano gli interni, dalle volte alle pareti.
La Chiesa di San Maurizio è a navata rettangolare unica, suddivisa in due parti da un muro che separava la zona accessibile alle sole monache di clausura (provenienti tutte dalle famiglie più in vista di Milano) e l’area pubblica dove i cittadini assistevano alle funzioni religiose.
Entrando in chiesa si è letteralmente travolti dalla bellezza degli affreschi, che circondano completamente il visitatore: in essi vi è la mano di artisti del calibro dei fratelli Campi, di Vincenzo Foppa, di Simone Peterzana (maestro dell’illustre Caravaggio), di Boltraffio (uno degli allievi di Leonardo da Vinci) e soprattutto di Bernardino Luini.
Negli affreschi presenti in chiesa sono narrate, in vividi colori, scene della vita della santa Caterina e immagini di Sant’Orsola, di San Maurizio, delle Nozze di Cana e persino di una Santa Agata che reca in mano un vassoio contenente le tipiche cassatine siciliane.
Tra santi e martiri, spuntano anche le figure degli illustri signori che commissionarono questi affreschi, spesso ritratti in ginocchio: si riconoscono tra questi Ippolito Sforza e Alessandro Bentivoglio.
Nella Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore si possono poi ammirare uno splendido loggiato a serliane e un organo cinquecentesco dell’Antegnati, ancora in funzione e protagonista dei concerti di musica classica che sovente si svolgono all’interno della chiesa.
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