La morte di Michele Merlo, il cantante che aveva partecipato ad Amici 16, avvenuta in seguito ad un’emorragia cerebrale scatenata da una leucemia fulminante, ha spinto la famiglia a chiedere giustizia. Il padre del cantante, infatti, ha raccontato che Michele da giorni non stava bene: un forte dolore alla testa, che persisteva da diverso tempo, lo aveva portato a recarsi presso un altro pronto soccorso del bolognese dove, nonostante i sintomi (tra cui anche placche alla gola e sangue dal naso), era stato rimandato a casa. Secondo i medici che lo avevano visitato in quel momento, infatti, non si trattava di altro se non di un virus stagionale e Michele Merlo aveva fatto ritorno a casa della sua fidanzata.
Giovedì 3 giugno, poi, il malore mentre si trovava a Bologna con alcuni amici che hanno subito chiamato un’ambulanza: operato d’urgenza, Michele Merlo è apparso subito in condizioni molto gravi e non è stato possibile salvato. Il padre Domenico si è subito esposto pubblicamente, sottolineando come ci sono stati molti errori da parte dei medici ed evidenziando la volontà della famiglia di far luce sulla vicenda per avere giustizia:
“Ci sono molte ombre in ciò che è accaduto a mio figlio. Lui si è presentato in ospedale, stava male ma l’hanno rimbalzato”.
La famiglia di Michele Merlo si è mossa nelle ultime ore per chiedere di aprire un’indagine sul caso della morte del figlio e per cercare di far luce su quanto accaduto e capire se il mancato ricovero del cantante qualche giorno prima della tragedia sia stata la causa del decesso. L’autorità giudiziaria di Bologna, rispondendo alla richiesta dei genitori di Michele Merlo, ha deciso quindi di aprire un’indagine per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti: saranno gli inquirenti ad individuare gli eventuali responsabili.
Ieri anche l‘Ausl di Bologna aveva comunicato di aver avviato un’indagine interna per ricostruire passo dopo passo la vicenda clinica di Michele Merlo, partendo proprio dal momento in cui si era recato per la prima volta al pronto soccorso.
Dopo l’apertura del fasciscolo da parte della procura di Bologna sarà necessario, quindi, rispettare tutto l’iter previsto in questi casi: dall’autopsia fino al controllo delle cartelle cliniche, per cercare di risalire alle vere cause del decesso e stabilire se Michele Merlo poteva essere ancora vivo.
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