Mark Duplass e Olivia Wilde in "The Lazarus Effect". Photo Credit: Suzanne Hanover
È molto semplice intuire il controverso tema di The Lazarus Effect di David Gelb e prodotto da Blumhouse Production (che già si erano fatti carico di horror originali e di successo come The Purge – LaNotte DelGiudizio, Insidious e Sinister) nelle sale dal 21 maggio distribuito da Notorious Pictures.
Nel titolo, infatti, viene evocato un personaggio biblico, Lazzaro, colui che riesce a resuscitare dalla morte. Ed è proprio di questo che la pellicola, un mozzafiato thriller, si occupa: il complicato rapporto tra la morte e ciò che viene dopo di essa, e l’ambizione dell’uomo di poterla dominare. Oltre che Lazzaro anche un personaggio abbastanza sinistro della letteratura – venuto fuori dalla penna della scrittrice Mary Shelley – viene evocato da questo tema, ovvero Frankestein (che sul grande schermo si carica di torni ironici più che grotteschi). Ma sarà soprattutto degli effetti collaterali di questa smania di controllo e di potere che l’uomo cerca di avere su questo evento, tanto terribile quanto inevitabile, che il film si sofferma.
L’attenzione è puntata su un gruppo di ricercatori medici guidato da Frank (Mark Duplass) e dalla sua fidanzata Zoe (Olivia Wilde) che, si ritrova a fare una scoperta tanto importante quanto inquietante; conducendo degli esperimenti non autorizzati sul cadavere di un cane, gli scienziati trovano il modo per riportare in vita la cavia. Ma la loro università non sembra vedere positivamente questo successo, ed ostacolano il progresso delle loro nuove conoscenze. Ostinati ad andare dritti per la loro strada, saranno sconvolti da un terribile evento; Zoe perde la vita in un terribile incidente. A questo punto Mike, devastato dal dolore della perdita, chiede ai suoi compagni di spingersi oltre, ovvero di provare a riportare in vita questa volta non un animale ma un essere umano, la sua amata Zoe.
Inizialmente tutto sembra essere andato a buon fine, ma ben presto tutti inizieranno a rendersi conto che la ragazza resuscitata è profondamente cambiata. Qualcosa di inquietante si nasconde in lei ed è causato da un effetto collaterale del siero che le ha permesso di tornare in vita: il suo cervello ora sviluppa potentissime reti neurali, le quali danno luogo a poteri telepatici e di telecinesi che portano la mente di Zoe fuori dal suo controllo.
A metà tra il thriller e il fantascientifico, The Lazarus Effect è una riflessione sui limiti dell’uomo ed il suo non volersi arrendere di fronte all’inconoscibile, una pellicola che ci farà spaventare ma anche riflettere.
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