Immaginate di infilarvi un caso in testa, indossare un paio di sci larghi come il binario di una metropolitana e di lanciarvi nel vuoto da un trampolino lungo 90 metri per atterrare, dopo diversi secondi di volo, un centinaio di metri più avanti. È il salto con gli sci, una delle discipline olimpiche più spettacolari e antiche, una vera e propria religione nei paesi scandinavi.
Dalla folta schiera di partecipanti in questa giovane – e quindi per molti versi – inesplorata disciplina, è emersa la tedesca Carina Vogt che nella prima sessione di salti è atterrata addirittura a 103 metri, sbaragliando la concorrenza.
Ma l’Italia ha anche conosciuto il dolce sorriso di Evelyn Insam, ventenne di Bressanone, che ha ottenuto un ottimo ed insperato quinto posto grazie ad un balzo “finale” di 99 metri. Il suo volo nella sera di Sochi è un’immagine di incredibile bellezza, eleganza e grazia. Un vero e proprio angelo azzurro nel cielo della cittadina sul Mar Nero. E chissà, magari la scoperta di una grande e futura campionessa.
A parte Evelyn, poche le soddisfazioni per l’Italia nella quinta giornata di gare: deludente l’undicesimo posto dopo lo short program di Stefania Berton e Ondrej Hotarek, lontanissimi dalla coppia russa Tatiana Volosazhae/Maxim Trankov nettamente primi. Solo undicesimo Federico Pellegrino nella gara sprint del fondo dominata ancora una volta dalla Norvegia. Da segnalare, il primo oro nella storia della Bielorussia con la Domracheva nel biathlon e la sconfitta del grande favorito Shaun White nella gara di snowboard specialità halfpipe vinta dallo svizzero Podladtchikov.
Photo Credit: Martin Putz