Inatteso, incredibile, inimmaginabile. Chissà come passerà alla storia questa serata surreale vissuta dalla Seleçao brasiliana nel catino di Belo Horizonte, lo storico stadio del Cruzeiro e dell’Atletico Mineiro. Mineirazo, lo hanno già chiamato parecchi quotidiani online del Brasile riecheggiando la storica disfatta del Maracanazo, incubo della nazione brasiliana dal 1950 e che l’intera torcida verdeoro pensava di spazzare via dall’immaginario collettivo nel Mondiale organizzato in casa. Ed invece di spazzato via c’è stata solo la nazionale allenata da Felipão Scolari, liquefattasi come neve al sole al cospetto di una impressionante Germania ed incappata in una sconfitta che ha il sapore della disfatta, non del tutto spiegabile nemmeno con la differenza tecnica rispetto ai panzer teutonici o con l’assenza dei due giocatori chiave della squadra, Thiago Silva e Neymar.
La Germania vola in finale e fa sprofondare il popolo brasiliano in un dramma nazionale da cui sarà difficile riprendersi e che – alcuni commentatori si sono già sbilanciati in merito – avrà ripercussioni politiche non indifferenti in un paese dove l’opinione pubblica era già divisa sull’opportunità di organizzare l’evento e le contestazioni erano state finora frenate dalle vittorie della squadra. Ora il tanto temuto Mineirazo è diventato realtà e si è concretizzato in proporzioni e con contorni assolutamente non prevedibili: in un silenzio quasi irreale dove gli stessi giocatori tedeschi non osavano esultare più di tanto, le immagini del pianto di una nazione intera hanno fatto il giro del mondo. Ahi Brasile, che batosta!
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