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Lucio Dalla: quattro anni fa scompariva il grande cantautore bolognese

La notizia arrivò improvvisa ed inaspettata, il 1° marzo 2012 ovvero, strano a dirsi, ormai quattro anni fa. Lucio Dalla, che solo poche settimane prima era riapparso dopo quarant’anni sul palcoscenico del Teatro Ariston durante il Festival di Sanremo per accompagnare il giovane Pierdavide Carone in Nanì brano di cui era co-autore, ci lasciò per un infarto mentre si trovava a Montreux, in Svizzera,  dove aveva tenuto solo la sera prima il suo ultimo concerto.


[dup_immagine align=”alignleft” id=”196914″]Quattro anni, dunque, senza la poetica ed originale musica di Dalla, un artista mai banale né nelle scelte di vita né in quelle sul palcoscenico, creativo ed originale, riconoscibile immediatamente per la sua timbrica ineguagliata ed il suo modo di porsi spesso strano ma in realtà così garbato e quasi timido a dispetto delle apparenze. Il pianoforte, il sassofono ed il clarinetto sempre al suo fianco, sempre al centro della sua notevole produzione. Insomma, Lucio Dalla era uno degli ultimi grandi della canzone italiana, di quella generazione di talenti che non a caso, con lui, furono capaci di dare vita a memorabili collaborazioni, come quelle ormai entrata nella storia della musica con Francesco De Gregori e Gianni Morandi.

Lucio e Bologna

Lucio Dalla e Bologna: un legame profondo ed mai interrotto con la sua città che lo stesso artista non aveva mai nascosto. Un legame ripagato dai bolognesi con la sentita e commessa partecipazione ai suoi funerali, nei giorni immediatamente successivi alla sua morte e che si rinnova ogni anno, come il 4 marzo 2014 – una data non banale dato che sarebbe stato il suo compleanno e che ricorda una delle più celebri e geniali canzoni dell’artista – quando è nata la Fondazione che porta il suo nome e che si occupa di conservare e divulgare la sua produzione e la sua genialità creativa bruscamente interrotta dalla sua scomparsa.

Ripercorrere in poche righe la cinquantennale carriera di uno dei mostri sacri della musica italiana è impresa ardua e che può risultare quasi inutile per la sintesi cui sarebbe costretta. Dalla è stato uno dei più innovativi personaggi del panirama canoro dello Stivale, ma anche fra i più versatili e completi, spaziando dalla canzone d’autore al jazz, contaminato da frequenti inflessioni blues e soul, con una naturalezza che solo il suo cristallino talento poteva permettergli. Tanto da arrivare alla musica classica in età matura. Per questo Dalla non è etichettabile, né riconducibile a questa o quella corrente artistica. Dalla era Dalla, e le correnti artistiche, al limite, le creava…


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Una voce inconfondibile

Caruso, Nuvolari, Piazza Grande, 4/3/1943, Se io fossi un angelo, L’anno che verrà fino ad Attenti al Lupo ed Henna. Sono solo alcuni titoli fra i grandi successi di Dalla che restano nell’immaginario collettivo, come un vero e proprio patrimonio della cultura nazionale e che lo hanno reso popolare anche all’estero. Per questo la corsa di Lucio Dalla non si è chiusa con la sua morte, ma continua nella sua musica e nel ricordo di un uomo diretto e sincero, capace di scelte difficili e forse un po’ impopolari ma anche di restare nel cuore di tutti.

Forse per questo il miglior modo per ricordarlo è riassaporare la sua voce in una delle sue più belle canzoni. Ed è con questa che vogliamo chiudere.

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Anna Invernizzi

Classe 1972, cinque figli e una vita intensa. Laureata in Economia, impiegata, scrivo per passione su tutto quello che mi interessa. In particolare creo contenuti a tema cucina e lifestyle.

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Anna Invernizzi

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