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L’eclissi di sole del 20 marzo 2015

20 marzo, ore 9.00. Appuntamento per tutti con il naso all’insù. E’ infatti in programma uno degli eventi naturali più spettacolari e meno facili da osservare fra quelli che i movimenti degli astri e dei pianeti intorno alla nostra piccola ma preziosa Terra ci regalano. Stiamo parlando dell’eclissi di sole che venerdì 20 marzo 2015 si verificherà e sarà ben visibile anche alle nostre latitudini con una copertura del disco solare assai evidente e quindi di grande suggestione scenografica. L’eclissi è un fenomeno fisico “nomale” eppure non ha mai perso nel corso della storia dell’uomo un significato simbolico notevole che ha contribuito a costruire il suo mito: “oscurare il sole” è un evento che nell’antichità si credeva legato al volere degli dei, alla loro capacità di intervenire nelle cose umane e, perfino, alla loro benevolenza o meno rispetto ad un popolo o ad un sovrano. Insomma, un fenomeno che difficilmente è passato inosservato e che non ha mai mancato di interrogare il cuore dell’uomo.


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Un “effetto ottico”

Oggi, ovviamente, il meccanismo astronomico che porta all’eclissi è ben conosciuto e, tutto sommato, si è rivelato perfino semplice. E’ la Luna che, nel corso del suo vagare nello spazio intorno al nostro pianeta, si va a frapporre in particolari frangenti fra la Terra stessa ed il Sole, regalando un “effetto ottico” – la cui “completezza” dipendente dalla prospettiva del punto di osservazione di chi guarda – che finisce per oscurare il disco solare. A noi pare ormai una conclusione ovvia, ma tale scoperta è frutto di secoli di ricerche, osservazioni e congetture confermate definitivamente solo da poche centinaia di anni. C’è subito da dire che quella che ci apprestiamo a vedere non sarà una eclissi “totale”, nel senso che dalla prospettiva del nostro Stivale, un osservatore potrà vedere coperto il Sole per una percentuale oscillante fra il 65% ed il 50% della sua superficie, a seconda che sia nelle regioni del nord e mano a mano che si scende verso il sud. Il punto di vista privilegiato sarà l’Artico, da dove l’eclissi raggiungerà una percentuale di copertura pari al 95%, configurandosi quindi come quasi totale.

Le famiglie delle eclissi

[dup_immagine align=”alignright” id=”163587″]Le eclissi solari non sono eventi “singoli”, ma per loro natura ricorrenti, dal momento che la posizione relativa degli astri che ne sono al centro –  Sole, Terra, Luna – ritorna periodicamente nella medesima congiunzione causando il fenomeno. Per questo le eclissi sono raggruppate in “famiglie”, ovvero in gruppi di eventi simili per cause e congiunzioni, nonché in genere per durata e percentuale della copertura del Sole. Quella del 20 marzo, in particolare, appartiene ad un particolare gruppo che si chiama Saros 120, che ha una ricorsività di circa 18 anni ed una “storia” molto lunga, se è vero che la prima occorrenza osservata e documentata risale al 1069. La visualizzazione dell’eclisse è possibile, evidentemente anche ad occhio nudo, anche se viene percepita in tutta la sua “potenza” solo nel momento dell’effettivo oscuramento del cielo. In realtà si tratta di un processo molto più lento e lungo: l’avvicinamento della Luna al disco solare non è percepito come un “disco nero” come nell’immaginario collettivo è convinzione consolidata, ma si vede come un riflesso azzurro del “bordo” del sole fino a quando l’oscuramento diventa totale. Per apprezzare meglio tutto il fenomeno e per proteggere gli occhi da possibili danni che una osservazione prolungata può portare, è buona norma quella di munirsi di  appositi occhiali filtrati.

No ai selfie con l’eclissi

Se vi fosse venuta la brillante idea di farvi un selfie con l’originale sfondo dell’eclissi, meglio abbandonare questo pensiero fin da subito. Gli oculisti hanno già allertato circa i rischi di una scelta simile: bisogna evitare assolutamente questo tipo di pratica e la questione non va assolutamente presa sotto gamba: il rischio è quello di auto-condannarsi alla cecità permanente. In questo caso, quindi, meglio mettere da parte l’ego narcisistico e limitarsi alla contemplazione del fenomeno. Anche se non lo documenterete con il vostro scatto, di sicuro preserverete la vostra salute e potrete sempre godere del piacevole ricordo dell’esperienza.

Anna Invernizzi

Classe 1972, cinque figli e una vita intensa. Laureata in Economia, impiegata, scrivo per passione su tutto quello che mi interessa. In particolare creo contenuti a tema cucina e lifestyle.

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Anna Invernizzi

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