Portare lo stipendio minimo dei propri dipendenti a 70mila dollari all’anno riducendo il proprio del 93%, allineandolo alla soglia minima degli altri lavoratori. Così Dan Price, fondatore e amministratore delegato della Gravity Payments, azienda leader nello stato di Washington per servizi legati ai pagamenti con carte di credito e trasferimento di denaro, ha annunciato ai propri dipendenti che, dal 2018 riceverà lo stesso stipendio di centralinisti, nuovi assunti o impiegati semplici. “Il costo della vita a Seattle, dove ha sede l’azienda – dice Price – è aumentato parecchio negli ultimi dieci anni. Per questo ho preso questa decisione, il mio stipendio da un milione di dollari all’anno era sproporzionato”.
Sorpresi i 70 dipendenti, che vedranno crescere il proprio stipendio fino a dicembre 2017, quando tutti saranno allineati a un minimo di 70mila dollari all’anno. Il progetto di Price, infatti, prevede che i salari sotto i 50mila dollari crescano 5mila euro all’anno, fino a raggiungere la nuova soglia minima entro il 2018. Una scelta, quella del giovane imprenditore che tiene conto anche degli equilibri economici dell’azienda. È per questo che gran parte di questa rivoluzione sarà finanziata con i ricavi dal taglio di stipendio del ceo: “Il mio salario era sproporzionato – ha detto – vivo con molto meno di un milione di dollari. Quella, però, è la spesa che avrebbe dovuto affrontare l’azienda per sostituirmi. Se dovesse succedermi qualcosa, voglio che l’azienda mantenga delle spese sostenibili”. Price ha fatto sapere inoltre che il suo stipendio non subirà aumenti fino a quando i profitti dell’azienda, che hanno raggiunto i 2,2 milioni di dollari nell’ultimo anno, torneranno a salire.
La redistribuzione della ricchezza è un concetto caro a Price fin da quando, a 19 anni, ha fondato la start-up che lo ha portato al successo: nei primi cinque anni di attività, il giovane imprenditore aveva uno stipendio inferiore a quello dei dipendenti senior che ricevevano fino a 24mila dollari all’anno. Poi l’azienda è cresciuta e con essa anche i fatturati. Lui è stato più volte nominato imprenditore dell’anno da diverse riviste di settore ed è stato ricevuto anche dal presidente Barack Obama che si è voluto complimentare per le grandi doti imprenditoriali dimostrate.
Cresciuto nel rurale Idaho, la racconta così: “Mio padre mi chiederebbe: Quanto vale la tua integrità? E risponderebbe: Non c’è prezzo. È ciò che mi ha inculcato fin da quando ero piccolo”. “Dovrò vendere la mia casa”, ha aggiunto, senza rimpianti, certo che la sua mossa migliorerà la qualità della sua forza lavoro e farà crescere gli introiti della sua azienda. “Per me, una volta che sai qual è la cosa giusta da fare, ed è qualcosa di cui beneficeranno tutti, diventa un imperativo morale farla”.
E mentre la sua decisione fa discutere gli Stati Uniti e non solo, ora tutti vogliono lavorare per Dan Price: il suo ufficio è inondato di curricula. Sono arrivate oltre 3.500 domande per due posti nel reparto contabilità. E fioccano pure i nuovi clienti. Una formula di successo, che, speriamo, qualcuno seguirà.
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