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Il 2 giugno è di domenica: è festività non goduta?

Sì il 2019, che è stato un anno generoso tra ponti e festività nel periodo di Pasqua, non è altrettanto favorevole per la Festa della Repubblica del 2 giugno, che cade di domenica.

Per coloro che erano abituati a staccare grazie a questa festa un giorno in settimana o allungare il weekend con un amato ponte, quindi, la cosa è per il 2019 archiviata. Lamentele a parte e parlando di incassi, se per i poveri liberi professionisti la cosa non fa alcuna distinzione e alcuni dovranno magari anche portare avanti progetti e lavori anche di domenica, per i dipendenti viene fatto un ragionamento in busta paga in termini tecnici di festività non goduta. Quali sono quindi le ripercussioni in termini economici per chi ha un contratto da lavoratore dipendente? Scopriamo i vari dettagli.

Come funziona il pagamento di una festività non goduta?

Con la definizione di festività non goduta, indicata in busta paga in alcuni mesi dell’anno, si fa riferimento a quei giorni di festa che cadono durante giornate festive (come appunto la domenica) o non lavorative (come il sabato) per le quali di conseguenza il dipendente non gode di un riposto extra.

Come è chiaro, quando una festività cade in un giorno feriale il lavoratore ne gode astenendosi completamente dall’attività lavorativa di diritto, percependo la normale retribuzione in busta paga come se avesse lavorato. Secondo la normativa al lavoratore spetta un giorno di permesso in più se la festività cade di sabato (per i dipendenti impiegati cinque giorni a settimana, dal lunedì al venerdì) e se la festività cade quando questa coincide col giorno di riposo del lavoratore ( che può essere infrasettimanale in molti casi).

Cosa succede se la festività non goduta cade di domenica?

Il discorso invece cambia se la festività non goduta coincide con la giornata della domenica: in questo caso ci sono infatti delle ripercussioni sullo stipendio visto che il giorno di festa viene considerato come lavorato; per la festività non goduta si aggiunge quindi in busta paga al normale stipendio un’ulteriore quota pari a 1/5 dell’orario settimanale di impiego, che diventa 1/6 per i dipendenti impiegati sei giorni a settimana.

Alcune feste fanno eccezione

Premessi i discorsi di cui sopra, ci sono feste nazionali che vengono pagate sempre, al di là del giorno del calendario in cui cadono; queste sono le tre principali del nostro Paese: la Festa di Liberazione del 25 aprile, la Festa dei lavoratori del 1 maggio e la Festa della Repubblica del 2 giugno. Una buona notizia insomma che ripaga del fatto che quest’anno la festività del mese di giugno cada proprio di domenica, privando i più di un giorno extra di riposo. Non ci resta che aspettare il 2020 per ritrovarci la festività del 2 giugno di lunedì.

Eleonora Tosco

Giornalista e media relations specialist con esperienza. La scrittura è una delle mie passioni e su Unadonna scrivo di lifestyle.

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Eleonora Tosco

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