Sono considerati bambini soldato tutte le persone sotto i 18 anni coinvolte in qualsiasi termine in un gruppo armato.
Quando pensiamo ai bambini la prima cosa che viene in mente è la spensieratezza, le risa e gli sguardi dolci e pieni di sorpresa: pensarli diversamente da così è impossibile.
Proprio per questo è follia immaginarli che imbracciano un’arma con lo sguardo vuoto di chi non ha più niente da perdere. Nonostante lo Statuto della Corte penale internazionale (1998) ponga come crimine di guerra l’arruolamento di bambini sotto i 15 anni in forze armate nazionali e il loro utilizzo nella partecipazione attiva alle ostilità in qualsiasi conflitto, questa realtà inaccettabile non sembra però in crisi. Chi sono questi bambini e qual è la loro vita? Ecco alcune informazioni per saperne di più.
Sono qualche centinaio di migliaia i bambini coinvolti in conflitti che hanno luogo in particolare in Africa ed Asia, oltre alla sudamericana Colombia. Questi sono secondo i dati dell’Unicef, alcuni dei paesi coinvolti: Sierra Leone, Sri Lanka, Burundi, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Sudan ed altri ancora.
I bambini reclutati sia negli eserciti governativi che nelle forze di opposizione, sono prevalentemente adolescenti ma secondo alcuni dati sembra che ci sia la tendenza verso un abbassamento dell’età. Il maggior numero di armi ad oggi esistenti automatiche e leggere fa sì che queste siano facilmente maneggevoli anche per i più piccoli.
La Convenzione n. 182 dell‘OIL – Organizzazione internazionale del lavoro, approvata nel 1999, definisce il reclutamento forzato e obbligatorio di bambini una delle “peggiori forme di lavoro minorile” e, ovviamente, lo vieta. Nonostante tale convenzione, questi bambini possono avere le responsabilità più disparate nelle fila dell’esercito. Possono essere usati come portamunizioni, cuochi, facchini, combattenti, spie, comprese anche le bambine, spesso usate a fini sessuali e coinvolte in matrimoni forzati.
I bambini possono unirsi a queste forze armate forzatamente o in modo spontaneo: spesso la fame e la povertà li spingono verso questa strada. I “signori della guerra” sfruttano il loro essere bambini; data la giovanissima età sono facilmente manipolabili e sono per natura più incoscienti del pericolo. Nonostante l’impegno di Unicef e di altre realtà simili per un’assistenza costante a questi bambini il recupero è molto difficoltoso. Come immaginabile purtroppo, riappropriarsi della propria vita è davvero difficile, sia psicologicamente che socialmente.
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