E' una giuria di altissima qualità e ultra glamour quella del 68° Festival di Cannes
Con la proiezione del film fuori concorso La tête haut di Emmanuelle Bercot interpretato dalla diva francese per eccellenza Catherine Deneuve, il 13 maggio è iniziato il 68° Festival di Cannes.
Un’edizione all’insegna del glamour, con Ingrid Bergman “madrina” della kermesse e volto del poster ufficiale e una giuria che alla qualità mescola una buona dose di fascino e seduzione.
A fianco dei presidenti Joel ed Ethan Coen ci sono infatti le attrici Sienna Miller, Sophie Marceau e Rossy de Palma, la cantante Rokia Traoré, il “bello e normale” Jake Gyllenhaal, il regista Guillermo del Toro e l’enfant prodige Xavier Dolan.
Irriverenti, politically scorrect, sopra le righe, ma soprattutto geniali, i fratelli americani Joel ed Ethan Coen sono i presidenti della giuria del Festival di Cannes 2015.
Vincitori di quattro premi Oscar (Migliore sceneggiatura originale per Fargo e Miglior film, Miglior regista e Migliore sceneggiatura non originale per Non è un paese per vecchi), autori in perfetto equilibrio tra pellicole d’autore e di genere, sono la variabile imprevedibile dell’ingessato e parecchio autoreferenziale mondo di Cannes.
Un esempio? Benché produttori esecutivi della pluripremiata serie tv Fargo, ispirata – ça va sans dire – all’omonimo film che li ha fatti conoscere al grande pubblico, i due durante la cerimonia di apertura hanno dichiarato di non amare la televisione ed Ethan ha detto: “E’ una cosa che è mi del tutto estranea. Non la guardo da anni“.
Affascinanti, sensuali, intelligenti e per nulla scontate, le donne della giuria del 68° Festival di Cannes garantiscono una pluralità di esperienza e pensiero che – almeno sulla carta – sembra voler segnare un rinnovamento nelle dinamiche del conocorso.
A rappresentare la Francia è Sophie Marceau, la cui bellezza acerba de Il tempo delle Mele è oggi fascino compiuto. Attrice prolifica – tra film d’autore, blockbuster e flop più o meno dichiarati – oltre che regista, sceneggiatrice e scrittrice, è stata testimonial di Guerlain ed è la madrina di Arc-en-ciel, un’associazione che realizza i sogni dei bambini malati.
Per gli States in giuria siede invece Sienna Miller. Famosa per la turbolenta love story con Jude Law, l’attrice newyorkese in realtà è un’interprete quotata, il cui talento è emerso definitivamente in The Girl – La diva di Hitchcock, film per il quale ha ottenuto una nomination ai Golden Globe e ai BAFTA. Nel 2014 è stata anche protagonista del controverso American Sniper di Clint Eastwood.
Una delle attrici feticcio di Pedro Almodòvar, Rossy de Palma, è invece la voce della Spagna sulla Croisette. Interprete di La legge del desiderio, Donne sull’orlo di una crisi di nervi, Légami!, Kika – Un corpo in prestito, Rossy è anche cantante e modella e ha lavorato per Louis Vuitton, Jean-Paul Gaultier e Missoni.
A completare le “quote rosa”, infine, è la cantante del Mali Rokia Traoré. Bella in modo non convenzionale, talentuosa, autrice di una musica che mescola influenze diverse, regalando suggestioni malinconiche e romantiche e allo stesso tempo facendosi portavoce di importanti temi sociali, Rokia ha accettato l’invito a sedere in giuria a Cannes spiegando: “Per me, un buon film è un film al termine del quale si sente di avere imparato qualcosa. E’ come una bella canzone. Come un bello spettacolo teatrale“.
E’ davvero eterogenea la giuria del 68° Festival di Cannes e a confermarlo – una volta di più – sono gli uomini chiamati ad affiancare i due presidenti Joel ed Ethan Coen.
Tra i nomi spicca senza dubbio quello di Jake Gyllenhaal. Diventato noto al grande pubblico con l’onirico Donnie Darko ed “esploso” con I segreti di Brokeback Mountain, l’attore hollywoodiano è fresco del successo di critica e pubblico per la sua interpretazione in Lo sciacallo – Nightcrawler e – stando agli ultimi rumors – di “innamoramento”. Dopo mesi di rumors (e smentite), infatti, Jake sarebbe uscito allo scoperto – il condizionale è d’obbligo – baciando in pubblico la collega Ruth Wilson. E dire che lei appena poche settimane fa aveva dichiarato di avere un “rapporto fraterno” con il protagonista del testosteronico Billy “The Great” Hope di Southpaw.
Meno famoso – per il momento – di Jake Gyllenhaal, ma non per questo da sottovalutare, il regista e attore canadese Xavier Dolan. Enfant prodige del cinema, lo scorso anno ha vinto proprio a Cannes il Premio speciale della giuria con Mommy, girato alla “tenera” età di 25 anni, dopo che l’esordio assoluto è avvenuto a 19.
A chiudere il gruppo degli uomini, infine, è il talentuoso, visionario ed eccentrico Guillermo del Toro, regista di film come Mimic, Il Labirinto del Fauno, Blade II e della saga di Hellboy, che lo hanno traghettato fino al blockbuster Pacific Rim.
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