31 maggio, Giornata senza tabacco

Cresce a sorpresa il numero delle fumatrici anche se le conseguenze negative sulla salute sono maggiori rispetto agli uomini. Ecco le malattie in agguato

30/05/2014

Un giorno senza fumare. Un giorno solo su 365 sembra ben poca cosa, ma per chi fuma può essere un’impresa titanica perché ci vuole proprio poco a diventare dipendenti dal tabacco: per vedere il primo sintomo di dipendenza e di astinenza bastano, secondo lo studio DANDY-1 (Development and Assessment of Nicotine Dependence in Youth), solo 4 giorni di consumo al mese e 8 sigarette, sempre al mese. Secondo un altro studio comparativo firmato dai ricercatori Anthony JC, Warner AL, Kessler RC, il tabacco è la sostanza che crea più dipendenza: il 32% di chi lo sperimenta una volta nella vita ne diventa schiavo, mentre le “quote” di dipendenza da eroina, cocaina e alcool sono rispettivamente del 23, del 17 e del 15%, quindi nettamente inferiori. E la dipendenza è tale che chi fuma spesso continua a farlo anche quando ha già sperimentato su di sé o sui suoi cari le pesanti conseguenze sulla salute e sui rapporti sociali.


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Ecco quindi che ogni anno, il 31 maggio, in tutto il mondo si celebra la Giornata senza tabacco, sottolineando di volta in volta una caratteristica della lotta al fumo: quest’anno l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, pone l’accento sull’aumento della tassazione dei prodotti tabacchiferi per disincentivarne il consumo.

Il rischio-sigaretta è sempre più rosa

Sigari, sigarette, trinciati: il loro consumo in Italia sta diminuendo, soprattutto grazie alla cosiddetta “legge Sirchia” dal nome del ministro della Salute – per l’appunto un medico – che nel 2003 si battè per l’introduzione del divieto di fumo negli uffici e nei locali pubblici, ma sta diventando un problema “sempre più rosa”. La maggioranza dei fumatori in Italia è ancora maschile, ma l’impennata del numero delle donne fumatrici – che in un solo anno, secondo i dati dell’indagine Doxa presentata a Roma il 30 maggio 2014 nel corso di un convengo organizzato dall’Istituto Superiore della Sanità, toccano quota 18,9% registrando un incremento del 3,9 contro una diminuzione dello 0,8 degli uomini – fa pensare, anche perché sono quelle che rischiano di più. I dati di un recente studio su larga scala condotto dal dottor Michael Thun, vice presidente della American Cancer Society, fa raggelare: tra le donne fumatrici il rischio di morte o di cancro al polmone nel 1960 era 2,7 volte superiore a quello dei fumatori ma ad oggi era più che decuplicato arrivando ad essere pari a 25,7 volte.


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Qualche dato per riflettere: nel 2010 in Italia sono stati attribuiti al fumo circa 71.500 decessi, pari al 12,5% della mortalità totale; di questi, circa 26mila per tumori al polmone, 10mila per altri tumori maligni, quasi 20mila per malattie cardiovascolari e intorno ai 16mila per malattie respiratorie non tumorali. Ma conteggiare i morti non basta, le conseguenze negative sulla salute si sentono da prima, per molti anni, e le donne sono quelle che pagano il dazio più alto: oltre ai normali rischi di tumori ai polmoni, di malattie croniche broncopolmonari, di gravi disturbi cardiovascolari, le donne fumatrici sono più esposte a squilibri ormonali, all’osteoporosi e ai tumori alla cervice. Vediamo perché.

Le malattie bersaglio

[dup_immagine align=”alignright” id=”114685″]Disturbi ormonali.

Il fumo produce un calo di estrogeni, il che causa disturbi del ciclo mestruale e può provocare una menopausa anticipata.

Osteoporosi. La nicotina è un vasocostrittore e quindi contribuisce a ridurre notevolmente l’apporto di sostanze nutritive alle ossa mentre altre sostanze contenute nel tabacco favoriscono la distruzione del tessuto osseo. Una combinazione di fattori che aumenta considerevolmente il rischio di osteoporosi, soprattutto se si è iniziato a fumare da giovani, e ne anticipa l’insorgere, anche prima della menopausa.

Tumore alla cervice. La neoplasia al collo dell’utero può essere causata da un’infezione da papillomavirus, dalla quale di norma di guarisce spontaneamente. In chi fuma, però, le possibilità di tale guarigione spontanea si riducono e di conseguenza aumenta il rischio sviluppare un tumore.


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Pillola anticoncezionale. L’accoppiata fumo e anticoncezionali orali è assolutamente da evitare. Le donne fumatrici che assumono la pillola vedono aumentare il rischio di trombosi, infarto cardiaco, ictus.

Gravidanza e allattamentoSe non riuscite a rimanere incinta, sappiate che può dipendere da quella sigaretta dalla quale non potete fare a meno. Il fumo ha infatti conseguenze sulla fertilità (anche di quella maschile!) e il concepimento è più difficoltoso per le nicotina-dipendenti. Se poi riuscite a rimanere incinta, ricordatevi che il fumo sottrae ossigeno al vostro piccolo al quale arriva invece del monossido di carbonio. Aumenta quindi il rischio di aborti e di nascite premature o sottopeso, e i bambini potranno sviluppare da subito malattie croniche dell’apparato respiratorio ed essere maggior predisposti alle allergie. Inoltre ricordatevi che tutte le sostanze dannose del fumo passano nel latte materno, sempreché riusciate a produrlo visto che il consumo di tabacco ostacola anche la lattazione.

Denti e pelle. Non è una questione estetica. Il fumo danneggia denti e gengive minando la salute del cavo orale e deteriora la pelle di tutto il corpo, non solo delle dita o del contorno bocca, invecchiandola precocemente. Se volete sorridere e avere una pelle giovane, smettete di fumare.