L’utilizzo di stupefacenti e di alcool da parte dei giovani è una pratica assai pericolosa e purtroppo diffusa contro la quale le diverse campagne portate avanti nel corso degli ultimi anni non sembrano avere effetti. Sorprendente? Forse, dato che negli ultimi tempi il problema è oggettivamente un po’ passato in secondo piano, a giudicare almeno dallo scarso spazio che trova nei mass media; ma in realtà esiste ed è difficile, in una società coma la nostra che propone poco o nulla, avere grandi argomenti per “convincere” un ragazzo a non drogarsi, se non un vago senso civico ed un concetto di “bene” così relativo ed annacquato da non convincere. Ecco dunque che i dati pubblicati il 3 maggio dal dipartimento di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari dell’ICF-CNR di Pisa non sono certo incoraggianti: il consumo di sostanze stupefacenti di vario genere presso gli adolescenti è sostanzialmente stabile rispetto agli anni scorsi, conoscendo, anzi, un lieve aumento.
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La ricerca condotta costituisce la “sezione” italiana di Espad (European School Survey on Alcohol and other Drugs), è giunta ormai alla quindicesima edizione e ha scelto come campione 45.000 studenti che frequentano le medie superiori dislocati in 516 istituti sparsi per tutto il nostro paese. Ebbene, già il primo dato della ricerca colpisce decisamente: proiettato sulla popolazione scolastica di 2,5 milioni di ragazzi fra i 14 e i 19 anni, si evidenzia come oltre 500.000 di essi abbia consumato cannabis almeno una volta, precisamente il 28,1%, di cui oltre il 22% lo ha fatto nell’ultimi dodici mesi. Con questo risultato l’Italia, pur rimanendo lontano dagli incredibili picchi raggiunti ad esempio in Repubblica Ceca – oltre il 42% – o anche in Francia – circa il 39% – si attesta comunque nettamente al di sopra della media europea del 17%. In più quanto emerso fa registrare un seppur leggero incremento rispetto allo scorsa edizione della ricerca, dove i consumatori di cannabis adolescenti si erano “fermati” al 27,5%. Come per tutte le sostanze stupefacenti, il consumo è nettamente più diffuso fra i maschi che fra le femmine; mediamente la prima esperienza è avvenuta a 15 anni e per il 31% di coloro che dichiarano l’uso di cannabis, la cosa è avvenuta più di venti volte nell’ultimo anno.
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Un’ultima annotazione sottolineata dagli esperti del CNR è la diffusione “territoriale” del fenomeno. L’incremento nel consumo di stupefacenti degli ultimi anni, dopo una lenta ma costante diminuzione registrata fino al 2008 , è soprattutto dovuto ai numeri relativi alle zone del Mezzogiorno: regioni come Calabria e Sardegna sono indubbiamente le più interessate dal fenomeno. Una interessante sezione della ricerca è invece dedicata al consumo di alcool che in Italia assume numeri che pongono il nostro paese in cima a tutte le classifiche mondiali. L’88,6% dei ragazzi intervistati ha bevuto alcool ed il 64,7% lo ha fatto nell’ultimo mese: va precisato che tale dato non è di per sé preoccupante, anche per la stessa “stoffa” culturale dell’Italia che ha nel buon bere un suo tradizionale caposaldo. Più allarmanti sono invece i dati che rivelano come sia sempre più popolare fra i ragazzi il “Binge drinking”, ovvero la ricerca della ubriacatura attraverso almeno cinque bevute in una sola serata: il 31,1% dichiara di praticarlo e, caso in decisa controtendenza rispetto alle droghe, sono più le ragazze che i ragazzi a ricorrervi. Attenzione anche alle bevande energetiche, anch’esse in larga espansione: esse, seppur analcoliche, contengono sostanze stimolanti e la ricerca rivela chiaramente come chi le utilizza finisce per abusare di alcool più del doppio di chi non le consuma.
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