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Il prossimo 16 Maggio, e fino al 18 Luglio 2013, verrà inaugurata presso il Castello Arte di Milano una mostra di Damien Hirst “Go Through”- Passaggi e Trasformazioni.
Francesco Vitali, noto regista e light designer, con la sua sensibilità, crea un percorso espositivo inedito e ad alto coinvolgimento.
Il percorso volge tra teschi evocativi, con soste tra spot paintings e seduzioni rese tali dall’uso di finiture in polvere di diamante, si procede, poi, con le illusioni procurate dagli armadietti di medicinali e le metamorfosi, prima il buio ad evocare i momenti di introspezione, poi, la luce a significare l’azione vitale e racchiudere, così, l’esistenza di ciascun essere umano.
La mostra si avvarrà di 19 pezzi: acqueforti acquetinte, serigrafie semplici ed altre impreziosite da polvere di diamante, due di questi pezzi appaiono in pubblico per la prima volta.
Elisa Ajelli, art director e curatrice della galleria, nell’allestimento dell’esposizione, ha posto l’accento sulla teatralità presente nella poetica dell’artista.
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Damien Hirst è un artista inglese appartenente alla categoria degli NBA (New British Artists), la sua arte muove dalla collezione di opere di giovani emergenti e maestri che lo hanno ispirato, tra cui Francis Bacon, Pablo Picasso, Alberto Giacometti, Andy Warhol.
Una delle idee che lo ha reso famoso è lo Spot Painting “quadro a pallini”, si tratta di una tela composta da tanti punti ordinati in righe e colonne su una superficie bianca. Hirst non mette mano all’opera finita, la firma soltanto e dice ai suoi assistenti i colori da impiegare.
Tra le opere più celebri compaiono “L’impossibilità fisica della morte nella mente di un vivo” e “Per l’amor di Dio”. Il primo è uno squalo di 4 metri e mezzo “imbalsamato” nella formaldedide, il secondo un teschio umano fuso in platino ed impreziosito da 8.601 diamanti.
Un’altra opera d’arte è una creazione viva in senso letterale: una serie di farfalle lasciate libere di volare in due stanze senza finestre.
La morte è la vera ma non unica ossessione di Damien Hirst. Sono stati mille i modi in cui ha interpretato il tema memento morti: carcasse ricoperte di larve, teschi, montagnole di cicche di sigarette, animali in formaldeide, molta della sua ispirazione la si deve a Picasso e alla sua opera “Nature Morte au Crane et Pot”.
Nella “MurderMe Collection”, presentata a Torino e per la prima volta in Italia, lo scorso Marzo 2013, il fil rouge è sempre l’ossessione, insieme al fascino, che la morte evoca.
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