Molti ritengono che si tratti del più grande drammaturgo della cultura occidentale, certamente è considerato il maggiore poeta ed autore letterario dell’intero panorama anglosassone. Si tratta di William Shakespeare, il genio di Stratford, un nome capace ancora di infiammare milioni di appassionati benché ormai siano trascorsi esattamente 400 anni dalla sua morte, il 23 aprile 1616.
Una data ed un anniversario che sono stati celebrati in mezzo mondo con un fiorire di iniziative, di riletture delle sue opere, di mostre ed installazioni a lui dedicate e, naturalmente, dall’immancabile Doodle comparso puntuale sulla pagina iniziale del più noto motore di ricerca del mondo. Un uomo davvero singolare, genio eccelso capace di mettere in scena – ma forse sarebbe meglio dire “mettere a nudo” – tutti i più profondi sentimenti umani, dalla rabbia alla tenerezza, dall’odio all’amore, dalle più turpi e bieche pieghe dell’animo umano a quelle più alte ed elevate. Insomma, un uomo capace di scavare in se stesso – e quindi anche negli altri – con una profondità che veniva poi esaltata dal suo sconfinato talento creativo. Per questo, dopo secoli, William Shakespeare è ancora considerato il migliore…
Shakespeare in Love
Celebrato da migliaia di scritti, fonte di ispirazione per alcuni dei più grandi musicisti, cineasti e registi del mondo, portato sul grande schermo non solo attraverso la trasposizione delle sue opere ma anche con quel romanzesco racconto della sua vita – sebbene assai poco aderente alla realtà – che fu Shakespeare in Love, capolavoro cinematografico vincitore di sette Oscar nel 1998 e nel quale i panni dell’autore di Hamlet, Macbeth e Romeo and Juliet furono vestiti da Joseph Fiennes che si innamorava di una incantevole Gwyneth Paltrow: William Shakespeare è in realtà un uomo misterioso e complesso, la cui profondità era almeno pari alla riservatezza.
La sua vita è per certi versi un vero rompicapo che nemmeno studiosi e storici sono riusciti del tutto a districare, tanto che nella biografia ufficiale esistono i cosiddetti “anni perduti”, un periodo della sua vita di cui non si sa quasi nulla e che finirà solo con la sua repentina ed un po’ misteriosa comparsa sulle scene teatrali inglesi nel 1592, bagnate subito da strepitosi successi.
Indagati nel profondo
Insomma, un talento eclettico con non smette di esercitare il suo fascino magnetico non soltanto sugli appassionati di teatro. Perché leggendo o assistendo ad un’opera di Shakespeare si ha sempre la sensazione di essere “letti” nell’intimo, nella propria natura umana. E per questo si è attirati ed incuriositi. È questo il vero segno della sua grandezza.