Ci sono fatti che la storia e il ricordo delle persone cerca di cancellare, censurare, dimenticare forse per esorcizzarne l’orrore, per nascondere le ferite o semplicemente per evitare di guardare quei fatti dritto negli occhi e doverci fare i conti. E invece, assai spesso – anzi, forse sempre – questi fatti vanno ricordati, tramandati alle nuove generazioni, resi parte integrante della cultura del mondo perché possono insegnare moltissimo con il loro carico di dolore. Perché mai più si ripetano nella storia. Ecco perché di fronte all’immensa tragedia dell’Olocausto del popolo ebraico perpetrato dal regime nazista follemente guidato da Adolf Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, un uomo non può dimenticare o fare finta di nulla. Portarne il ricordo significa ricordare a quali abissi l’uomo può arrivare. Ma anche come ne può incredibilmente rinascere.
Ecco perché il 27 gennaio si celebra in tutto il mondo, e anche in Italia, la “Giornata della Memoria”, istituita dall’ONU nel 2005. Un giorno per ricordare la Shoah – lo “sterminio”, letteralmente – una delle pagine più buie e tristi della storia dell’umanità. Così vicina a noi nel tempo e nello spazio.
La liberazione di Auschwitz
Una giornata per non dimenticare
Non a caso nella formula istitutiva della Giornata della Memoria scelta dal nostro Parlamento, viene richiamata in modo particolare l’importanza di ricordare questa pagina nera della storia in ambito educativo e scolastico “in ogni ordine e grado”. Ricordare infatti è doloroso, ma è indispensabile per costruire il futuro. Ed è altrettanto indispensabile che i giovani sappiano quanto è accaduto, tocchino con mano di cosa è capace l’uomo, se ne rendano conto e, forti di tali esperienze, crescano con la voglia di essere migliori di quanto non siano stati i loro padri. Per questo la Shoah non può essere un fatto “del popolo ebraico”, ma è in un certo senso patrimonio di tutti. Perché il mondo dimentica in fretta. E fatica ad imparare dai propri errori, come altri grandi e assurdi genocidi, prima e dopo la Guerra, ci hanno tristemente testimoniato. Per questo non bisogna dimenticare. E fissare negli occhi quei volti perduti nelle tenebre dell’odio e nella cecità delle ideologie che ci insegnano più di qualunque lezione sulla storia.
Photo Credit: Pikiwiki Israel, Berthold Werner