Philippe Petit: chi è il funambolo delle torri gemelle

La storia di Philippe Petit, il funambolo francese che negli anni Settanta diventò famoso per aver compiuto la traversata delle Torri Gemelle su un cavo sospeso.

18/06/2020

Il 7 agosto 1974 Philippe Petit compì la famosa traversata delle Torri Gemelle sospeso a 400 metri d’altezza, camminando su un semplice cavo. All’impresa del funambolo francese seguì qualche anno più tardi il libro Toccare le nuvole, scritto dallo stesso Petit. Arrivò poi il documentario Man on Wire, datato al 2008 e vincitore di un Oscar. Infine, nel 2015 le sale cinematografiche proiettarono la pellicola The Walk, del celebre regista Robert Zemeckis (lo stesso di Cast Away, Flight, Forrest Gump e Ritorno al futuro). Ma chi è Philippe Petit? A seguire un breve approfondimento sulla figura dell’artista francese e la storia dell’impresa che lo ha reso famoso in tutto il mondo tanto da ispirare documentari e film anche a distanza di quasi mezzo secolo.

Biografia di Philippe Petit

Philippe Petit nasce nel 1949 a Nemours, centro abitato situato a sud di Parigi, da una famiglia piccolo borghese. Da giovanissimo inizia ad interessarsi della magia, imparando divertenti trucchi di prestidigitazione. Di lì a poco comincia anche l’attività di giocoliere, trasferendo il suo sapere durante le esibizioni in strada sempre più frequenti. Il piccolo Petit nutre la passione per l’arte avvicinandosi anche al teatro, la scultura e la pittura, con alcune divagazione sull’equitazione e la scherma. Durante la fase dell’adolescienza si innamora del funambolismo, tanto che diventa la passione della sua vita.

In poco tempo, Philippe Petit riesce ad eseguire tutti gli esercizi che un funambolo può fare su una fune. Nel frattempo, il rapporto con la scuola non è esattamente dei migliore. Infatti, l’allora giovane Philippe si fa cacciare da ben cinque istituti scolastici, macchiandosi di colpe quali furti ai professori, rifiuto di sostenere le interrogazioni o compiti in classe, oltre a giocare a carte. Noncurante del pensiero degli altri, Philippe Petit rinuncia a una vita tranquilla in quel di Nemours per girare il mondo come artista di strada.

Arrestato più di 500 volte

Lasciando Nemours, Philippe Petit rinuncia anche a qualsiasi forma di retribuzione mensile garantita. Questo però, secondo quanto riferito da lui stesso in un’intervista al quotidiano francese Le Figaro, non ha alcuna correlazione con gli innumerevoli furti messi a segno in quegli anni. Dalle parole pronunciate dal celeberrimo funambolo, per lui rubare è sempre stata come una forma d’arte, non nutrendo alcun interesse per la refurtiva (puntualmente sempre restituita al termine del furto).

I veri problemi con la giustizia Petit li ha avuti per l’amore nei confronti del funambolismo, tanto da essere arrestato in più di 500 occasioni. L’amore che Philippe nutre per la fune lo porta ad affermare che il funambulismo è una metafora della vita: il primo passo sulla fune rappresenta la nascita, i passi successivi costituiscono la crescita, il passo di lato invece identifica la morte. A Le Figaro, l’uomo che ha ispirato la pellicola The Walk conclude il suo pensiero associando il funambolo a una figura mistica.

La prima esibizione di Philippe Petit come funambolo

È il 1971 quando Philippe Petit si mostra alla Francia e ai francesi nella sua essenza di funambolo. All’età di 22 anni sceglie come teatro per la sua prima esibizione la cattedrale di Notre Dame, camminando sospeso nel vuoto su una corda tesa tra i due campanili dell’edificio religioso. Terminato lo show di fronte a centinaia di persone incuriosite, ecco arrivare puntuale l’arresto da parte della gendarmeria francese. Vedendo l’interesse crescente nei confronti delle sue esibizioni, Petit ci prende gusto e stavolta vola in Australia, più precisamente a Sydney. Dopo la cattedrale di Notre Dame, la sua scelta ricade sul famoso Harbor Bridge, dove cammina su una corda posta tra i piloni del ponte. Come successo in occasione della prima esibizione in Francia, anche in Australia lo spettacolo del funambolo transalpino viene seguito con grande trepidazione da una nutrita folla di persone.

La traversata delle Torri Gemelle di New York

Philippe Petit raggiunge l’apice della sua fama il 7 agosto del 1974, quando compie quella che ad oggi è considerata come la sua impresa più leggendaria: la traversata delle Torri Gemelle. Sul peggiore cavo mai usato, come poi rivelerà in un’intervista successiva uno dei suoi aiutanti, Petit fa avanti e indietro tra le due Torri. Intanto, in strada, centinaia di persone alzano lo sguardo al cielo per seguire con incredulità l’azione dell’uomo.

Quando si sparge la notizia che sul cavo c’è Philippe Petit, l’evento comincia a ottenere un’incredibile visibilità mediatica, tanto da scatenare una ressa di emittenti televisive e fotografi, tutti pronti a immortalare l’esibizione epica del francese. In un documentario girato qualche anno più tardi, gli amici di Philippe avrebbero ammesso di essere stati preoccupati per le sorti di Petit, senza però pensare neanche per un secondo che sarebbe potuto cadere da 400 metri d’altezza (quel famoso passo di lato citato dall’uomo nell’intervista rilasciata a Le Figaro).

Dopo la traversata delle Torri Gemelle

Come prevedibile, una volta compiuta la traversata delle Torri Gemelle, Philippe Petit viene arrestato dalla polizia di New York. Secondo alcune voci di allora, al momento dell’arresto le parole che il funambolo francese avrebbe riferito ai poliziotti americani sono state queste: ‘Vedo 3 arance e mi viene voglia di fare il giocoliere, se vedo invece due torri le voglio passare da una all’altra’. La sua traversata è riuscita a riscuotere un enorme successo dal punto di vista mediatico. Svariate televisioni sono giunte presso le Torri Gemelle per riprendere l’esibizione. Alla luce di quanto accaduto, il procuratore di New York decide di graziare Philippe, facendo decadere tutte le accuse. Il procuratore volle però ugualmente punire Petit, ordinandogli di esibirsi gratuitamente al Central Park per far felici i bambini.

Negli anni successivi, Philippe Petit si è esibito sempre a New York sul Lincoln Center. Nel 1986, invece, in occasione della riapertura della Torre Eiffel, il funambolo nativo di Nemours ha scelto di offrire un altro spettacolo di grande interesse per tutto il popolo francese, chiudendo così un cerchio dopo più di 15 anni dalla sua prima esibizione presso la cattedrale di Notre Dame.