Questa selezione proveniente da 7 fondi fotografici non pretende di raccontare la completezza della sua opera, ma si pone bensì come “un omaggio sincero e affettuoso a uno dei riconosciuti maestri della fotografia contemporanea europea, e a un grande amico del Museo“.
Lo sguardo di Basilico sulle città
L’esposizione ripropone la sua visione sullo sviluppo delle città in quegli anni, viaggiando da Milano a Glasgow, da Terni alla Francia del nord e da Lorenteggio fino a Bilbao. Gli scatti densi della sua poetica raccontano e testimoniano il cambiamento causato dal boom economico di quegli anni: l’esplosione architettonica fatta di cemento, vetro e ferro. Paesaggi urbani interamente ridefiniti e ridisegnati dalle nuove archeologie industriali a cui Basilico ha restituito la bellezza attraverso la sua arte. Le sue foto, oggi reperto e testimonianza di quegli anni, sono memoria storica capace di raccontare nel silenzio sospeso di un bianco e nero rigoroso il rumore assordante delle fabbriche, le facciate dei palazzi segnate da infinite finestre affacciate su paesaggi di automobili e asfalto. E’ un ritratto del progresso e dell’architettura compiuta dall’uomo che tuttavia non compare mai all’interno di queste fotografie.
Il lavoro di Basilico è stato senza dubbio possente: il fotografo ha analizzato e raccontato metodicamente un numero elevatissimo di città tra cui Bari, Genova, Milano, Torino, Roma, Amburgo, Berlino, Beirut, Istanbul, Lisbona, Mosca, Shangai, Zurigo, Madrid, San Francisco, Parigi, Rio de Janeiro e molte altre.
Indagini urbane
La retrospettiva risulta molto utile per comprendere le origini del suo linguaggio fotografico: le 110 opere esposte nella mostra sono suddivise per ricerche e nuclei tematici, sono esposte le fotografie del primo periodo, tra fotografia sociale, ritratto e le prime indagini urbane, situate nella sala al primo piano del museo. Tra queste foto di Milano, quartieri popolari (1970-73), Terni (1976), Dancing in Emilia (1978).
L’assessore alla Cultura della Provincia di Milano e Presidente della Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea, Novo Umberto Maerna ha affermato: “Ci interessa parlare di Basilico per la sua attualità, per ricordare gli studi di architettura […] Per trasmettere il senso delle ricerche sulle aree urbane, sul territorio, sull’architettura. Per diffondere gli intensi reportage sulle aree industriali milanesi […] Vogliamo condividere la vita, l’opera e il pensiero di Basilico con chi non l’ha conosciuto o l’ha conosciuto solo negli ultimi anni. Perché il messaggio di Basilico, come la cultura, non si esaurisce col tempo. Ma si rafforza man mano che il tempo passa”.
OMAGGIO A GABRIELE BASILICO
Fino al 6 ottobre, al Museo di Fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo
Villa Ghirlanda, via Frova 10
20092 Cinisello Balsamo – Milano