Stiamo per essere travolti da Halloween, una festa che ormai sta spopolando anche dalle nostre parti tanto da avere sorprendentemente più spazio, per avvenimenti, attenzione mediatica e battage pubblicitario, di tante ricorrenze che sono parte integrante della nostra cultura e del nostro popolo. Si tratta di una moda, senza dubbio, dall’anima festaiola e trasgressiva. Ma anche discutibile per la banalizzazione che fa di certi temi in realtà molto profondi e per una certa esaltazione del paganesimo e dell’occulto che non necessariamente si sposa con nostra sensibilità latina. Al di là dell’idea che vi siete fatti di Halloween, ciò che è oggettivo è che questa festa sia stata “introdotta” dalla globalizzazione anche dalle nostre parti a partire da culture celtiche ed anglosassoni, lontane per tempo e sensibilità alla nostra. Ma se tutto sommato tenere Halloween per quello che è senza enfatizzare troppo, ovvero una semplice occasione per divertirsi in modo un po’ diverso dal solito, è altrettanto importante non perdere le nostre radici e non dimenticare anche le nostre tradizioni. Che affondano soprattutto nell’eredità classica e cristiana e che portano in sé una sensibilità sui temi della morte e dell’occulto assai diversa rispetto a quella che sottende Halloween. E che porta a tradizioni secolari e bellissime che non temono confronto in quanto a fascino o bellezza con qualunque veglione a base di streghe e zucche.
Halloween, Ognissanti e il giorno dei Morti
Le tradizioni popolari italiane
La commemorazione dei Defunti ha una origine molto successiva ed un “padre” preciso. Fu infatti l’abate benedettino Sant’Odilone di Cluny che decise di celebrare i vespri del 1° novembre per questo scopo, riprendendo una antica tradizione bizantina. Tale consuetudine si diffuse rapidamente in tutta la cristianità. Innumerevoli sono le tradizioni popolari che fanno di queste feste una vera e propria celebrazione collettiva di popolo. Esse, occorre dirlo, hanno però una caratteristica ben diversa da Halloween: se infatti la morte ed i morti per l’ormai spettacolarizzato carrozzone di zucche sono qualcosa da esorcizzare e non prendere sul serio, la nostra cultura conosce una festa di speranza, dove i morti sono da ricordare, “andare a trovare” od omaggiare, nella prospettiva cristiana della vita. Spesso, tale festa, è occasione per organizzare atti di carità – ad esempio, sono moltissimi in tal senso gli esempi di “carità dei morti” nei confronti dei poveri o degli orfani – o per il mutuo sostegno fra i “sopravvissuti”. Da questa origine nasce un po’ ovunque nel nostro paese per esempio la consuetudine di preparare dolci “per i morti” o di lasciare libero un posto a tavola per loro, rinnovandone la memoria, oppure di distribuire cibo o bevande a chiunque bussi alla porta. Insomma, divertiamoci pure con Halloween. Ma poi, sul serio, difendiamo le nostre tradizioni. Che certo non sono da meno. Anzi…
Photo Credit: Cantalamessa, Alaman