Notte di San Lorenzo: storia e tradizione
Tutto sulla Notte di San Lorenzo: tra storia e tradizione.
La notte di San Lorenzo è da sempre una delle notti più magiche dell’anno. La sua storia fa parte ormai da secoli della tradizione: scopriamo tutti sulla notte più attesa dell’anno.
Quand’è la notte di San Lorenzo
Ogni anno, la notte del 10 agosto, gli occhi di milioni di persone si rivolgono al cielo alla ricerca delle famose stelle cadenti a cui affidare i propri desideri e i propri sogni: è la notte di San Lorenzo, una delle notti più magiche dell’anno. Benché sia più probabile vedere le stelle cadenti nei giorni precedenti, la sera del 10 agosto è tradizione affacciarsi ai balconi o cercare uno spiazzo isolato e silenzioso da dove osservare lo sciame meteorico che ogni anno si ripete in quella notte.
Il luogo privilegiato da molti è la spiaggia. Ma perché proprio il 10 agosto? Secondo il calendario cristiano, il 10 agosto è la data in cui si ricorda San Lorenzo, il santo martire da cui questa notte prende il nome. Le stelle cadenti sono invece associate ai tizzoni ardenti con cui il santo venne trucidato.
Chi era San Lorenzo
Lorenzo nacque a Huesca, in Aragona, nel 225. Da giovane studiò a Saragozza, dove completò gli umanistici e teologici. Qui conobbe il futuro papa Sisto II: tra i due iniziò una bella amicizia e nacque una profonda stima. Tanto che assieme decisero di lasciare la Spagna per trasferirsi a Roma. Nel 257 Sisto fu nominato vescovo di Roma e affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono, cioè responsabile delle attività caritative della città.
La leggenda narra che venne martirizzato il 10 agosto 258 durante la persecuzione voluta dall’imperatore Valeriano: Lorenzo fu arso sui carboni ardenti. Le stelle cadenti sono quindi associate ai tizzoni con cui venne trucidato e alle lacrime versate durante il supplizio, che vagano eternamente nei cieli e scendono sulla terra solo il giorno in cui si ricorda il suo martirio. Successivamente gli studiosi hanno dimostrato che il santo è stato in realtà ucciso per decapitazione.
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Il culto di San Lorenzo
A partire dal IV secolo San Lorenzo è uno dei martiri più venerati dalla chiesa. A lui vennero intitolati numerosi luoghi di culto, tra cui la basilica tutt’ora esistente a Roma. E’ considerato il protettore di bibliotecari, cuochi, librai, pasticcieri, pompieri e vetrai. Celebre la poesia di Giovanni Pascoli, che paragona le stelle cadenti alle lacrime celesti, intitolata proprio “X Agosto”.
In Romagna, la tradizione popolare vuole che il giorno di San Lorenzo ci si deve immergere in mare sette volte, per purificarsi e attirare a sé la fortuna. In questa giornata, quindi, sin dall’antichità, gli abitanti delle campagne accorrevano sulla riviera romagnola per immergersi in acqua, con la speranza di una vita migliore.
Le meteore
Quelle che chiamiamo impropriamente “stelle cadenti” è in realtà, da un punto di vista scientifico, lo sciame meteorico delle Perseidi. Ad agosto in effetti si assiste a un aumento delle stelle cadenti nei nostri cieli. Il fenomeno è legato, nel caso della notte di San Lorenzo, all’incontro con lo sciame meteorico delle Perseidi, la scia di detriti lasciata lungo il suo corso dalla cometa Swift-Tuttle.
Sin dall’antichità, l’arrivo delle Perseidi provoca una vera e propria pioggia di stelle cadenti, visibili durante tutto il mese di agosto, almeno fino al 20. La notte più ricca di stelle cadenti, ai giorni nostri arriva intorno al 12, ma gli studiosi hanno calcolato che in passato avvenisse il 10 agosto, proprio in corrispondenza di quella che poi è diventata la celebre notte di San Lorenzo.
Nell’antica Grecia
Le stelle cadenti, da sempre, esercitano un forte fascino sulle persone e come spesso accade il mito della notte di San Lorenzo affonda le sue radici nell’antichità, e precisamente nell’antica Grecia. I greci, infatti, credevano che le stelle cadenti fossero scintille prodotte dal carro guidato da Fetonte, figlio di Febo. Nel mito, fetonte rubò il carro del padre, provocando danni e, per questo motivo, Zeus fu costretto a fulminarlo. A Sparta, invece, si le stelle cadenti venivano utilizzate come metro di giudizio sull’operato del re.
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Ogni nove anni il monarca veniva sottoposto all’esame delle stelle: se passava una stella cadente, quello era il segnale degli dei per indicare la fine del regno. I cinesi, che furono i primi a osservare in maniera accurata le Perseidi, credevano che le stelle cadenti fossero portatrici di sventura.
Il mito romano
Nell’antica Roma tutto il mese di agosto, dedicato all’imperatore Augusto, era periodo di celebrazioni e feste. In particolare il 10 agosto era la festa del dio Priapo, divinità della fertilità, rappresentata con un grosso fallo.
In quel giorno i romani portavano in processione il fallo del dio. Nella tradizione, quindi, le stelle cadenti erano associate a questa divinità: si pensava infatti che le stelle cadenti rappresentassero lo sperma eiaculato che, cadendo sulla terra, avrebbe reso fertili i campi e donato un buon raccolto. Con l’avvento del cristianesimo, il 10 agosto venne dedicato al martirio di San Lorenzo. A suo favore giocò anche l’assonanza del suo nome con quello di Larentia, controparte femminile del dio Priapo.
Le celebrazioni
Oggi, quindi, il 10 agosto è un momento per osservare il cielo alla ricerca di stelle cadenti a cui affidare i propri desideri. San Lorenzo, però, è il santo patrono di centinaia di Comuni italiani, che per l’occasione organizzano festeggiamenti in pompa magna. A Firenze, per esempio, il 10 agosto si celebra la fondazione della prima chiesa del centro cittadino.
Ogni anno si può assistere a una parata storica, che sfila per le vie del centro fino a raggiungere la chiesa di San Lorenzo, dove viene celebrata una messa durante la quale la città viene benedetta. In un piccolo comune del Lazio, invece, ad Amaseno, è custodita una reliquia del santo. Nella chiesa di Santa Maria Assunta, consacrata nel lontano 1177, si conserva infatti il sangue di San Lorenzo, che proprio il 10 agosto, come accade per il sangue di San Gennaro a Napoli, secondo i fedeli, si scioglie.