Jorge Mario Bergoglio ha varcato la porta che dava sul balcone “papale” della Basilica di San Pietro nella fresca sera del 13 marzo 2013, un anno fa. Da un lato sembra ieri il momento in cui il mondo ha conosciuto, come già avevano fatto da anni gli argentini, il volto sereno e paterno del nuovo Vescovo di Roma, il 266° nella storia bimillenaria della Chiesa Cattolica. Dall’altro la sua persona e la sua parola è diventata talmente familiare che sembra essere qui da sempre. Da quel momento Papa Francesco è diventato uno dei personaggi più citati ed ammirati del mondo, ha raccolto intorno a sé un consenso incredibile in pochissimo tempo, ha ancora una volta confermato che i “Disegni dello Spirito” non sono quelli degli uomini e che i valori universali che il Papa porta travalicano anche la stessa diversità delle culture e dei popoli. Una elezione inattesa e sorprendente di un uomo capace di rinnovare profondamente, di dare la propria inconfondibile impronta ma sempre nel solco della tradizione e in continuità con i suoi predecessori.
Il conclave
La Chiesa, e un po’ tutto il mondo, era uscita scossa dalla decisione di Benedetto XVI di rinunciare al proprio ministero di successore di Pietro ed aveva subito un grosso contraccolpo il giorno in cui l’elicottero con a bordo il vecchio Papa, protagonista della storia della Chiesa negli ultimi 30 anni, aveva lasciato il Vaticano. Era il 28 febbraio. Le cronache “bene informate” raccontavano di una chiesa divisa e tormentata, di correnti diverse anche nelle gerarchie che avrebbero portato ad una difficoltà nell’individuazione del nuovo Pontefice. Si parlava di una figura del Papa “indebolita” dalla scelta di Benedetto, di un popolo “smarrito”. E poi, quel 13 marzo, tutto ciò venne clamorosamente smentito: ecco apparire sulla scena Francesco. Eletto in un tempo rapidissimo da quel conclave che doveva essere discordante e tumultuoso. Quei primi momenti al centro dell’attenzione planetaria sono indelebili nella memoria di molti, si potrebbe dire – oggi, a distanza di mesi – quasi perfettamente studiati: il nuovo Papa sembrava intimorito, quasi imbarazzato, come a creare una attesa nella gente fino ad iniziare con quell’ormai famoso “Buonasera” che entrerà nella storia almeno quanto il celeberrimo “se mi sbaglio mi corrigerete” di Giovanni Paolo II.
Jorge Bergoglio, Papa Francesco
Photo Credit: Tenan, Beatrice Murch, Casa Rosada