Come si fanno le parole crociate a schema libero
Chiunque si sia almeno una volta dilettato con la risoluzione di un cruciverba sa bene che le parole crociate possono avere molte variazioni, che vengono sempre presentate dalle riviste in cui sono pubblicate unitamente alle regole per risolverle.
Tra le varianti più comuni e diffuse vi sono le parole crociate a schema libero, dette anche “il Bartezzaghi”, un tipo di cruciverba in cui le caselle nere non presentano alcuna disposizione regolare o simmetrica. Qui sotto vi sveliamo alcuni trucchetti per completare senza grossi problemi questo tipo di schema.
Le parole crociate a schema libero sono una variante del classico cruciverba a schema fisso, in inglese “crossword”, un gioco inventato nel 1913 da Arthur Wynne, giornalista di Liverpool emigrato negli Usa. A differenza del gioco base, che tutti conosciamo, in quello a schema libero la disposizione delle caselle nere, il cui scopo è quello di segnalare da dove iniziano e dove terminano le parole, non è simmetrica o geometrica e le parole sono inserite con una chiave risolutiva indicata in una didascalia (ad esempio, a gruppi variabili, bifrontali, ecc.). Attenzione a non confonderle con le parole crociate senza schema, nelle quali le caselle nere non sono presenti.
Abbiamo già accennato al fatto che le parole crociate a schema libero si differenziano da quelle a schema fisso per la disposizione delle caselle nere, che non segue un andamento geometrico preciso, lasciando spazio ad un’ampia varietà di schemi. In concreto, questo tipo di cruciverba si risolve come delle comuni parole crociate, cioè inserendo orizzontalmente e verticalmente le parole all’interno della griglia in base alle definizioni date. Tuttavia il solutore, avvisato da un’apposita didascalia, deve applicare il procedimento indicato in calce per arrivare alla soluzione.
Infatti, nei cruciverba a schema libero le parole non devono essere inserite come di consueto ma in base ad una chiave risolutiva. Ad esempio, se si tratta di parole crociate a gruppi variabili, il solutore deve inserire in ogni casella un numero di lettere che può variare da uno a due o più, compatibilmente con gli incroci. In caso di parole crociate bifrontali, invece, alcune parole non individuabili vanno scritte al contrario. Tra le varianti più note vale la pena citare anche gli incroci stenografici, in cui, le parole vanno inserite togliendo le vocali.
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