Michael Schumacher uscito dal coma e dimesso

Sono parole piene di speranza della portavoce ufficiale della famiglia Schumacher, Sabine Kehm: mai si era sbilanciata in questo modo, fatto che alimenta l'ottimismo

16/06/2014
Notizia a sorpresa dall’ospedale di Grenoble dove il sette volte Campione del Mondo di Formula Uno ed alfiere storico della Ferrari Michael Schumacher, versava in stato di coma dal tragico quanto incredibile incidente sciistico sulle nevi di Meribel dello scorso 29 dicembre. Ed è una notizia che milioni di appassionati aspettavano da tempo.
Michael è uscito dal coma e dopo 155 giorni di ricovero è stato dimesso dal nosocomio francese per essere trasferito in una struttura dove inizierà il suo lento ma finalmente definito percorso di riabilitazione.

E questa volta, dopo il silenzio assordante degli ultimi due mesi e le pessimistiche indiscrezioni delle scorse settimane, non è un semplice rumor ma un fatto ufficialmente confermato da Sabine Kehm che ormai abbiamo imparato a conoscere in questi mesi in qualità di portavoce ufficiale della famiglia Schumacher. Poche ma chiarissime parole in uno stringato ma efficace comunicato che vale la pena di riportare fedelmente: ” Michael ha lasciato l’ospedale universitario di Grenoble per continuare la sua lunga fase di riabilitazione. Non è più in coma. La sua famiglia vuole ringraziare pubblicamente i medici, gli infermieri, i fisioterapisti di Grenoble, così come coloro che hanno soccorso Michael subito dopo l’incidente. In questi mesi è stato fatto un ottimo lavoro“.

Il campione tedesco è ora ospitato in un centro specializzato di Losanna, dove il suo percorso di recupero continuerà lontano dai riflettori: lo stesso responsabile della struttura, il dottor Darcy Christen, ha assicurato che sarà rispettata la stessa massima riservatezza e garantita la privacy assicurata anche a tutti gli altri pazienti. Non si conosce esattamente lo stato di salute di Schumy e quale sia il suo attuale effettivo recupero, ma finalmente è arrivata una buona notizia che fa tirare a tutti un grande sospiro di sollievo. E guardare il futuro con maggiore speranza.

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Michael Schumacher dà segni di risveglio

Il peso delle parole pronunciate in questi quattro mesi da Sabine Kehm, addetto stampa di Michael Schumacher quando calcava le piste di tutto il mondo ed ora confidente e portavoce della sua famiglia, è stato sempre non trascurabile. Parole sempre pronunciate con il contagocce, soppesate e brevi. Parole ora di speranza, ora di allarme, sempre tese a conservare la privacy e la dignità dell’ex-ferrarista e dei suoi cari fin dall’ormai noto incidente sciistico del 29 dicembre scorso a Meribel. Ecco perché quello che ha detto nell’ultimo comunicato ufficiale rilasciato poche ore fa lascia finalmente intravedere una luce in fondo al tunnel nel percorso di risveglio di Schumacher dal coma farmacologico in cui versa ormai da quasi 100 giorni. “Michael sta facendo progressi e mostra momenti di coscienza e di risveglio“. Poche frasi, ma molto pesanti. Mai la voce ufficiale della famiglia si era spinta ad un tale ottimismo fino ad ora. Dopo settimane di voci e supposizioni, anche fisiologicamente inevitabili data la scarsità di notizie, finalmente uno spiraglio si apre nel cuore dei tifosi che riacquistano la speranza di rivedere il sette volte campione del mondo di Formula Uno come tutti se lo ricordano. La Kehm ha ribadito la fiducia nell’equipe medica dell’ospedale di Grenoble che fin dal primo momento sta seguendo il “caso Schumi” e che sta pianificando il lento e complesso percorso di risveglio. Smentite categoricamente anche le voci che volevano Corinna, moglie di Schumacher, essere in procinto di preparare una “stanza speciale” per il marito nella sua residenza svizzera di Gland. Fine delle illazioni, dunque e ripresa della speranza che sembrava definitivamente tramontata: i fans di Michael e tutti coloro che hanno imparato ad amarlo ancora di più dopo il pesante rovescio umano che l’ha colpito, sono autorizzati a tornare ottimisti…

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Michael Schumacher: per Harstein “prepariamoci al peggio”

Sulla triste vicenda di Michael Schumacher, tuttora in coma presso l’ospedale di Grenoble dal 29 dicembre scorso, quando ebbe l’ormai noto incidente sciistico, torna a parlare Gary Harstein. E non sono frasi qualunque quelle pronunciate dal medico statunitense per sette anni membro dello staff medico che segue il circus della Formula Uno ed oggi responsabile del pronto soccorso all’ospedale di Liegi. Parole pesanti sia per la loro gravità sia per la conoscenza dell’ambiente che ha chi le ha pronunciate. A suo parere, infatti, riguardo al futuro del campione tedesco occorre “prepararsi al peggio” in quanto ormai tutti i segnali che filtrano dal nosocomio francese – ed anche i lunghi silenzi – sembrano lasciar presagire la peggiore delle ipotesi, ovvero la permanenza in stato vegetativo di Michael per il resto della sua vita. E Harstein non sembra troppo convinto dai messaggi apparentemente speranzosi divulgati dalla famiglia del pilota per bocca del suo storico addetto stampa Sabine Kehm. E’ infatti proprio la sostanziale stazionarietà della situazione l’elemento di maggiore allarme riguardo all’eventuale cammino di risveglio dal coma dell’asso della Ferrari, una assenza di evoluzioni che, come sottolinea lo stesso Harstein, sembra quasi “che ci stia dando la possibilità di cominciare a distaccarci da lui“. E le indiscrezioni che vogliono prossimo il trasferimento in un centro specializzato di terapia intensiva, sembrano dargli ragione. Nel mirino di Harstein anche i soccorsi ed in particolare il “passaggio” nella Emergency Room di Moutiers: “non si trasporta un paziente con un trauma cranico in un ospedale che non ha un reparto di neurochirurgia”. Ma, a dire il vero, che us questo punto abbia ragione o no cambia poco: il succo è che il tempo passa e forse ormai i fans di Michael Schumacher debbono realmente prepararsi al peggio.

Michael Schumacher: la famiglia annuncia piccoli miglioramenti

Dopo lunghe settimane di silenzio che hanno alimentato un sempre più diffuso pessimismo intorno alle condizioni di Michael Schumacher, finalmente sembrano arrivare le prime, seppur caute, notizie positive dall’entourage dell’ex-campione di Formula Uno ormai da quasi tre mesi in coma all’ospedale di Grenoble dopo il gravissimo incidente sciistico occorsogli lo scorso 29 dicembre. Da più parti si era osservato, anche con interventi competenti di esperti, come il tempo che passava senza sostanziali novità nello stato di salute del sette volte Campione del Mondo non deponesse a favore delle sue possibilità di recupero e che un prolungamento dello stato di coma poteva presagire che queste fossero sostanzialmente compromesse. Forse proprio per reagire a questo sentimento diffuso di scoramento che, improvvisamente, è tornata a parlare in forma ufficiale la famiglia Schumacher, per bocca della portavoce Sabine Kehm. Un comunicato stringato e semplice ma, finalmente, un po’ meno “asettico” del solito e venato da una speranza che riapre uno spiraglio sul futuro del tedesco. Eccone il testo: “Siamo e restiamo fiduciosi che Michael si risveglierà. Ci sono ogni tanto dei piccoli segnali incoraggianti. E’ sempre stato chiaro che questa lotta sarà lunga e difficile. Cerchiamo di trasmettere a Michael tutta l’energia che abbiamo, crediamo tutti fortemente che questo aiuti Michael e che lui vincerà anche questa volta”. E’ la prima volta che la Kehm si “sbilancia” affermando che alcuni miglioramenti, seppur piccoli, ci sono e che la speranza di un risveglio, per quanto lungo possa essere, rimane qualcosa di concreto. Un comunicato che, vista l’estremo riserbo fin qui mantenuto, va letto come qualcosa di più positivo di quanto non dica il comunicato stesso. E’ quello, almeno, che si augurano gli ancora numerosissimi tifosi del campione che ha scritto pagine indelebili nella storia della Ferrari.

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Schumacher: non sembra reagire agli stimoli esterni

Sulla dolorosa vicenda di Michael Schumacher e sulle sue concrete possibilità di recupero dopo il banale e terribile incidente sciistico del 29 dicembre scorso sulle nevi di Meribel, è stato detto e scritto molto. Dopo le convulse giornate iniziali in cui le notizie si susseguivano frenetiche e le luci dei riflettori scandagliavano qualunque più piccolo movimento ci fosse nei dintorni del nosocomio di Grenoble dove l’ex-campione è ricoverato, le ultime settimane sono vissute fra indiscrezioni, fughe di notizie, campagne mediatiche di dubbio gusto e qualche comunicato ufficiale. L’ultimo, confermato dalla famiglia Schumacher per bocca dello storico portavoce di Michael Sabine Kehm, aveva confermato un paio di settimane fa l’inizio del tentativo di risveglio del paziente operato dai medici che ne preannunciavano, però, una probabile lunga durata.
Ebbene, fatto salvo le deprecabili ed improvvide uscite sul web di qualche mitomane sensazionalista, puntualmente smentito, che aveva addirittura annunciato la morte di Schumi, in questi giorni cominciano a circolare nuove indiscrezioni provenienti da fonti tedesche. Sembra infatti che la reazione del sette volte Campione del Mondo di F.1 agli stimoli esterni e alla diminuzione dei sedativi che dovrebbe portarlo fuori dal coma sia per adesso non positiva, anche se nulla di ufficiale trapela in merito.
Il quotidiano Bild-Zeitung riporta anche come Corinna Schumacher sia costantemente al capezzale del marito parlandogli normalmente come da indicazione dei medici per stimolarlo e come non ci siano “parametri” certi sugli eventuali tempi di reazione di pazienti in quello stato.
Certo è che il fiato sospeso con cui appassionati e non di tutto il mondo stanno seguendo questa vicenda si sta trasformando ogni giorno di più in ansia. Intanto, sembra ormai imminente l’archiviazione da parte delle autorità francesi dell’inchiesta sulle dinamiche dell’incidente. Una parola sembra essere finalmente messa su quanto accaduto: fatalità.

Schumacher: iniziato il processo di risveglio

Ad un mese esatto dall’incidente sciistico che lo ha ridotto in stato di coma e curiosamente proprio mentre in contemporanea sul circuito di Jerez de la Frontera i suoi ex-colleghi stanno accendendo per la prima volta i motori in vista della nuova stagione di F.1, sembra trapelare finalmente qualche notizia che permette di intravedere un barlume di speranza nel futuro di Michael Schumacher. Il quotidiano sportivo francese L’Equipe, che per prestigio ed autorevolezza non è certo un tabloid inglese, ha nei giorni scorsi lanciato la notizia, suffragata a suo dire da “fonti attendibili interne all’ospedale”, che nel reparto di neurochirurgia del nosocomio di Grenoble dove il sette volte campione del mondo è tenuto in coma farmacologico dal 29 dicembre, sia iniziata la procedura di “risveglio” del paziente, sotto forma di una modifica nelle cure somministrate e di una progressiva diminuzione dei sedativi. Come era prevedibile in un primo tempo la portavoce della famiglia Schumacher Sabine Kehm aveva difeso la riservatezza e la discrezione chiedendo di non prestare attenzione a “speculazioni” che non fossero legate a comunicati ufficiali, ma successivamente con un secondo comunicato ha puntualmente confermato quanto scritto dall’Equipe. Secondo il quotidiano francese Schumi sta reagendo positivamente alle mutate condizini facendo trasparire un cauto, cautissimo ottimismo. Certo, inutile dire che occorre procedere con i piedi di piombo e che tuttora è impossibile prevedere lo stato in cui il tedesco sarà anche in caso di risveglio positivo, ma anche osservare che la notizia corrisponde abbastanza alle dichiarazioni rilasciate ad una radio francese da Stephan Chabardes, neurochirurgo che fa parte dell’equipe che ha operato e sta seguendo il “caso Schumacher”. Chabardes ha confermato infatti l’inizio della fase di risveglio martedì scorso, sotto il controllo del dottor Emmanuel Gay. Insomma, i motori in pista che tornano a rombare sembrano essere stati di buon auspicio per l’ex-campione che, intanto, continua a ricevere messaggi ed attestazioni di affetto. Non ultime le scritte a lui dedicate sulle carrozzerie della Ferrari e della Mercedes portate in pista da Raikkonen ed Hamilton. In attesa di nuove e, speriamo, positive ulteriori notizie.

Dramma Schumacher: possibile lo stato vegetativo permanente

Speranza ed angoscia. Il tempo che inesorabilmente passa per Michael Schumacher e per i suoi famigliari senza portare sostanziali cambiamenti nello stato di salute del popolare campione automobilistico tedesco, comincia a pesare come un macigno e a far passare da uno stato d’animo all’altro in poche ore. Se l’ultimo intervento “ufficiale” sulla vicenda del portavoce di Schumi Sabina Kehm aveva acceso qualche piccola speranza e se il trascorrere del tempo dall’incidente aumentava le probabilità di sopravvivenza, ora che l’ex-ferrarista è fuori pericolo questa lunga attesa da parte dei medici senza tentativi, almeno noti, di risvegliarlo dal coma cominciano ad alimentare commenti ed valutazioni allarmanti. Il tabloid inglese Daily Mail ha infatti riportato una indiscrezione secondo cui lo stato di coma Michael Schumacher sarebbe non reversibile: in altre parole il tedesco sarebbe destinato a rimanere in uno stato vegetativo permanente. Va subito detto che si tratta di poco più che illazioni, considerando anche che i tabloid in genere non possono essere considerati una fonte certa al cento per cento, ma è altrettanto indubbio che esperti di tutto il mondo si questo punto concordano: tale agghiacciante possibilità non si può scartare.

Lo dice in particolare attraverso il suo blog, Gary Hartstein, medico statunitense per diversi anni “dottore” del Mondiale di F.1, un incarico che ha rilevato dal mitico Sid Watkins di cui è stato allievo. Hartstein, per ovvie ragioni molto vicino alla famiglia Schumacher, si affretta a smentire tutti coloro che ritengono di avere una diagnosi “certa” per il caso di Michael e ricorda, seppur giudicando solo a partire dalle notizie trapelate e non dalle cartelle cliniche, come le possibili soluzioni siano molte e molto diverse fra loro e che dipendano da numerosi fattori, pubblicamente non conosciuti e, quindi, non giudicabili. Ma se vogliamo, proprio per questo, il quadro dipinto dal luminare americano è ancora più preoccupante: se si affretta a smentire i tabloid, afferma comunque che, nella migliore delle ipotesi, difficilmente Schumacher potrà “tornare come prima” e che sarà da capire non soltanto se la sua memoria tornerà a funzionare, ma se avrà conservato la sua personalità e se sarà in grado di mangiare, camminare o parlare. Nemmeno per Hartstein l’ipotesi peggiore, ovvero lo stato vegetativo, è da escludere. Aspettare, pregare e restare vicini a Michael e alla sua famiglia: questo, forse, l’unico modo per tenere accesa la speranza.


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Dramma Schumacher: condizioni “stabili” ma non più definite “critiche”

Piccoli spiragli, sospesi fra la speranza e l’attesa. Sono quelli che ha lasciato trasparire Sabine Kehm, storico manager di Michael Schumacher, l’ex-campione di Formula Uno ancora in coma dopo l’incidente sciistico del 29 dicembre sulle piste di Meribel. La Kehm, probabilmente alle prese con il più difficile problema di comunicazione della sua carriera la fianco del pilota di Kerpen, dopo diversi giorni di silenzio, ha rilasciato una brevissima dichiarazione alla stampa definendo per la prima volta le condizioni di Schumi solo come “stabili” e quindi non più come “critiche”. La sensazione, dunque, è che traspaia un cauto ottimismo, anche se null’altro si può dire di certo. Anzi, la famiglia, per bocca della Kehm, ha ribadito di credere fermamente nell’operato dei medici e che ogni notizia od informazione sullo stato di salute di Michael – nei giorni scorsi era serpeggiata la notizia che il coma potesse rivelarsi non reversibile – è pura speculazione. Intanto in questa difficile situazione, ogni elemento, anche piccolo, diventa motivo di speranza. Sabato 19 un addetto alla manutenzione delle piste sulla ski area di Meribel ha ritrovato il braccialetto di Michael nella neve fresca alla congiunzione fra la Biche e la Chamois, ovvero non lontano dal punto dell’impatto con le rocce dell’ex-campione. E’ un piccolo portafortuna di legno che gli era stato regalato da Corinna, sua moglie, e che tutti, tifosi e non, dell’ex-ferrarista si augurano possa essere un piccolo segno del destino. Intanto, non si fermano mai le attestazioni di affetto e di stima a Schumi anche dai suoi più stretti amici e collaboratori al tempo delle corse. Sabato Jean Todt, che ha vissuto con lui tutta l’epopea in Ferrari ed ora è presidente della Federazione Automobilistica Internazionale, ha detto che: “Michael è un combattente e conosco bene la sua energia, il suo coraggio e la sua perseveranza Credo fermamente che questo farà la differenza in un momento dal destino così incerto come questo”. La Ferrari, ovviamente vicinissima al pilota che più di ogni altro ne ha segnato la storia sportiva, per bocca del suo presidente Luca Cordero di Montezemolo, ha manifestato la sua vicinanza: “Tutta la Ferrari ti sta seguendo con me dai box di questa gara importantissima che sono certo vincerai come i tanti Gran Premi che hai vinto con noi”. Si tratta del primo dei post e dei messaggi che attraverso il suo sito la casa di Maranello ha deciso di raccogliere da tutti i tifosi e gli appassionati che lo desiderino. Un altro piccolo segno di quanto l’affetto intorno allo sfortunato campione non sia venuto meno col passare del tempo, regalandogli anzi una simpatia del pubblico perfino sconosciuta quando era protagonista in pista.

Condizioni di Schumacher: valutata l’entità dei danni al cervello

Continua a regnare il riserbo, come peraltro chiesto dalla famiglia, sulle condizioni di Michael Schumacher, mantenuto sempre in stato di coma nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Grenoble dove è ricoverato dal terribile incidente sugli sci che il campione tedesco ha subito lo scorso 29 dicembre. Mentre continuano le indagini sulla dinamica dell’incidente, anch’esse caratterizzate dalla più completa riservatezza da parte degli inquirenti, le notizie sullo stato di salute attuale del campione che più di ogni altro ha contribuito al mito sportivo della Ferrari continuano ad essere sostanzialmente assenti, in linea peraltro con quanto annunciato nell’ultima conferenza stampa dallo staff medico del nosocomio francese, che si sarebbe pronunciato solo in seguito ad una evoluzione importante della situazione.

Occorre, quindi, accontentarsi delle indiscrezioni che, seppur con il contagocce, filtrano all’esterno. Secondo la testata tedesca Bild, i medici avrebbero iniziato – e mai come in questo caso il condizionale è assolutamente d’obbligo – una serie di test clinici per tentare di valutare lo stato del cervello di Schumacher e, di conseguenza, gli eventuali danni permanenti che il terribile trauma avrebbe causato. Tali esami volti ad individuare le zone dell’encefalo in apparente stato “dormiente”, sono effettuati mantenendo lo stato di coma del paziente, in modo da minimizzarne gli impatti e per evitare l’insorgere di complicazioni improvvise la cui evenienza non è del tutto scongiurata.
Un altro settimanale, questa volta svizzero, ha ipotizzato che il campione sia stato sottoposto ad un altro intervento per rimuovere una piccola porzione di cranio e ridurre così la pressione interna, ma la notizia, oltre che senza riscontri, sembra anche essere ritenuta poco attendibile dagli esperti.

In definitiva, la situazione si mantiene stabile e critica, esattamente come una settimana fa. È vero che il tempo che passa “gioca a favore” di Schumi e della sua sopravvivenza, ma il livello di guardia resta sempre alto e nessuno, ancora, si sbottona su possibilità, tempi e, tantomeno, modalità di ripresa del campione tedesco. Quello che è certo è che l’affetto della famiglia non è mai mancato, come quello di molti appassionati che ancora stazionano davanti all’ospedale. Corinna e i figli sono tuttora costantemente al capezzale di Michael e frequenti, seppur riservate, sono le visite di amici e parenti, noti o meno noti. La tensione, quindi, non è ancora spezzata e l’attesa sembra rimanere ancora lunga.

La Procura di Arbertville si pronuncia sull’incidente, Corinna chiede di spegnere i riflettori

Rimangono stabili e “critiche” le condizioni di Michael Schumacher nell’ospedale di Grenoble dove rimane in pericolo di vita dopo l’incidente sciistico dello scorso 29 dicembre. Adesso, però, due fatti importanti contribuiranno a spegnere, forse, i riflettori sulla vicenda per qualche tempo. Corinna Schumacher, moglie del 7 volte campione del mondo di F.1, ha chiesto ai giornalisti di rispettare la privacy e la discrezione che la famiglia ritiene necessaria per assistere al meglio il marito in questo difficile e drammatico frangente della sua vita. Per cui non saranno più organizzate conferenze stampa da parte dei medici né diramati bollettini ufficiali fino a quando lo stato di salute dell’ex-Ferrarista non avrà sensibili cambiamenti, in meglio o in peggio. Una richiesta legittima che ha contribuito a svuotare la piazza davanti all’ospedale che rimane comunque piena di striscioni, cartelli e sciarpe della Ferrari a testimoniare la vicinanza dei fans al vecchio campione.


[dup_immagine align=”alignleft” id=”72931″]La schiera dei giornalisti si è così trasferita ad Albertville, dove la procura ha finalmente svelato, in una conferenza stampa, lo stato delle indagini sull’incidente sciistico di Schumacher, il quale indossava al momento dell’impatto con le rocce una action-cam montata sul casco che era in fase di registrazione. Le immagini hanno mostrato come innanzi tutto Schumacher utilizzasse sci nuovi ed efficienti e come gli attacchi abbiano funzionato a dovere, contrariamente ad alcune prime ricostruzioni che erano circolate “a caldo”. Inoltre il tedesco andava piano, ad una velocità stimabile intorno ai 20 Km/h tanto che il fattore-velocità viene giudicato dalla procura “non rilevante”. Non si evidenziano nemmeno imprudenze dello sciatore che è incocciato in un masso situato ad appena 8 metri dalla pista battuta. Nessuna presa di posizione, invece, sul fatto che il campione abbia scelto di “tagliare” la congiunzione fra le due piste per soccorrere qualcuno o sul fatto che siano individuabili responsabilità per l’accaduto: infatti, anche se da più parti si sono ricordati alcuni precedenti di incidenti avvenuti proprio in quel punto che hanno portato i gestori degli impianti a risarcire le vittime, la procura ha precisato che le segnalazioni sul tracciato delle piste era ben visibile e rispettava le normative vigenti in merito. Insomma, tutto sembra confermare che l’incidente sia stata una sfortunata fatalità. Fatalità sulla quale, a questo punto, seguiamo la richiesta della famiglia di Schumacher in attesa di nuove e, speriamo, positive notizie.
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45° compleanno in ospedale e particolari sull’incidente

Sono trascorse altre 48 ore dall’ultimo bollettino medico dall’ospedale di Grenoble e nulla di nuovo trapela sull’evoluzione della salute del sette volte campione del mondo di Formula Uno Michael Schumacher. La cosa, in sé, si può leggere come una buona notizia, dato che tutti gli esperti ritengono che, in linea generale, più il tempo passa e più le probabilità di sopravvivenza del tedesco aumentino. La famiglia Schumacher ha pubblicato un messaggio di ringraziamento tramite il sito ufficiale di Schumi, la Ferrari ha celebrato il suo 45° compleanno – il 3 gennaio – con una fotogallery che ricorda tutte le sue 72 vittorie con la Scuderia di Maranello, milioni di appassionati e non in tutto il mondo stanno organizzando veglie di preghiera per lui, scoprendo un affetto ed una simpatia umana per lui che forse nemmeno quando dominava in pista aveva raggiunto. Intanto emergono però interessanti novità sulla ricostruzione dell’incidente che sbugiardano completamente tutti mass media che in maniera frettolosa subito dopo l’incidente ne avevano attribuito le cause all’”incoscienza” e all’amore per il rischio dell’ex-pilota. Nulla di tutto ciò. Secondo il giornale tedesco Bild, Schumacher ha deciso di attraversare quei venti metri di neve fresca tra le piste “Biche” e “Mauduit” per soccorrere una ragazzina, figlia di un suo amico e che stava sciando con lui, caduta dalla parte opposta. Anzi, sembra che Michael stesse proprio sorvegliando quel gruppo di bambini di cui faceva parte anche suo figlio e che si era diviso al bivio qualche decina di metri sopra e che si sarebbe ricongiunto appena sotto. L’ex-ferrarista stava sciando con attrezzi presi a noleggio e si parla di un attacco che sul luogo dell’incidente è stato trovato non sganciato come ci si potrebbe aspettare, cosa che potrebbe aver impedito a Schumacher di ripararsi la testa con le mani per attutire il colpo. Pare accertato invece che il campione sia stato tradito da una roccia appena sotto la neve che lo ha sbilanciato contro un macigno poco lontano. Insomma, l’incidente sembra proprio essere stato una sfortunata fatalità.

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Schumacher non aveva “preso rischi”

Il 2014 è cominciato per Michael Schumacher alla rincorsa della 92° vittoria in carriera, nella corsa più difficile, quella per la vita. Dopo due operazioni al cervello in 48 ore per ridurre l’edema che comprimeva l’encefalo ed alcuni degli ematomi conseguenti al violentissimo trauma cranico, le condizioni di Michael Schumacher rimangono critiche ma stabili. “Niente nuove buone nuove”: questo in estrema sintesi il significato dell’ultimo comunicato ufficiale rilasciato nel parcheggio dell’ospedale la mattina del 1° gennaio da Sabina Kehm, manager dell’ex-campione tedesco. Altre notizie, secondo la richiesta della famiglia, escono solo con il contagocce dall’ospedale di Grenoble dove nessun medico si è finora sbilanciato sulle possibilità di vita e, successivamente, di eventuale recupero fisico del campione di Kerpen. Intanto, a dispetto dei primi frettolosi commentatori che avevano subito ipotizzato situazioni di “pericolo cercato” dall’ex-pilota, le prime ricostruzioni dell’incidente da parte della procura di Albertville sembrano chiarire che il tedesco stava procedendo in un piccolo tratto di neve non battuta all’intersezione di due piste, una rossa ed una blu, e non era quindi in un “fuori pista”. Indossava regolarmente il casco, senza il quale non avrebbe avuto scampo, procedeva ad una velocità “normale” di circa 60 Km/h ed aveva appena aiutato a rialzarsi da una caduta un suo amico, componente della sua comitiva. Sempre più si delinea, quindi, la vicenda come una fatalità, tanto più incredibile per un uomo che ha passato oltre trent’anni della sua vita a sfiorare muretti di cemento ad oltre trecento all’ora ed è ora in fin di vita per un banale incidente mentre sciava con il figlio quattordicenne. Continua intanto la campagna mediatica di vicinanza al campione da parte di colleghi, personaggi noti e semplici appassionati che riempiono il web di messaggi ed incoraggiamenti attraverso tutti i maggiori social network.

La cronaca dell’incidente

La notizia è rimbalzata nella serata del 29 dicembre: Michael Schumacher, il pilota più vincente nella storia della F.1, sette volte Campione del Mondo di cui cinque con la Ferrari fra il 2000 e il 2004, ha avuto un gravissimo incidente mentre sciava a Meribel, nota località sciistica francese, ed è ora ricoverato in condizioni “critiche” all’ospedale di Grenoble, dove pare sia arrivato in coma con un trauma cranico e toracico e diverse fratture facciali. Il quasi quarantacinquenne ex-campione tedesco stava sciando con il figlio di 14 anni e alcuni amici fuori dalla pista: secondo le primissime ricostruzioni – è già stata aperta un’inchiesta da parte delle autorità francesi – sembra che Schumacher sia caduto colpendo violentemente il capo contro una roccia, nonostante indossasse il casco. Nel pomeriggio è giunto in volo dal professor Gerard Salliant, amico del pilota e che lo aveva operato in occasione del suo più grave incidente “sul lavoro”, quando rischiò la vita schiantandosi contro un muro con la sua Ferrari sul circuito di Silverstone nel 1999. Un intervento, quello del neurochirurgo francese, che ha allarmato e che infatti ha preceduto di poco le indiscrezioni sul peggioramento delle condizioni di Schumy nella serata.

Una vita fra velocità e famiglia

[dup_immagine align=”alignright” id=”72932″] Michael Schumacher ha legato a doppio filo la sua storia personale con quella dell’automobilismo sportivo. Cresciuto a Kerpen, in Renania, dive suo padre gestiva una pista per kart che ha successivamente acquistato in prima persona, crebbe insieme al fratello Ralf, anch’egli ex-pilota, con la passione per la velocità. La sua carriera partì dalla scuola di pilotaggio Mercedes che, negli anni ’90, sfornò in serie alcuni dei grandissimi piloti che portarono la Germania a diventare una vera e propria fucina di talenti, come non lo era più stata dagli anni ’30.

Michael aveva come compagno di squadra nello Junior Team Mercedes Heinz-Harald Frentzen, anch’egli destinato ad una importante carriera, il quale soprattutto aveva una fidanzata di nome Corinna. Fu la condivisione di una Sauber-Mercedes in una gara di durata fra i due piloti tedeschi a fare, curiosamente, scoccare la scintilla: Michael e Corinna divennero marito e moglie nel 1995.

Con il fiato sospeso

I novelli sposi si stabilirono nel Canton Vaud, in Svizzera e un paio di anni dopo acquistarono un incredibile castello sul Lago di Ginevra che divenne la loro residenza. Dall’inossidabile e solidissimo matrimonio sono nati Gina Maria nel 1997 e Mick, che era con il padre al momento dell’incidente, nel 1999. Michael esordì in F.1 nel 1991 e vi rimase, seppur con una pausa di tre anni dopo il 2007, fino al 2012 sbriciolando tutti i record possibili in fatto di vittorie e trofei.

La notizia dell’incidente ha fatto immediatamente il giro del mondo, tenendo con il fiato sospeso milioni di appassionati anche in Italia, dove il popolarissimo pilota ha indubbiamente lasciato un segno importante segnando la storia della Ferrari. Si sono immediatamente moltiplicati i messaggi sui social network di moltissimi colleghi: da Fernando Alonso ai suoi storici compagni di squadra Felipe Massa e Rubens Barrichello, ma anche altri personaggi dello sport e dello spettacolo, tutti in attesa delle notizie dalla Francia.


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