Tutte, da bambine, abbiamo dato vita a pièce più o meno articolate attribuendo alle nostre bambole ruoli da adulte. Erano mamme indaffarate alle prese con il lavoro, il dottore, il supermercato, l’amore e i figli, insomma alle prese con una vita normale. Un’agenda che le nostre bambole condividevano con tutte quelle del mondo, compresa quella della bambola di carta di Barbara Mattel che alla fine degli anni cinquanta giocava ignara di ciò che avrebbe ispirato nella casa del fondatore di quella che sarebbe diventata l’azienda più famosa di giocattoli. Ruth Handler, madre della piccola, ebbe l’intuizione che da lì a poco cambiò non solo i giocattoli, ma forse l’immaginario d’intere generazioni di bambine e di donne: la bambola doveva avere le fattezze di una donna adulta. La prima Barbie, in omaggio alla piccola Barbara Mattel, uscì il 9 marzo del 1959. Aveva un costume zebrato, i capelli biondi legati (disponibile anche la versione castana), un vitino di vespa e gambe lunghissime.
Quale modello per le nostre bambine?
Quando Barbie ha un corpo normale
Di recente dal mondo dell’arte è arrivata una pesante sentenza estetica: Barbie non propone solo un modello sbagliato, è una donna brutta. Un artista americano poco più che ventenne, Nickolay Lamm, è partito dalle misure medie di una ragazza americana di 19 anni e ha creato un modello 3D di una Barbie realistica. Viso tondo, gambe tornite, vita e fianchi pronunciati: un corpo bello. E sano. Le misure della nota bambola americana hanno infatti dell’assurdo: 91-45-83 contro le 81-78-83 tipiche di una diciannovenne americana. In un mondo assuefatto dalle immagini, dai corpi perfetti, dalla rincorsa alla magrezza, vien da sé pensare che per cambiare l’immaginario comune e la percezione del corpo della donna oggi sarebbe opportuno partire dai regali sotto l’albero.