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27 gennaio: il mondo celebra il Giorno della Memoria

Si dice spesso che il ricordo, la tradizione, il passato siano fra i più grandi e importanti “bagagli” capaci di formare una persona, un popolo ed una intera nazione. A volte – e purtroppo nei tempi che ci tocca vivere oggi capita piuttosto spesso – si usa questa affermazione come uno slogan, per sbandierare una propria appartenenza e contrapporla a quella di altri, creando divisione e conflitto. Ma ci sono casi dove il ricordo di quello che è accaduto nel passato, delle vicissitudini e delle sofferenze delle generazioni che ci hanno preceduto, delle grandi e tragiche pagine della storia, si trasformano in “memoria” e diventano patrimonio fondante di una civiltà.

È quasi superfluo dire che fra questi si deve annoverare la Shoah, l’Olocausto, la grande e terribile persecuzione del popolo ebraico ed in generale di numerose minoranze invise alla “razza ariana”. Una tragedia immane che da sola avrebbe dovuto essere capace di illuminare le coscienze e cambiare il corso degli eventi della storia successiva. Ed invece, ancora oggi e forse oggi più che mai, il mondo non sembra avere imparato nulla dal suo passato. Sembra aver perso la Memoria. E proprio per questo diventa ancora più importante che questa Memoria sia custodita e tramandata di generazione in generazione.

Oświęcim, 27 gennaio 1945

Il 27 Gennaio in tutto il mondo è celebrato come il Giorno della Memoria. Lo è dal 2005, da quando l’Assemblea delle Nazioni Unite riunita nella sessione plenaria ha deciso di commemorare il sessantesimo anniversario della scoperta e della liberazione da parte dell’Armata Rossa, impegnata nell’ultima e decisiva offensiva contro i Tedeschi al di là della Vistola, del campo di concentramento di Oświęcim, la cittadina polacca diventata tragicamente nota alla grande storia come Auschwitz, il suo nome tedesco. Era il 27 gennaio 1945. Sebbene i liberatori avessero già in precedenza raggiunto altri campi come quelli di Belzec e Chelmno, quello che trovarono ad Auschwitz fu qualcosa di sconvolgente. Se Belzec e Chelmno erano infatti campi di sterminio dove i prigionieri erano mandati direttamente nelle camere a gas, Auschwitz si rivelò essere un brutale campo di tortura e di detenzione e mostrò al mondo le incredibili condizioni in cui gli internati erano costretti a vivere e gli strumenti di morte che venivano usati con accanimento contro di loro.

Il contributo di tutti

So che si tratta di una storia nota e che forse tutti i nostri lettori già la conosceranno. Ma gin questi casi giova sempre ricordare, ed il “rileggere” anche qualcosa di conosciuto riporta alla mente emozioni, sensazioni e sentimenti che è necessario custodire e coltivare. Sono numerose le iniziative a vario livello, internazionale, italiano ma anche locale, cui ciascuno può scegliere di partecipare per fare un po’ “memoria” in prima persona (per esempio la proiezione al cinema di The Eichmann Show). Ma forse quello che più può essere utile alla coscienza di ognuno non è nemmeno il partecipare a un gesto pubblico, quanto prendere una piccola-grande decisione “privata”: sono innumerevoli le testimonianze, i libri, i film che si possono rispolverare in questo Giorno e che raccontano quei tragici fatti. Farlo, magari coinvolgendo i più piccoli ed i più giovani, è il modo più immediato ed efficace per conservarne la Memoria.

Photo Credit: Logaritmo

 

Anna Invernizzi

Classe 1972, cinque figli e una vita intensa. Laureata in Economia, impiegata, scrivo per passione su tutto quello che mi interessa. In particolare creo contenuti a tema cucina e lifestyle.

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Anna Invernizzi

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