La ruminazione mentale, conosciuta anche come overthinking (dall’inglese “pensare troppo”) è un male poco conosciuto, ma di cui purtroppo soffrono moltissime persone, prevalentemente donne. Le cause? Lo stress, l’ansia, le eccessive pressioni che avvelenano la vita quotidiana. Ragionare è un bene, ma quando è eccessivo si trasforma in un’arma distruttiva, perché la mente gira a vuoto isolandosi in dimensioni fittizie che allontanano dalla realtà e dalla risoluzione dei problemi effettivi. Rimuginare troppo sulle varie ipotesi, sulle circostanze, porsi mille “se” e vagliare tutti i possibili “ma” toglie energia e fa perdere il sonno. Ci si può torturare con un unico pensiero fisso, un trapano mentale che non dà tregua oppure viaggiare in mille elucubrazioni collegate da fili logici che si perdono nei meandri del nostro cervello. Quando il processo diventa ossessivo si trasforma in disturbo e si parla addirittura di “dubbio patologico“.
Una famosa studiosa, Susan Nolen-Hoeksema, ha approfondito il fenomeno e ha dimostrato con certezza che la ruminazione è “la tendenza a rispondere a un disagio focalizzandosi sulle cause e sulle conseguenze dei propri problemi, senza intraprendere nessuna azione di problem solving concreto”. Da questa mancanza di risoluzione possono derivare patologie come la depressione, i disordini alimentari o l’abuso di alcol. La Nolen-Heksema ha evidenziato poi come questa dinamica perversa sia più diffusa tra le donne che naturalmente sono più portate a pensare e ripensare perché rispetto agli uomini sono educate a dare un maggiore spazio alle emozioni, finendo per esserne vittime.
Per contrastare la tendenza a ruminare mentalmente è importante non porsi domande cui non è possibile dare una risposta, almeno nell’immediato, e cercare a volte di rispondere con l’azione più che con la testa. Bisogna imparare a guarire “bloccando il pensiero”: se arriva una riflessione distruttiva sarà opportuno lasciarla andare e non soffermarsi all’infinito sulle sue variegate implicazioni, magari passando a qualche altro argomento. La distrazione può aiutare: quando si viene colpiti da questa tempesta ci si può alzare, impegnarsi in una attività manuale o concreta che catturi la mente, come leggere un libro, prepararsi una tisana, guardare un film, telefonare ad un amico, dedicarsi a un hobby rilassante. Nel caso in cui il rimuginare dovesse compromettere la qualità della vita e dovesse prendere il sopravvento sarà opportuno però rivolgersi ad uno specialista che cercherà di tirar fuori le cause profonde del disagio, che sta letteralmente “rosicchiando” la nostra anima.
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