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Cibofobia, cos’è e come si manifesta

Il cibo è uno dei grandi piaceri della vita. Grandi chef continuano a produrre nuovi bellissimi e invitanti piatti e anche sui social impazzano le ricette di grandi e piccoli food blogger che insegnano a cucinare piatti per tutte le tasche.

Da qualche tempo l’attenzione al cibo e alla fantasia in cucina si è riversata anche nei bambini. Insegnare loro non tanto a cucinare ma, a prendere confidenza con il cibo e, in alcuni casi, la manualità. La cucina è una grande passione. Eppure non è per tutti così.

Per alcuni il cibo, o alcuni cibi, sono una vera e propria repulsione. Tralasciando le malattie importanti e i disturbi alimentari, che sono sempre più diffusi tra i giovani, la cibofobia è una paura molto diffusa tra la popolazione.

Le fobie

Una fobia è una paura marcata nei confronti di un elemento specifico, sproporzionata, sempre presente e spesso irrazionale rispetto alle paure comuni. Si tratta di un processo che si instaura nella persona facendole provare stati di ansia e terrore spropositati nei confronti dello stimolo fobico. Questo fa si che l’individuo metta in atto comportamenti particolari in delle situazioni nelle quali è probabile trovarsi faccia a faccia con lo stimolo.

Le cause della fobia specifica possono essere di vario genere: persone ansiose o con una carattere che le porta ad inibire certi comportamenti hanno una maggiore tendenza a sviluppare fobie. Persone che hanno subito abusi (fisici, sessuali) in tenera età tendono a essere più soggetti a disturbi d’ansia in generale. Stando alle statistiche le donno soffrono più di fobie di vario tipo rispetto agli uomini mentre, in età adulta e negli anziani le fobie spariscono oppure tendono ad attenuarsi fino a sparire lasciando così alla popolazione giovane il primato di “fobico”.

Cibofobia: cos’è?

La cibofobia, come dice la parola stessa, è la paura del cibo, in particolare di alcuni cibi. Si manifesta come una vera e propria avversione nei confronti dell’alimento che abbiamo di fronte fino agli attacchi di panico se a tavola troviamo il cibo che ci fa paura. Tutti i bambini, in età compresa tra i due e i cinque anni, hanno perlopiù sperimentato la paura del cibo e soprattutto del nuovo cibo.

I bambini e la paura del cibo

I bambini hanno paura delle novità anche a tavola. Hanno paura si sperimentare e quindi anche assaggiare un nuovo alimento, anche se è visivamente conosciuto perché lo mangiano mamma e papà, fa paura. Mettere in bocca un nuovo cibo e di conseguenza un nuovo gusto e sapore può far paura. Se però questa avversione continua anche dopo l’età prescolare ecco che si può parlare di vera e propria cibofobia soprattutto se questa non ci permette di vivere bene il rapporto con il cibo.

I cibi che fanno più paura

Ci sono tanti tipi di fobie, tanti tipi di paure, e  tanti cibi che fanno paura a chi soffre di questa patologia.

Le fobie più comuni

Tra le più comuni abbiamo la:

  • bananafobia: cioè paura delle banane,
  • la turofobia: ovvero la repulsione per i formaggi, per il loro colore, sapore e soprattutto odore,
  • la lycopersicoa fobia cioè la paura del pomodoro. La buccia, la presenza dei semini e soprattutto la consistenza mucosa di uno degli ortaggi più comuni possono essere infatti la causa di attacchi di ansia e panico per chi soffre di questo disturbo.

Abbiamo poi ancora, tra le fobie più comuni la

  • lachanofobia: interessa invece il mondo vegetale in generale, e si traduce nell’impossibilità di osservare o avvicinare una verdura o un frutto,
  • la carnofobia e l’ichthyophobia riguardano invece il timore nei confronti, rispettivamente, della carne e del pesce, crudo o cotto che sia. Nei confronti del pesce solitamente è la vista di un animale morto ed eviscerato.
  • L’oenofobia e la metifobia costringono gli individui che le provano a stare alla larga rispettivamente da vino e dalle bevande alcoliche in genere,
  • l’alliumfobia: ovvero la paura dell’aglio, in questo caso non è solo la paura di mangiare alimenti contenenti dell’aglio ma anche la paura di vederlo.

Tra le fobie altre fobie più comuni ricordiamo l’arachibuytrofobia cioè la paure del burro di arachidi, non in quanto tale, ma perché si teme che possa attaccarsi al palato, la koutaliaphobia, la paura del cucchiaio e quindi è complicato vedere questo utensile in tavola.

I risvolti della cibofobia

Come tutte le paure anche questa è incontrollabile ma, crea delle difficoltà non indifferenti. Se possiamo evitare di mangiare banane, di bere alcolici o di evitare il pomodoro, non possiamo certo permettere ad una paura di complicarci la vita. Sembra  semplice ma di certo non lo è.

Come tutte le cose irrazionali anche la paura del cibo lo è e, in questo caso, porta anche a dei risvolti complicati. Uscire con gli amici, invitare qualcuno a cena, trovarsi seduti alla mensa aziendale e avere paura dei cucchiai è di certo un grosso problema per chiunque.

Trovarsi a tavola, ad un banchetto nuziale per esempio, e trovare nella macedonia delle banane può provocare veri e propri attacchi di panico e stati d’ansia. Tutto ciò, se non ben gestito, rende la vita invalidante perché, come dicevamo, il cibo ci circonda. Se si è talmente bravi da controllare la paura e si riesce a domarla allora il problema è parzialmente risolto. In altri casi invece è necessario l’aiuto di un terapista.

Si può risolvere?

La risposta è sì. Con il giusto aiuto e con il giusto supporto si può allontanare questa paura dalla nostra vita. Un terapista può aiutare a capire le motivazioni di questa paura e può aiutare il soggetto a uscire da questa paura che in certi casi può essere anche invalidante.  Tra le varie tecniche per risolvere la cibofobia troviamo il rilassamento e la concentrazione verso i cibi di cui abbiamo paura.

Silvestra Sorbera

Silvestra Sorbera, classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Collabora con i giornali online Gocce di spettacolo, Yomamma, Italiapost e Unadonna. Ha pubblicato nel 2009 “La prima indagine del Commissario Livia” e a maggio del 2016 la seconda indagine dal titolo “I fiori rubati” con la casa editrice LazyBOOK e la terza indagine dal titolo "Castelli di sabbia". Nel 2013 ha realizzato la favola per bambini “Simone e la rana”, e il saggio letterario - cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel 2014 pubblica con la casa editrice LazyBOOK i racconti“Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera” e a dicembre 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio”. A giugno 2016 con la casa editrice PortoSeguo il romanzo “Sono qui per l'amore”. Nel 2017 pubblica il racconto lungo new adult “Un amore tra gli scogli” e la favola “Simone e la rana. Viaggio nel castello stregato”.

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