Perché gli uomini fuggono dalle loro responsabilità

A volte, diciamo anche spesso, gli uomini fuggono. Fuggono dalle loro responsabilità perché hanno paura. Che cosa li spinge a comportarsi così? Scopriamolo insieme.

04/01/2020

Gli uomini vengono chiamati il “sesso forte” ma siamo proprio sicuri che sia così? Che siano le persone più forti in una relazione d’amore o all’interno di una famiglia?

Magari se parliamo di rapporti di amicizia, di rapporti di lavoro, ecco che in alcuni casi, possono anche essere più splendidi di noi donne. Poco inclini ai sensi di colpa se lasciano il figlio dai nonni o con la tata. Sempre pronti ad affermare che il tempo deve essere di qualità e non si deve guardare alla quantità quando la compagna lamenta uno scarso interesse. Eppure, nelle relazioni importanti, di fronte alle decisioni più dure da prendere gli uomini scappano. Le responsabilità non fanno per loro. Ci sono casi e casi è ovvio. Ci sono uomini che amano la solidità e cercano di creare una famiglia stabile e non lascerebbero mai la propria moglie o i propri figli in difficoltà. Ma ci sono anche uomini diversi. Uomini che al solo sentire la parola “convivenza” emigrano nello stato estero più lontano. Per non parlare poi della possibilità di mettere al mondo un figlio. Ecco che iniziano ad accampare scuse, dalle più banali alle più concrete ma, senza dubbio, ogni occasione è buona per non prendersi delle responsabilità.

Le paure degli uomini

Molti uomini hanno paura delle responsabilità. Di assumersi l’onere di dover dare spiegazioni e di non essere liberi di fare quello che vogliono, quello che credono più giusto. Principalmente gli uomini scappano davanti all’idea di un convivenza. Questo è il primo scoglio da superare e non si tratta di poco amore nei confronti della compagna. Magari per lei farebbero di tutto, tranne convivere. Quella di lasciare la casa dove si è cresciuti, dove si hanno tutti i confort e dove, soprattutto, non si deve sudare per ottenere la biancheria pulita, è una proposta che alcuni uomini ritengono poco allettante. Hanno paura di doversi assumere la responsabilità di una casa, bollette, pasti. Una nuova vita e non solo da un punto di vista economico ma soprattutto da un punto di vista emotivo. Spesso, negli uomini, l’idea della convivenza, di lasciare la propria casa vuol dire assumersi la responsabilità morale e l’accudimento dell’altro. E, per paura, scelgono di interrompere la loro relazione.

Avere dei figli

Superato lo scoglio della convivenza, la seconda cosa che fa più paura a un uomo, la cosa che in assoluto lo porta a scappare dalla sua famiglia è l’idea di avere un figlio. Come per la convivenza l’idea di mettere al mondo una nuova vita, terrorizza l’uomo che non riesce ad assumersi le proprie responsabilità. Se è consapevole che da una relazione e da una convivenza può uscirne, da un figlio no. Un figlio è per sempre e avrà bisogno di molto, troppo tempo. Un uomo che ha paura e che non vuole cedere un briciolo della propria libertà individuale, non riuscirà a prendersi una responsabilità così grande.

Non solo paura

Se la paura è il motore che muove alcune scelte degli uomini, dobbiamo anche capire che non è l’unica emozione che spinge alcuni uomini a non assumersi delle responsabilità. In alcuni casi, anzi, in molti casi, la componente caratteriale è quella che spinge le persone a fare delle scelte o a non farle. Ci sono uomini capaci di pensare solo a se stessi e uomini che non sono mai cresciuti. Altri ancora non hanno imparato (o non gli è stato insegnato) a prendersi le proprie responsabilità sin da piccoli, nelle cose banali quelle di tutti i giorni.

L’uomo con la sindrome di Peter Pan

Tutti abbiamo conosciuto un uomo così. Quello che non vuole mai crescere, che a quarant’anni suonati vive ancora a casa con mamma e papà. E non perché la sua situazione economica non gli premette di vivere da solo ma per pura e semplice comodità. L’uomo Peter Pan si circonda di cose da ragazzino, magari usa i videogiochi la maggior parte del suo tempo. Crede che tutto sia semplice e che la vita scorra via tranquilla. Ecco che un uomo del genere, messo di fronte alle proprie responsabilità, tende a scappare. Non è certo in grado di riuscire a reggere lo stress di una relazione! Non è in grado di badare a se stesso, come potrebbe assumersi delle responsabilità?

L’uomo narcisista

L’uomo che crede che tutto ruoti attorno a lui non è certo capace di fare progetti a lungo termine. Il suo più grande obiettivo è quello di passare dal suo negozio preferito per vedere se hanno una camicia con una nuova nuance di beige. L’uomo narcisista non è capace, caratterialmente, di assumersi delle responsabilità. Pensa, e ne è fermamente convinto, che lui venga prima di tutto, che i suoi bisogni, i suoi desideri, persino le sue idee, siano giuste, importanti, fondamentali. Non è capace di reggere un contraddittorio quindi una relazione lo destabilizzerebbe perché lo metterebbe di fronte ad un essere umano diverso da lui con il quale dover trovare un punto d’incontro.

Eterni immaturi

Gli eterni ragazzini che non riescono a muoversi nel mondo non saranno capaci di assumersi le proprie responsabilità. Questa categoria non solo ha problemi di relazione all’interno di una coppia, non riuscendo a portare avanti una storia d’amore ma, anche a lavoro la situazione non cambia. Sono quei colleghi che spesso riteniamo svogliati, senza capacità che arrivano in ufficio solo per avere lo stipendio e poi passerebbero la giornata accanto alla macchinetta del caffè. Eppure non è così, hanno delle capacità, magari una laurea ottenuta in breve tempo e con ottimi voti ma, non vogliono spostare un foglio, sarebbe troppo faticoso, non vanno a parlare con il capo, chiedono piuttosto a tutti i colleghi come risolvere il proprio problema pur di non esporsi. Questo tipo di uomo difficilmente riuscirà a trovare una situazione nella vita che lo veda protagonista. Lui preferisce stare nell’ombra, guardare, osservare quello che gli altri fanno e, se possibile riuscire a prendersi qualche merito altrui senza però aver mosso un dito. Gli immaturi sono perenni ragazzini delle superiori, in attesa di qualcosa che si metta a posto, in attesa della vita stessa.