La botanica è un mondo che sorprende continuamente con le sue piante, alcune con colori sgargianti, altre con un fogliame particolare oppure con un portamento scenografico: la Lantana si fa apprezzare certamente per le sue infiorescenze, che hanno il merito di mutare colore nel tempo, rendendo giardini, terrazzi e aiuole una vera tavolozza di colori.
La Lantana è una pianta sempreverde ornamentale appartenente alla famiglia delle Verbenaceae, originaria dell’America Centrale e Meridionale, anche se ormai la si ritrova in molti altri paesi del mondo.
Ha un portamento strisciante e assai rigoglioso, con una radice rizomatosa e fusti legnosi: in natura è infestante e tende a colonizzare prati e radure moltiplicandosi in fitti cespugli.
Si rivela dunque fondamentale la potatura, da effettuarsi sia prima dell’inverno che tra febbraio e marzo, procedendo con l’eliminare con cesoie ben disinfettate i rami secchi e ormai spogli.
Una delle caratteristiche della Lantana sono le foglie che, se strofinate, emettono una fragranza alquanto pungente e acre, tanto da allontanare insetti e soprattutto le zanzare, rivelandosi dunque preziosa nelle più calde serate estive.
La Lantana, pianta esotica quale è, ama gli ambienti luminosi ma non il sole diretto, mentre in inverno è necessario pacciamare il terreno; se è coltivata in vaso, è meglio posizionarla in un ambiente più riparato.
Tra maggio e ottobre sulla lantana sbocciano fiori dalla forma tubolare e che, se le condizioni meteorologiche lo consentono, possono resistere per buona parte dell’autunno. I fiori mutano colore nel tempo e questi possono essere diversi a seconda delle varietà: nella Lantana spreading sunset variano dal giallo all’arancio; nella Lantana crocea i fiori restano di un colore giallo zafferano; la Lantana rosequeen mostra colori che da color salmone diventano poi rosa; nella Lantana mutabilis le infiorescenze passano dal giallo al bianco fino al lilla.
La Lantana camara è la tipologia più diffusa e i suoi fiori sono rossi, gialli e aranciati: le sue foglie presentano poi una leggera peluria e sono molto urticanti. In genere l’intera pianta è velenosa per animali e uomo, in particolare le drupe nere che spuntano dopo la fioritura.
Per coltivare al meglio questa pianta è necessario predisporre un terreno ben drenato, organico e soffice, in modo da evitare i dannosi marciumi radicali.
Le innaffiature invece devono essere abbondanti in estate, con la possibilità di nebulizzare acqua anche sul fogliame: nel corso delle altre stagioni è sufficiente mantenere umido il terreno.
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